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Pokerstars : Attacco DDOS ma clienti al sicuro
Pokerstars piattaforma di gioco online ha diramato un comunicato su un attacco subito in queste ore. Il down coinvolgeva tutti client, specie quello internazionale. PokerStars.it ma anche la rete “dot frespt”, Francia, Spagna e Portogallo.
“Nelle ultime 24 ore, abbiamo riscontrato problemi tecnici causati da attacchi Distributed Denial of Service (DDoS) che hanno provocato interruzioni temporanee del sito. Possiamo confermare che tutti gli account dei nostri clienti sono al sicuro e che le loro informazioni personali sono state messe in sicurezza, senza alcun segno di violazione informatica. I nostri team stanno lavorando per contrastare il problema e prendersi cura dei clienti”.
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Cisco Consumer Privacy Survey 2024
La maggior parte dei consumatori è consapevole delle leggi sulla privacy e si sente più sicura sapendo che i propri dati sono protetti. I giovani, in particolare, mostrano una maggiore attenzione alla privacy rispetto alle generazioni più anziane. Molti tra i 25 e i 34 anni hanno cambiato azienda o fornitore a causa delle politiche o delle pratiche di condivisione dei dati, mentre questo comportamento è meno comune tra gli over 75
Cisco ha pubblicato Consumer Privacy Survey 2024, lo studio annuale sulle percezioni e sui comportamenti dei consumatori in relazione alla privacy dei dati. Una indagine accurata che quest’anno ha voluto mettere in luce quanto sia importante per i consumatori avere la consapevolezza dei diritti alla privacy per rafforzare la propria fiducia e sicurezza nei confronti delle tecnologie emergenti, prima fra tutte l’Intelligenza Artificiale (IA). Ecco alcuni punti chiave riportati nello studio. Il 69% dei consumatori afferma di essere a conoscenza delle leggi sulla privacy, mentre l’89% si sente più sicuro sapendo che i loro dati sono protetti in modo adeguato. I giovani però sembrano esser molto più attenti al problema rispetto alla generazione dei loro padri: per proteggere la propria privacy, il 49% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni ha cambiato azienda o fornitore a causa delle politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati, rispetto invece al 18% tra quelli con più di 75 anni.
Più fiducia dei consumatori nell’IA
Per la prima volta dal 2019, oltre la metà dei consumatori a livello globale è a conoscenza delle leggi sulla privacy del proprio Paese. In Italia, questa consapevolezza è ancora maggiore, con una significativa maggioranza che si sente più protetta riguardo ai propri dati.
“La nostra indagine sottolinea l’importanza della consapevolezza della privacy per costruire la fiducia dei consumatori nei confronti dei brand e delle tecnologie di IA,” ha dichiarato Harvey Jang, Cisco Vice President and Chief Privacy Officer. “Quasi il 60% dei consumatori consapevoli delle leggi sulla privacy si sente a proprio agio nell’utilizzare l’IA. Ampliare la consapevolezza e informare i consumatori sui loro diritti in materia di privacy li aiuterà a prendere decisioni informate e a sviluppare una maggiore fiducia nelle tecnologie emergenti.”
Uso consapevole dell’IA generativa
Il Consumer Privacy Survey 2024 ha rilevato che la maggioranza dei consumatori italiani vede nell’IA un potenziale miglioramento per la vita quotidiana. Tuttavia, nonostante il riconoscimento del valore della GenAI nella creazione di contenuti, permangono preoccupazioni riguardo alla sicurezza, al possibile abuso e ai rischi sociali associati.
“L’influenza crescente dell’IA nella nostra vita quotidiana richiama l’attenzione sulla necessità di un uso responsabile e sicuro di questa tecnologia,” ha dichiarato Dev Stahlkopf, Cisco’s Chief Legal Officer and Executive Vice President. “Il 78% dei consumatori intervistati ritiene che sia responsabilità delle aziende utilizzare l’IA in modo etico, evidenziando così l’importanza fondamentale della relazione tra IA responsabile e fiducia dei consumatori.” Focalizzandosi poi sulla privacy, gli utenti italiani intervistati ammette di inserire informazioni personali o riservate, tra cui dati finanziari (29%), sanitari (39%) e lavorativi (45%) negli strumenti di GenAI. Questo accade nonostante l’84% degli intervistati a livello globale esprima preoccupazioni sul fatto che tali dati possano diventare pubblici.
