In estate era giunta la notizia del “ritrovamento” online, durante un progetto di mappatura web, di un database non crittografato da circa 72Gb contenente oltre 380 milioni di password. I ricercatori, dopo aver analizzato la situazione hanno contattato i servizi violati avvertendo le società potenzialmente coinvolte.
Secondo i ricercatori, circa 350.000 utenti Spotify avevano subito una violazione, tramite servizi esterni, delle loro credenziali d’accesso: indirizzo email e password.
Per evitare il fenomeno del Credential Stuffing (l’utilizzo delle informazioni d’accesso di un servizio per provare ad accedere ad un altro), Spotify ha effettuato un reset delle password.
fonte:a ndreagaleazzi.com
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