Categories: News

Italia sempre più sotto attacco!

I ricercatori dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (Clusit) hanno presentato un dettagliato Rapporto di fine anno che evidenzia un rallentamento della crescita degli attacchi a livello globale nel primo semestre 2023. Tale crescita si attesta all’11% (era il 21% nell’anno 2022), poco sopra alla tendenza anno su anno registrata negli ultimi cinque anni. In controtendenza, nel nostro Paese, nel primo semestre 2023 i ricercatori di Clusit hanno registrato una crescita degli incidenti del 40%, quasi 4 volte superiore al dato globale.

Considerando il periodo che va dal 2018 al primo semestre 2023, a livello globale gli incidenti sono aumentati del 61,5%, mentre in Italia la crescita complessiva raggiunge il 300%. Nel complesso dei cinque anni, 505 attacchi noti di particolare gravità hanno coinvolto realtà italiane, di cui ben 132 – ovvero il 26% – si sono verificati nel primo semestre 2023. In questo periodo, nel nostro Paese è andato a segno il 9,6% degli attacchi mondiali. Il picco massimo – del semestre e di sempre – si è registrato ad aprile, con 262 attacchi.

Se nel contesto delle tensioni internazionali e di un conflitto ad alta intensità combattuto ai confini dell’Europa, a fine 2022 anche l’Italia appariva per la prima volta in maniera evidente nel mirino, nel 2023 la tendenza si è decisamente consolidata”, ha affermato Gabriele Faggioli, presidente di Clusit, commentando i dati. “Considerato che l’Italia rappresenta il 2% del PIL mondiale e lo 0,7% della popolazione, questo dato fa certamente riflettere”.

 

 

 

Gli obiettivi degli attacchi

In Italia la maggioranza degli attacchi noti si riferisce alla categoria Cybercrime, che rappresenta il 69% del totale, con una quota in significativo calo rispetto all’anno precedente (nel 2022 costituiva il 93,1% degli attacchi). Si attestano nel nostro Paese al 30% gli attacchi classificati come “Hacktivism” nel primo semestre 2023 (la percentuale era pari al 6,9% nel 2022), costituendo una quota molto superiore rispetto a quella globale: oltre il 37% degli attacchi compiuto a livello mondiale con finalità “Hacktivism” è avvenuto nei confronti di organizzazioni italiane. Secondo gli autori del Rapporto Clusit, gli attacchi dimostrativi avvenuti ai danni di enti o aziende italiane sono riconducibili alla situazione geopolitica, con particolare riferimento al conflitto in Ucraina e all’azione di gruppi di attivisti che hanno rivolto campagne al nostro Paese, così come verso altre nazioni del blocco filo-ucraino.

 

 

Chi viene attaccato nel mondo e in Italia

Nel primo semestre dell’anno il 20% degli attacchi globali è stato rivolto ai Multiple Targets – ovvero a bersagli appartenenti a diversi settori, colpiti contemporaneamente con l’obiettivo di mietere il maggior numero di vittime possibile. Seguono Healthcare, con il 14,5% degli attacchi, l’ambito Governativo/Militare/Law Enforcement, colpiti dall’11,7% degli attacchi, il comparto ICT, dall’11,4%, Financial/Insurance dal 10,5% ed Education che è stato bersaglio con il 7,1% degli attacchi globali.
Guardando alla distribuzione delle vittime nel nostro Paese, gli esperti di Clusit rilevano che nel semestre il maggior numero di attacchi è stato rivolto ad organizzazioni “Government” (23% del totale), seguita a breve distanza da “Manufacturing” (17%). Da segnalare che gli incidenti rivolti quest’ultimo comparto rilevati in Italia rappresentano il 34% del totale degli attacchi censiti verso il Manufacturing a livello globale.

 

Dove colpiscono i cyber criminali

L’America nel suo complesso ritorna a essere la zona geografica più colpita, con il 46,5% degli attacchi. L’Europa resta teatro di oltre un quinto delle violazioni globali nei primi sei mesi del 2023, così come nel 2022. Diminuiscono invece nettamente gli attacchi verso vittime in località multiple (-5 punti percentuali), segnale della preferenza dei cybercriminali verso azioni più mirate, secondo gli esperti di Clusit. Per ciò che concerne le tecniche di attacco, abbiamo che nel primo semestre 2023 oltre il 35% degli attacchi è andato a buon fine grazie all’utilizzo di Malware, percentuale in leggera flessione rispetto al 2022. Le tecniche sconosciute (categoria Unknown) sono al secondo posto con il 21%. Gli esperti di Clusit spiegano questo dato evidenziando che oltre un quinto del totale degli attacchi diventano di dominio pubblico a seguito di un data breach, nel qual caso le normative impongono di inviare una notifica agli interessati, che non comprende necessariamente una descrizione precisa delle modalità dell’attacco, spesso genericamente ascritto alla categoria “Unknown”.

Quasi il 17% degli attacchi nel mondo è stato compiuto nel primo semestre dell’anno sfruttando le Vulnerabilità, categoria che segna una crescita di 4,8 punti percentuali e Phishing/Social Engineering, in diminuzione di 3,4 punti percentuali rispetto al 2022. In concomitanza con l’aumento di attività riferibili ad Hacktivism ed Information Warfare, gli attacchi DDoS, pur pochi in valori assoluti, sono invece cresciuti di 3,8 punti percentuali; quelli realizzati tramite “Identity Theft/Account Hacking” dello 0,3%.
Il Malware, insieme al Ransomware, continua a rappresentare la principale tecnica di attacco utilizzata dai criminali anche in Italia (31%), ma in modo molto meno consistente rispetto al 2022 (53%) e di 4 punti percentuali inferiore al dato globale.