I giovani più attenti alla privacy
La privacy e la protezione dei dati sono diventate una priorità per i consumatori, con oltre il 75% che non acquisterebbe da aziende di cui non si fida. I giovani, in particolare, sono molto attivi nel proteggere la loro privacy: il 49% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni ha cambiato azienda per le politiche sui dati, rispetto al 18% degli over 75. Globalmente, i giovani sono i più consapevoli dei loro diritti sulla privacy e spesso esercitano il diritto di accesso e correzione dei propri dati. In Italia, l’uso di strumenti di sicurezza per proteggere i dati è elevato, con la maggioranza che aggiorna le impostazioni sulla privacy, utilizza l’autenticazione a più fattori e si affida a password manager..
“I dati sono una risorsa che tutti noi dobbiamo proteggere attivamente,” ha dichiarato Anthony Grieco, Cisco Senior Vice President and Chief Security and Trust Officer. “Dall’uso dell’autenticazione a più fattori alla garanzia che gli utenti sappiano in modo chiaro e semplice chi può accedere alle informazioni quando vengono condivise, siamo incoraggiati dalle azioni intraprese dai rispondenti per proteggere le proprie informazioni personali.”
Regole più coerenti in materia di protezione della privacy
Il 65% dei consumatori intervistati in Italia (e il 70% a livello globale) ritiene che le leggi sulla privacy abbiano un impatto positivo. Cresce il numero di consumatori favorevoli alla protezione della privacy: il 77% degli intervistati a livello globale (il 76% in Italia) supporta l’adozione di normative uniformi tra paesi e regioni per garantire standard minimi di protezione dei dati.
*illustrazione articolo progettata da Cisco
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La minaccia del “quishing”
I cybercriminali stanno sfruttando i QR code allegati nei PDF inviati tramite email per sottrarre credenziali aziendali dai dispositivi mobili
Sophos ha rivelato i risultati di una ricerca condotta da Sophos X-Ops sul quishing, una nuova minaccia che sfrutta l’invio di QR code fraudolenti via email per aggirare le misure anti-phishing aziendali. I QR code, inseriti in documenti PDF allegati a messaggi email, appaiono come informazioni relative a stipendi, benefit o altre comunicazioni ufficiali. Poiché i QR code non sono leggibili dai computer, i dipendenti devono scansionarli con i loro telefoni cellulari, che poi li reindirizzano a pagine di phishing. Questo espone i dipendenti a rischi, poiché i telefoni sono generalmente meno protetti dei computer. Gli attaccanti mirano a ottenere password e token di autenticazione multifattore (MFA) per accedere ai sistemi aziendali, superando le protezioni esistenti.
“Abbiamo trascorso parecchio tempo a setacciare tutti gli esemplari di spam in nostro possesso per trovare tracce di quishing”, ha commentato Andrew Brandt, principal researcher di Sophos X-Ops. “La nostra ricerca ha scoperto che gli attacchi che sfruttano questo particolare vettore sono in via di intensificazione in termini sia di volume che di sofisticazione, specialmente per quanto riguarda l’aspetto del documento PDF accompagnatorio”.
Gli attacchi di quishing, che utilizzano QR code fraudolenti, stanno diventando sempre più sofisticati e organizzati. Oltre alle tattiche di social engineering e alla qualità dei messaggi email e dei QR code, alcuni criminali informatici offrono ora strumenti “as-a-service” per facilitare campagne di phishing. Questi servizi includono funzionalità avanzate come l’aggiramento dei controlli CAPTCHA e la generazione di indirizzi IP intermedi per eludere il rilevamento automatico delle minacce. Le piattaforme di phishing messe a disposizione da queste organizzazioni criminali sono in grado di catturare credenziali e token di autenticazione multifattore (MFA) delle vittime.
Per aiutare le aziende a proteggere meglio i propri sistemi da questo tipo di attacco, Sophos X-Ops propone una serie di utili consigli:
- Fare attenzione ai messaggi email interni riguardanti comunicazioni HR, stipendi o benefit aziendali: la ricerca di Sophos X-Ops ha rilevato come le tattiche di social engineering sfruttino proprio questi argomenti per spingere i dipendenti a scannerizzare i QR code fraudolenti con i loro dispositivi mobili.
