La parola kernel, in inglese significa nocciolo, gheriglio e cuore in senso figurato. Si tratta di un termine estremamente azzeccato, poiché in informatica indica il nucleo attorno al quale un sistema operativo viene creato. Potremmo anche immaginarlo come le sue fondamenta: più esse sono solide e più il sistema operativo avrà la possibilità di funzionare adeguatamente. Certo, in gioco entrano anche molti altri fattori, tuttavia tutti i problemi del kernel si rifletteranno fatalmente sul prodotto finale. Il Kernel Linux Creato nel 1991 da Linus Torvalds sulla base di UNIX, un sistema operativo proprietario, Linux è un software libero, distribuito sotto licenza GNU GPLv2. Nel 2007 nasce la Linux Foundation, un’organizzazione no-profit che, oltre a sostenere lo sviluppo del kernel, si occupa di uniformare le caratteristiche dei vari sistemi operativi basati su di esso. Famosissima in tutto il mondo è la mascotte, un pinguino cicciottello e sorridente, di nome Tux, creato da Larry Ewing nel 1996.
È lo stesso Linus Torvalds a suggerirci di non farci ingannare dalla numerazione. Ha infatti dichiarato che “nonostante il numero tondo, non ci sono cambiamenti fondamentali in questo rilascio”. Quindi non aspettiamoci rivoluzioni rispetto alla versione 5.19, pur essendoci un buon numero di modifiche e miglioramenti in questa 6.0. Non è comunque la prima volta che Torvalds adotta una cifra tonda per una versione non rivoluzionaria perché, a suo dire, non far crescere troppo i decimali rende la numerazione più chiara. In ogni caso, dando un’occhiata più da vicino al nuovo kernel scopriamo che, per esempio, è stata introdotta la gestione degli interrupt direttamente da Rust. Ciò renderà molto felici coloro che si occupano di scrivere i driver delle periferiche, che sono fondamentali per la compatibilità con un sistema operativo, poiché ora potranno farlo direttamente nel kernel stesso. In questo modo può essere garantita una loro maggiore stabilità.
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