Il termine biohacking definisce l’intera community di persone che portano avanti delle ricerche biologiche sperimentando sui propri corpi e seguendo la filosofia hacker di condivisione delle esperienze e delle informazioni.
Questo termine include specializzazioni diverse. Per rendere al meglio l’idea, possiamo dividere il movimento in due gruppi. Quando parliamo di esperimenti genetici e ricerche biologiche ci riferiamo alla sfera della Biologia DIY. Quando invece parliamo di impianti sottocutanei e modifiche corporee ci stiamo riferendo alla sottocultura chiamata Grinder.
La Biologia Do It Yourself! (BioDIY) si caratterizza per un metodo semplice e aperto e ha l’obiettivo di rendere accessibile a tutti il mondo della biologia applicata. L’idea di fondo è semplice: se la tecnologia viene messa a disposizione di più persone vi sarà una consequenziale crescita dell‘innovazione. Per far ciò, una proposta ricorrente è quella
di creare dei piccoli Bio-lab di quartiere in cui gli esperti del settore mostrano e insegnano ai novizi le meraviglie del laboratorio, fornendo materiale utile per apprendere i protocolli base necessari all’utilizzo dell’attrezzatura. Mediante piccoli esperimenti replicabili facilmente in casa, passo dopo passo diventeremo dei piccoli ricercatori!
I Grinder invece rappresentano la parte del movimento più avanguardista, che si rifà ai principi del transumanesimo, tra i quali l’utilizzo delle ultime scoperte tecnologiche per migliorare e potenziare le proprie abilità. Per far ciò sono disposti a integrare nel proprio corpo dispositivi che possano migliorare la loro esperienza di vita. La maggior parte dei chip sottocutanei impiegati sono in grado di interagire con gli oggetti circostanti e quindi di creare una sorta di connessione tra corpo e tecnologia.
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