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Addio alla privacy negli USA?

La Camera americana ha approvato il finanziamento della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) del 1978 con un voto di 273 a 147. Un gruppo di 19 legislatori conservatori aveva inizialmente impedito un voto procedurale mercoledì 10 aprile. Tuttavia, il presidente della Camera, Mike Johnson (R-LA), è riuscito a convincerli a ritirare il loro veto. La mattina del 12 hanno accettato di permettere il voto a condizione che Johnson riducesse il finanziamento della Sezione 702 da cinque a due anni e tenesse un voto separato su un emendamento che avrebbe richiesto all’FBI e ad altre agenzie di intelligence di ottenere mandati prima di utilizzare il programma contro gli americani. Cosa succede ora? Beh, in pratica, la Sezione 702 del FISA consente al governo di intercettare, senza bisogno di un mandato, le comunicazioni di stranieri individuati all’estero, anche quando questi comunicano con cittadini americani.

 

IN PASSATO

Circa dieci anni fa ci fu uno scandalo legato alla privacy che, volevo, di potrebbe etichettare come l’inizio di tutto quello che sta accadendo in questi giorni. Tutto nacque da alcune rivelazioni di Edward Snowden, l’ex contractor dell’intelligence statunitense che, nel giugno 2013, ha svelato i programmi di sorveglianza globale condotti dalla National Security Agency (NSA). Snowden ha dichiarato di essere stato spinto da un senso di responsabilità verso i cittadini e il diritto alla privacy, ritenendo che il pubblico dovesse essere informato delle azioni segrete del governo. Il suo obiettivo era avviare un dibattito pubblico sull’equilibrio tra sicurezza nazionale e diritti individuali, sottolineando l’importanza di una sorveglianza governativa trasparente e responsabile.

Le rivelazioni di Snowden hanno scatenato uno tsunami mediatico noto come “datagate”. Nel giugno 2013, il The Guardian ha pubblicato una serie di articoli che svelavano i dettagli dei programmi di sorveglianza di massa dell’NSA, tra cui il programma PRISM. Questo prevedeva la collaborazione tra l’NSA e le principali aziende tecnologiche per accedere ai dati degli utenti. Gli articoli hanno rivelato che l’NSA poteva accedere ai server delle aziende, raccogliendo una vasta quantità di informazioni sugli utenti: chiamate, messaggi di testo, e-mail, chat, foto, video e altri tipi di dati.

 

L’IMPATTO POLITICO

Le rivelazioni di Snowden hanno avuto conseguenze di vasta portata, sia a livello nazionale che internazionale. Hanno provocato indignazione pubblica e proteste globali, con cittadini preoccupati per la violazione della loro privacy e l’abuso di potere da parte delle autorità nordamericane. Le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e i loro alleati, in particolare gli Stati europei, sono diventate tese. La crescente sensibilità verso questi temi ha portato a una marcata diffidenza verso il sistema statunitense, giudicato eccessivamente permissivo nell’accesso ai dati personali da parte delle autorità governative.

 

LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI

Dopo le rivelazioni di Snowden, l’ex presidente Barack Obama ha emesso diversi executive order per rivedere i programmi di sorveglianza. Uno dei più importanti è stato l’incarico alla Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB) di fare raccomandazioni riguardo al programma di raccolta di registri telefonici noto come Sezione 215 del Patriot Act, e il programma di sorveglianza di non cittadini statunitensi, Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Nel 2014, PCLOB ha emesso rapporti con raccomandazioni per la riforma di entrambi i programmi. Sebbene la Sezione 215 sia scaduta nel 2020, PCLOB sta sviluppando un nuovo rapporto sulla Sezione 702, previsto per quest’anno, per informare il dibattito pubblico e congressuale sulla sua riautorizzazione.

Attivo dal 2007, il programma PRISM permetteva all’NSA di raccogliere informazioni da aziende tecnologiche come Google, Facebook, Microsoft e Apple. L’agenzia poteva richiedere dati sugli utenti senza bisogno di un mandato giudiziario, sfruttando l’ampia collaborazione delle aziende tecnologiche

LE SFIDE ATTUALI

Nonostante le riforme, la sorveglianza rimane un tema di dibattito negli Stati Uniti. L’NSA continua a utilizzare la sua autorità secondo la Sezione 702 per raccogliere contenuti e metadati di comunicazioni di non americani all’estero, comportando anche la raccolta incidentale di comunicazioni di americani. La Sezione 702 scadrà a dicembre se non riautorizzata dal Congresso. Attualmente, si stanno svolgendo discussioni sulla riforma e del FISA all’interno del Congresso. PCLOB continuerà a giocare un ruolo importante in queste discussioni.

 

L’EREDITÀ DI SNOWDEN

Le rivelazioni di Snowden hanno portato i cittadini a mostrarsi più cauti nelle loro attività digitali, portando a una maggiore consapevolezza sulla privacy e all’adozione di nuovi strumenti di crittografia e protezione delle informazioni. Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è che le rivelazioni hanno portato negli USA a un aumento dell’auto-censura, per il timore della sorveglianza, con un impatto negativo sulla partecipazione democratica.

 

LA SORVEGLIANZA DI OGGI

Come afferma lo stesso Snowden, l’idea che dopo le sue rivelazioni ci sarebbe stato un cambiamento immediato e radicale è irrealistica. La lotta per il rispetto dei “sacri” limiti della privacy è un processo in corso, che richiede impegno e lavoro costante per il resto delle nostre vite e oltre, coinvolgendo anche le generazioni future. Le tecnologie si sono rapidamente evolute, consentendo ai governi di raccogliere e analizzare una mole sempre più ampia di dati personali. L’utilizzo quotidiano di dispositivi connessi, l’espansione del mondo digitale e la diffusione di tool AI-based hanno reso ancora più complesso il compito di proteggere la privacy degli individui. Il dibattito circa l’influenza e i potenziali rischi di un’assenza di contropoteri agli asseriti interessi di sicurezza nazionale è tutt’altro che sopito e dovrà essere mantenuto sempre vivo e attuale.

 

 

Leggi anche: “NSA, CISA ed FBI lanciano l’allarme degli attacchi ransomware

 

 


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