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Di Maio: iL Governo contro la riforma UE del copyright

Nell’occorrenza della conferenza dedicata all’Internet Days 2018 svoltosi questa mattina, Luigi Di Maio ha apertamente preso posizione contro i famigerati articoli 11 e 13 della nuova direttiva sul copyright in discussione nell’assemblea Europea.

Di Maio con un post sul sito del Movimento 5 stelle spiega le sue motivazioni:

È inaccettabile. E come governo ci opporremo. Faremo tutto quello che è in nostro potere per contrastare la direttiva al Parlamento europeo e qualora dovesse passare così com’è, dovremo fare una seria riflessione a livello nazionale sulla possibilità o meno di recepirla. Perché internet dev’essere mantenuta libera, indipendente, al servizio dei cittadini. Nessuno può permettersi di fare azioni di censura preventiva, nemmeno se quel qualcuno si chiama Commissione europea.

In poche parole quando noi condividiamo un articolo ed escono quelle tre o quattro righe al di sotto del link, ecco quelle tre o quattro righe verrebbero tassate. Dicono pure che sia un modo per migliorare la qualità dell’informazione. L’Europa dovrebbe puntare sulla cultura e sull’istruzione, per fare in modo che i suoi cittadini capiscano cos’è una fake news invece preferisce inondare di nuove tasse perfino le tre righe che escono quando condividiamo un articolo o un’informazione in generale.
Il secondo articolo è perfino più pericoloso del primo, perché impone alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti. Praticamente qualunque cosa venga caricata che abbia anche solo una parvenza di ledere il diritto d’autore, e con questo mi riferisco a qualsiasi immagine per esempio, e sottolineo qualsiasi, potrebbe essere bloccata da una piattaforma privata.

Il dito viene puntato contro i lobbisti che,, circondano il Parlamento Europeo muovendosi all’interno delle istituzioni comunitarie per influenzarne i processi decisionali. Il Ministro carica quindi le armi governative contro le eventuali decisioni che il Parlamento Europeo potrebbe prendere in merito.

RedazioneHJ

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