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Minare i bitcoin a mani nude

Bastano carta e penna per estrarre una criptovaluta, peccato che serva molto tempo e non tutto va sempre come dovrebbe…

I minatori di una volta potevano lavorare anche a mani nude. Certo, non si riusciva a scavare la montagna con le unghie, ma un buco si poteva sempre a farlo. La stessa cosa vale per i Bitcoin: è possibile minarli con carta e penna.
Nel farlo abbiamo scoperto che l’algoritmo SHA-256 utilizzato per il mining è piuttosto semplice: infatti si può fare tutto a mano. Ma non è stata una sorpresa anche scoprire che il processo è estremamente lento rispetto all’estrazione con il computer ed è del tutto privo di utilità pratica. Tuttavia eseguire manualmente l’algoritmo è un buon modo per capire come funziona il tutto.

Come funziona

Minare i Bitcoin è una parte fondamentale della sicurezza del sistema della criptovaluta. L’idea è che i minatori raggruppino in un unico blocco una serie di transazioni in Bitcoin e poi eseguano ripetutamente una operazione crittografica chiamata hashing (letteralmente “sminuzzare”) fino a che non riescano a individuare un particolare valore di hash molto raro. A questo punto il blocco è stato “estratto” e fa parte della catena della blockchain. L’hashing di per sé non serve a niente, ma poiché riuscire a trovarlo è così difficile, offre la garanzia che sia estremamente difficile replicarlo e quindi falsificare la transazione.

La funzione crittografica di hashing prende un blocco di valori numerici di input e li trasforma in un output imprevedibile. La funzione è fatta in modo che non esistano scorciatoie matematiche per arrivare all’output, bisogna continuare a fare hashing con la forza bruta sino a che non torna. Per i BitCoin viene usata la funzione SHA-256. Per essere più sicuri, viene applicata due volte (Double-SHA-256).

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