Con la definizione di “Internet of Things” (IoT) o “Internet delle Cose” si intende l’estensione della Rete allo spazio fisico delle nostre abitazioni o uffici, attraverso il collegamento a oggetti che normalmente non sono connessi alla Rete. Come spesso capita, a parole “difficili” e oscure corrispondono realtà ovvie e magari già operanti nel nostro quotidiano. In ambito privato sotto forma di router, telecamere di sicurezza, videoregistratori digitali (DVR); in ambito lavorativo sotto forma di macchinari.
Ma fra gli smart object, come vengono definiti, non rientrano solo i dispositivi tecnologici appena citati. Impianti per il riscaldamento, attrezzature di ogni genere, persino automobili: quasi tutto ciò che sia in grado di elaborare dati, interagire con l’ambiente e connettersi tramite Internet può rientrare nella categoria. Se le potenzialità tecniche appaiono notevoli, notizie decisamente meno rassicuranti vengono dal fronte della sicurezza.
La sicurezza IoT risente dell’arretratezza culturale, prima che tecnologica. Mentre i “cattivi” studiano tecniche d’attacco sempre più avanzate, tra i “buoni” manca persino la consapevolezza del problema
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