- Installare Sophos Intercept X for Mobile: disponibile per Android, iOS e Chrome OS, questa soluzione comprende uno scanner di QR code che aiuta a identificare i siti di phishing conosciuti avvisando quando l’URL è considerato pericoloso.
- Monitorare gli accessi sospetti: le aziende possono rilevare attività di accesso insolite utilizzando strumenti di identity management.
- Attivare l’accesso condizionale: questa funzione aiuta a implementare controlli sull’accesso basati sulla posizione dell’utente, sullo stato del dispositivo e sul grado di rischio.
- Attivare un monitoraggio efficace degli accessi per mezzo di log avanzati:questo tipo di monitoraggio avanzato permette di visualizzare meglio tutti gli accessi al sistema e rilevare questa tipologia di minaccia in tempo reale.
- Implementare filtri email avanzati: la soluzione Sophos per la protezione dal phishing effettuato tramite QR code rileva già i QR code fraudolenti inseriti direttamente nei messaggi di posta elettronica e si prevede che venga ampliata con il riconoscimento dei QR code inseriti negli allegati entro il primo trimestre del 2025.
- Utilizzare il recupero dei messaggi email on-demand: i clienti Sophos Central Email che usano Microsoft 365 dispongono di questa funzionalità per eliminare i messaggi di spam e phishing dalle email aziendali.
- Invitare i dipendenti alla cautela e a segnalare gli incidenti: la tempestiva segnalazione di anomalie ai team responsabili è essenziale per poter proteggere i sistemi aziendali dal phishing.
- Revocare le sessioni utente sospette: è essenziale disporre di un piano per poter revocare l’accesso agli utenti che mostrano segni di violazione.
*illustrazione articolo progettata da Sophos
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Maxi operazione contro lo streaming illegale
Smantellata una delle più grandi reti in Europa che distribuiva illegalmente film, serie TV e partite di calcio, lasciando oltre 22 milioni di abbonati senza accesso ai contenuti
Una vasta operazione contro lo streaming illegale, denominata “Taken Down“, ha smantellato una delle più grandi organizzazioni criminali transnazionali di pirateria audiovisiva in Europa. L’indagine è partita da una denuncia di Sky Italia e ha rivelato legami con la criminalità organizzata, che usava i proventi per finanziare altre attività illecite.
La rete pirata intercettava e rivendeva contenuti di piattaforme come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney+, violando i diritti televisivi.
I dati dell’operazione
La maxi operazione, coordinata dalla Procura di Catania e condotta dalla polizia postale con il supporto delle forze di polizia internazionali, ha coinvolto oltre 270 agenti e si è estesa anche ad alcuni Paesi europei, come Regno Unito, Romania, Svezia e Croazia. Sono state eseguite 89 perquisizioni in Italia e 14 all’estero, con 102 persone coinvolte. Nel nostro Paese i controlli effettuati da parte delle forse dell’ordine hanno toccato le seguenti città: Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Caserta, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata. In Croazia sono state emesse 11 ordinanze di custodia cautelare. Sono stati sequestrati criptovalute per oltre 1,65 milioni di euro e denaro contante per oltre 40 mila euro. Le indagini hanno individuato sedi estere in Romania e Hong Kong, dove sono stati disattivati nove server utilizzati per la diffusione del segnale piratato. L’organizzazione serviva oltre 22 milioni di utenti finali, offrendo illegalmente partite, film e serie TV, e generava profitti milionari.
Le tecniche usate dai pirati
L’inchiesta, durata oltre due anni, ha mostrato una struttura criminale complessa e ben organizzata. Gli indagati utilizzavano tecniche sofisticate per mantenere segreta l’attività, come messaggistica crittografata e documenti falsi. Grazie alla collaborazione internazionale, sono stati bloccati oltre 2.500 canali illegali e server, con un giro d’affari stimato in oltre 250 milioni di euro mensili, causando danni economici alle aziende del settore Pay TV per oltre 10 miliardi di euro l’anno.
I commenti di Sky e DAZN
Su questa maxi operazione, l’AD di Sky Italia ha rilasciato il seguente commento: “Voglio ringraziare la Procura e la Polizia Postale di Catania, Europol e l’Audiovisual Anti-Piracy Alliance per questa straordinaria operazione alla quale siamo orgogliosi di aver collaborato. I risultati raggiunti sono frutto di un grande lavoro sinergico che ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale che operava su scala internazionale. Azioni come questa, insieme al contributo sistematico che dà Piracy Shield oscurando in tempo reale i siti pirata, rendono più efficace la lotta a un fenomeno che danneggia l’industria audiovisiva distruggendo migliaia di posti di lavoro”.
