Secondo il rapporto Clusit 2023, lo scorso anno è stato molto difficile a livello di Cyber Security, con ben 2.489 incidenti di forte impatto sulla vita quotidiana: 440 in più rispetto al 2021 e con l’Italia che vede crescere la percentuale di attacchi rivolte verso di essa dal 3,4% del 2021 al 7,6% del 2022. Gli attacchi in Italia sono stati 188 in totale, 83% dei quali valutabile come di gravità elevata o critica. Oltre 2.000 degli attacchi avvenuti a livello mondiale hanno avuto finalità di cybercrimine, con un incremento del 15% rispetto al 2021 (in Italia, invece, l’aumento è stato del 150%), mentre gli attacchi perpetrati per finalità di spionaggio e sabotaggio si fermano all’11% del totale, quelli per information warfare al 4% e quelli per azioni di attivismo al 3%. Le principali vittime degli attacchi sono i Multiple Targets (obiettivi generici, non mirati), con il 22% del totale, seguiti dal settore governativo e delle pubbliche amministrazioni con il 12%. Crescono gli attacchi rivolti verso la sanità (+16%), ma soprattutto quelli rivolti verso il settore finanziario assicurativo (+40%) e Manufacturing (+79%). In particolare quest’ultimo settore vede raddoppiarsi il numero di attacchi dal 2018 al 2021, probabilmente a causa della crescente diffusione dell’IoT e dalla tendenza verso l’interconnessione dei sistemi industriali, spesso non sufficientemente protetti. Nel nostro Paese il settore più attaccato è quello governativo, con il 20% degli attacchi, seguito a brevissima distanza dal comparto manifatturiero (19%), che rappresenta il 27% del totale degli attacchi censiti nel settore livello globale. Per portare i loro attacchi, i cyber-criminali si servono per il 37% dei casi di malware, seguono vulnerabilità (12%, escludendo la componente di attacchi basati sui cosiddetti “0-day”), phishing e social engineering (12%), attacchi DDoS (4%) e tecniche multiple.
*Illustrazione by Freepick
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