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Linux mangia la Mela

Con Homebrew il Mac diventa una bomba anche da riga di comando.

Chi usa un Mac possiede uno strumento molto più potente e flessibile di quello che molti pensano, anche se vuole sperimentare con la riga di comando e con i tool più avanzati per l’hacking. Bisogna solo sapere come fare a prepararlo, perché Apple si guarda bene dal fornire fin da subito gli strumenti necessari. Chi viene dal mondo GNU/Linux può notare la mancanza di questo o quel tool per la riga di comando, o una vecchia versione delle librerie e dei framework del mondo Open Source. Ma soprattutto noterà una cosa che rende macOS un cittadino di serie B del mondo Unix/Linux: manca il gestore di pacchetti!

Un gestore pacchetti facile facile

Per questo motivo è nato Homebrew, che risolve il problema attraverso il linguaggio Ruby che offre flessibilità e facilità di utilizzo. Non è il primo gestore di pacchetti software di questo tipo sviluppato per macOS: ce ne sono stati altri, soprattutto Fink e MacPorts, entrambi con le loro caratteristiche e difficoltà (soprattutto il secondo). Proprio da queste difficoltà di uso dei suoi predecessori, Max Howell ha preso la decisione di realizzare Homebrew, scrivendo il programma di gestione dei pacchetti con il linguaggio Ruby e l’obiettivo di arrivare ad avere la massima estendibilità delle funzioni. Le due caratteristiche principali di Homebrew sono proprio queste: flessibilità e facilità di utilizzo.

Se vuoi sapere come installarlo, configurarlo e metterlo all’opera, non perdere Hacker Journal 221 in tutte le edicole oppure online.


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