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[HONEST REVIEW] HackerJournal 216

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HonestReviewer
(@honestreviewer)
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Posted by: Stefano Novelli

Mi permetto di intrufolarmi in considerazione agli argomenti "toccati" circa la linea editoriale che intende intraprendere Hacker Journal, avendo scritto per essa in questo numero (l'unico degli articoli citati è appunto quello di Facebook e l'approfondimento non citato su WannaCry).

Ad ogni modo ritengo sia importante innanzitutto comprendere che, essendo di fatti una rivista cartacea, soffre di quel gap temporaneo che in un sito web non si sarebbe sentito trattando le "hot news". Di questo però mi tiro indietro, non ho competenze per poter dire la mia sulle modalità di produzione di una rubrica del genere.

Riguardo gli errori tecnici più che altro ho il presentimento che ci sia bisogno di una migliore comunicazione tra chi formatta i testi e chi li scrive, nulla che non si può risolvere in breve tempo. Ti assicuro che, nel caso dell'articolo di TOR, l'autore è una delle persone più competenti nel settore, anche perché non è il redattore (solitamente) a fornire grafici o call-out.

Fatte queste due brevi premesse mi piacerebbe invece confrontarmi con voi riguardo la linea editoriale che la rivista intende seguire con il suo rilancio, perché mi pare di capire che sia questo il "problema" che sta di base in questa "Honest Review".

Mi permetto solo di fare delle osservazioni, io non conto una sega sulle scelte decisionali di titoli e argomenti quindi non blastatemi per cose che non mi competono grazie XD

Credo che alla base di tutto sta comprendere che la rivista sia alla ricerca di colmare:

  • target di lettori che preferiscono ancora il cartaceo
  • target di lettori amatoriali

Se per il primo fattore c'è poco da discutere, sul secondo vorrei dire la mia: credo che ricercare in una rivista da edicola argomenti originali o addirittura 0day sia un'utopia. Quello che, con i giusti accorgimenti si voglia fare, è quello di colmare il distacco sempre più evidente tra chi già lavora nel settore e chi invece non sa neanche da dove iniziare.

Mi spiace dirlo – ma purtroppo è ciò che ho percepito non solo in rete ma anche nei vari LUG, Hacklab e manifestazioni di genere – che in questo ramo di interessi c'è una forte avversione tra chi si sente un elemento di èlite e chi vive l'IT Security per passione e, saltuariamente, anche per lavoro.

Dunque che male c'è a lasciare che la Sicurezza Informatica, una volta ogni tanto, venga trattata anche da chi non ha un feedback conoscitivo pari ad un ricercatore o un pentester che farebbe le scarpe alla CIA :'D ? 

PS: che io sappia Inforge non è mai stato bucato

Continuo a ribadire che non c'è nulla di sbagliato nel trattare argomenti vecchi SE approfonditi in maniera particolare. Dire le stesse cose che ha detto chiunque negli scorsi mesi (soprattutto riguardo argomenti come WannaCry il qual è stato ispezionato un centinaio di volte da cima a fondo) non è approfondire

 

Riguado l'autore che a tuo dire è una delle persone più competenti del settore, questi sono i contributors.

Francesco Pensabene, Stefano Novelli, Andrea Trentini, Salvatore Viola, Simone Bergamini, Maurizio Russo, Flavio Modena, Mirko Marcattili, Xu Riuxan, kyr4, Pietro Ricotta.

Tranne che per qualche strana coincidenza una persona del calibro che descrivi non abbia voluto mettere il suo nome tra i contributors, nessuno di quelli mi sembra conosciuto. E non sto parlando di "non lo conosco quindi non è conosciuto" ma facendo divese ricerche non esce fuori nulla di interessante (ammetto che potrei sbagliarmi, ma chissà..)

 

A proposito invece di

Dunque che male c'è a lasciare che la Sicurezza Informatica, una volta ogni tanto, venga trattata anche da chi non ha un feedback conoscitivo pari ad un ricercatore o un pentester che farebbe le scarpe alla CIA :'D ? 

Non sono assolutamente d'accordo. Se vuoi fare informazione devi conoscere l'argomento che tratti. Una rivista di "appassionati di security" scritta da "appassionati di security" non porta da nessuna parte

 


   
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Stefano Novelli
(@murdercode)
Active Member
Registrato: 6 anni fa
Post: 6
 

Continuo a ribadire che non c'è nulla di sbagliato nel trattare argomenti vecchi SE approfonditi in maniera particolare. Dire le stesse cose che ha detto chiunque negli scorsi mesi (soprattutto riguardo argomenti come WannaCry il qual è stato ispezionato un centinaio di volte da cima a fondo) non è approfondire

Sull'articolo di WannaCry posso darti ragione, purtroppo è stato il primo ad essere redatto (non vorrei dire badilate ma credo ormai più di 2 mesi fa).

Tranne che per qualche strana coincidenza una persona del calibro che descrivi non abbia voluto mettere il suo nome tra i contributors, nessuno di quelli mi sembra conosciuto. E non sto parlando di "non lo conosco quindi non è conosciuto" ma facendo divese ricerche non esce fuori nulla di interessante (ammetto che potrei sbagliarmi, ma chissà..)

Non voglio entrare nei meriti della sua identità, sinceramente non credo sia utile ai fini della discussione. Ha deciso di non voler mettere il suo nominativo per motivi che ritiene ovvi. Io dico, e poi ognuno è liberissimo di non credermi ovvio, che mi sembra davvero strano che abbia sbagliato lui di suo pugno in certe affermazioni. Poi boh, è un caso isolato e andare a indagare così a fondo per una svista forse credo sia eccessivo...

Non sono assolutamente d'accordo. Se vuoi fare informazione devi conoscere l'argomento che tratti. Una rivista di "appassionati di security" scritta da "appassionati di security" non porta da nessuna parte

Un momento, mi sono spiegato male 🙂 Riformulo la frase:

Dunque che male c'è a lasciare che la Sicurezza Informatica, una volta ogni tanto, venga trattata anche per chi non ha un feedback conoscitivo pari ad un ricercatore o un pentester che farebbe le scarpe alla CIA :'D ?

Ad ogni modo, conoscendo anche i responsabili che ci stanno dietro e il loro modus operandi, apprezzeranno quello che è stato detto nel topic e ne prenderanno atto per offrire il miglior compromesso di quanto si vuole dare ? 


   
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