Per la prima volta da quando è esploso il fenomeno del ransomware assistiamo a un cambiamento rilevante nelle modalità e nelle finalità perseguite dagli attaccanti, che evidentemente riescono a ottenere con maggiore efficacia i loro scopi utilizzando tecniche diverse”, ha affermato Paolo Giudice, segretario generale di Clusit.

Sono invece i DDoS a registrare una notevole crescita nel nostro Paese, fanno notare gli esperti di Clusit, passando dal 4% del 2022 al 30% del primo semestre 2023, una quota di 5 volte superiore. L’incidenza di attacchi di questa tipologia in Italia è estremamente più elevata rispetto a quella registrata nel campione complessivo, che si ferma al 7,9%: le vittime italiane hanno subito un numero maggiore di attacchi DDoS, tanto da registrare circa il 37% del totale di tali eventi censito nel campione globale.
In aumento anche il dato degli attacchi di tipo phishing e ingegneria sociale, che in Italia risulta incidere in maniera maggiore rispetto al resto del mondo (14% vs 8,6% globale): “Questa crescita è indice di una forte necessità di sensibilizzazione e aumento della consapevolezza rispetto alle minacce cyber da parte degli utenti che hanno quotidianamente a che fare con i sistemi informatici”, ha confermato Paolo Giudice.

 

La “Severity” degli attacchi

Anche nel primo semestre dell’anno in corso gli attacchi con impatti gravi o gravissimi – ovvero con ripercussioni tecnologiche, economiche, legali e reputazionali – sono stati la stragrande maggioranza, arrivando al 78,5% (erano l’80% nel 2022). Gli incidenti con impatti medi sono solo un quinto, mentre sono quasi del tutto scomparsi quelli con impatti bassi.

Investiamo sempre di più in cybersecurity, sebbene non ancora abbastanza, ma subiamo anche più danni”, ha ribadito Gabriele Faggioli. “È il sintomo che dovremmo rivalutare gli investimenti, oltre che incrementarli, con un approccio al problema radicalmente differente, investendo condivisione della conoscenza, delle risorse e dei costi cyber in un’ottica di economia di scala”.

La gravità degli attacchi è stata inoltre analizzata dai ricercatori di Clusit in relazione alla tipologia di attaccanti. Il Cybercrime, nel primo semestre 2023 ha avuto impatti gravi nel 40% dei casi; gli attacchi perpetrati con finalità di spionaggio o cyber warfare mostrano impatti critici che arrivano quasi all’80% dei casi, in decisa crescita rispetto al 2022. La categoria governativa/militare è quella che subisce attacchi di gravità maggiore; in crescita anche l’impatto degli attacchi nel settore Healthcare, che resta un bersaglio conveniente sia per attacchi a sfondo economico che per arrecare danni ai servizi fondamentali della società.

In termini di severity, il quadro italiano nei primi 6 mesi del 2023 appare più roseo rispetto al dato globale, con un numero minore di attacchi con severità massima: gli incidenti di tipo “Critical” si fermano al 20% (vs 40% globale), mentre la quota maggiore di attacchi fa riferimento a una severity “High” (48% in Italia vs 38% globale) e “Medium” (30% in Italia vs 21% globale). Completa il quadro un 2% di incidenti con criticità bassa.

Questo a conferma – come hanno evidenziato gli autori del Rapporto Clusit – dell’incremento degli attacchi “di disturbo” in Italia, con severity limitata, che riescono però sempre più spesso ad andare a buon fine. “Questo dato è coerente con la crescita dell’Hacktivism e degli attacchi di tipo DDoS, che hanno tipicamente queste caratteristiche. Si tratta comunque di attacchi che possono causare danni economici per le vittime che li subiscono, oltre che avere un effetto rilevante in termini di reputazione, essendo spesso messi in atto con scopo dimostrativo”, ha concluso Paolo Giudice.

 


Hai trovato questo articolo interessante? Seguici su Facebook , Twitter, Mastodon

hj_backdoor

Share
Published by
hj_backdoor

Recent Posts

Percorsi di formazione per accrescere le competenze digitali

Il progetto che ha formato 180 donne, tra i 18 e i 50 anni, con…

2 giorni ago

KDE Neon 6 è disponibile!

KDE neon è stato aggiornato con KDE Frameworks 6, Plasma 6 e con tutte le…

4 giorni ago

Malware per il mobile banking in crescita

Secondo Kaspersky negli ultimi 12  mesi si è registrato un aumento significativo di malware per…

6 giorni ago

L’aspiratutto del Web!

Preleva i video da YouTube, Soundcloud, Vimeo, Dailymotion… e ne estrae l’audio. Ecco come fare

1 settimana ago

Blink presenta una videocamera compatta per uso interno ed esterno

La nuova Blink Mini 2 è dotata di notifiche intelligenti abilitate alla visione computerizzata, tra…

1 settimana ago

CrowdStrike presenta una nuova ed evoluta soluzione di threat hunting per Microsoft Azure

Durante la RSA Conference 2024, evento di rilievo nel settore della sicurezza informatica, CrowdStrike ha…

2 settimane ago

Abbonati ad Hackerjournal per un anno a 33,90 € con digitale in omaggio anziché 46,90 €!

CLICCA QUI PER ABBONARTI!