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Google Gemini: l’IA si fa in tre!

Google sembra impegnarsi seriamente nell’intelligenza artificiale, e lo dimostra il fatto che, nonostante le voci che circolavano sul Web da qualche giorno fossero di tutt’altra natura, ha presentato Gemini, un nuovo modello di IA, lanciando così il guanto di sfida ad OpenAI.

Una e trina

Secondo quanto dichiarato da Sundar Pichai, CEO di Google, Gemini è il più potente modello IA mai realizzato finora ed è pensato fin dall’inizio per essere multimodale, ossia addestrato sulla base di immagini, video e audio, oltre che su testi, e ottimizzato per diverse tipologie d’utilizzo. Quello che Gemini può fare è scontato: produrre automaticamente contenuti testuali, multimediali e anche sviluppare codice informatico in base alle specifiche prodotte dall’utilizzatore.

Quello che lo differenzia rispetto agli altri prodotti simili è il fatto che Gemini è pensato fin dall’inizio per operare su tre livelli. Uno, definito “Ultra”, è dedicato a compiti estremamente complessi; il modello intermedio, chiamato “Pro”, è invece pensato per essere scalabile tra compiti di diversa complessità. Il terzo modello, infine, definito “Nano” è quello pensato per essere il più efficiente possibile su dispositivi come computer e device mobile.

 

Disponibile fin da subito

Una prima versione di Gemini Pro è stata già implementata all’interno della versione inglese di Bard, la chatbot di Google disponibile in oltre 170 paesi. Quest’integrazione dovrebbe consentire a Bard di mettere in campo ragionamenti e pianificazioni ancora più avanzate rispetto a quelle attuali. Più tardi, nel corso del prossimo anno, Gemini pro verrà sostituito da Gemini Ultra, così da migliorare ulteriormente le capacità di Bard.

Ma quello che è più interessante per noi è che una versione ridotta di Gemini sarà resa disponibile sugli smartphone Google Pixel 8 dove inizialmente sarà impiegata per suggerire risposte ai messaggi e in futuro sarà integrato in altri prodotti Google entrando a far parte del quotidiano degli utenti attraverso la ricerca generativa, ad esempio, o l’integrazione in Chrome. Più avanti, nel 2024, Gemini dovrebbe approdare in una versione ancora più potente su altri prodotti mobile.

 

Prestazioni elevate 

Le performance di Gemini paiono essere estremamente elevate. Secondo i test effettuati, Gemini si è rivelato essere migliore in 30 dei 32 benchmark utilizzati nella ricerca e sviluppo di Large Language Model (LLM). Inoltre, con un punteggio pari al 90%, Gemini Ultra è il primo modello di IA a risultare superiore rispetto ad esperti umani sul MMLU (Massive Multitask Language Understanding), un test che utilizza una combinazione di 57 soggetti come matematici, fisici, storici, medici e altro ancora per testare le relative conoscenze e abilità di problem-solving.

 

Alla ricerca degli errori

Visto che una chatbot sostanzialmente fornisce una risposta a una domanda dell’utente, per evitare che le risposte possano essere inappropriate vengono svolti appositi test. Nel caso di Gemini, in particolare, vista l’elevata potenza, sono stati utilizzati una serie di prompt sviluppati dall’Allen Institute for AI  e si è dato il via ad una collaborazione con ricercatori esterni per spingere Gemini a comportarsi in maniera scorretta e ad esporre le proprie vulnerabilità, così da poter intervenire per tempo.

 

 

Leggi anche: “Intelligenza Artificiale per tutti!”


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