Secondo DAZN “Gli oltre 22 milioni di utenti oscurati in Europa che hanno comprato pirateria ci danno in parte l’idea di quanto questo fenomeno sia esteso e dilagante in Italia ma non solo. Oltre ai rischi in cui si incorre, come il furto della propria identità e informazioni bancarie, quanto annunciato oggi dalla Procura di Catania e dalla Polizia delle Comunicazioni in conferenza stampa conferma che chi vende e compra pirateria lascia tracce in rete indelebili; i clienti saranno quindi sanzionati oltre a poter diventare oggetto di azioni da parte dei titolari dei diritti. Siamo contenti che il supporto che ci è stato richiesto e che abbiamo dato, abbia contributo al buon esito della collaborazione”.
Leggi anche: “I migliori siti e app streaming per lo sport”
*illustrazione articolo progettata da Freepik
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Black Friday: occhio alle truffe
Ecco alcuni consigli per proteggersi dalle minacce informatiche durante i periodi di maggiore attività negli acquisti online
Il Black Friday e il Cyber Monday offrono ottime opportunità di acquisto, ma sono anche tra i periodi più rischiosi per la sicurezza informatica, sia per gli utenti che per le aziende. Un rapporto di Sophos evidenzia che le e-mail fraudolente sono la seconda causa più comune di attacchi ransomware nei settori critici, rappresentando il 25% dei casi. Durante i giorni di punta dello shopping, questa minaccia aumenta, poiché molti dipendenti effettuano acquisti online utilizzando i PC aziendali, aumentando il rischio di accesso a siti fraudolenti e attacchi di phishing. Per proteggere i dati e i sistemi aziendali, è fondamentale che gli utenti comprendano l’importanza di un uso consapevole del Web e adottino semplici accorgimenti di sicurezza.
Le dieci regole per acquisti sicuri
- Utilizzare un ad blocker: gli annunci pubblicitari non solo tracciano ogni movimento dell’utente raccogliendo informazioni sulle sue abitudini, ma sono anche una delle principali fonti di link dannosi e contenuti ingannevoli su Internet. Utilizzando un ad blocker, la navigazione non solo è più sicura, ma è anche più veloce e consuma meno banda. Tra quelli disponibili, sono molto efficaci uBlock Origin eGhostery.
- Utilizzare la navigazione privata o la modalità in incognito– Per evitare che le proprie abitudini di acquisto e interessi vengano tracciati e memorizzati da un sito all’altro (e potenzialmente rivelino quali regali state acquistando ad altri che utilizzano il vostro dispositivo, quindi… attenzione!), sarebbe utile attivare la navigazione privata (Firefox) o la modalità in incognito (Chrome). In questo modo si bloccheranno i cookie di tracciamento, cancellando le proprie “trace digitali”.
- Rendere il proprio browser a prova di privacy– La Electronic Frontier Foundation (EFF) fornisce un’estensione del browser chiamata Privacy Badger, progettata per fare automaticamente tutte le scelte giuste durante la navigazione, mantenendo la nostra privacy e bloccando i tracker invisibili.
- Evitare di utilizzare un account per accedere a più servizi – Quando si accede a un sito di e-commerce si è spesso tentati di utilizzare il pulsante “Accedi con Facebook” o “Accedi con Google”. Anche se ci vuole qualche minuto in più per creare un nuovo login, si otterrà una maggiore privacy in quanto non si condividono tutti i siti in cui si fanno acquisti con questi giganti tecnologici.
- Usare il login ospite quando è disponibile– Oltre a consentire l’uso di un account da altri siti web, molti hanno l’opzione di usare un login ospite invece di creare un nuovo account. Si tratta di un’ottima opzione se non si prevede di avere bisogno di assistenza tecnica o di fare affari su base ricorrente. Meno password, meno dati personali, meno problemi se vengono violati.
- Non salvare i dati della carta di credito– Molti siti di e-commerce memorizzano di default i dati della carta di credito nel profilo utente per “comodità” (o per sperare che facciate di nuovo acquisti) ma più dati vengono forniti più dati possono essere persi o rubati quindi è più prudente non memorizzare la propria carta di credito a meno che non sia assolutamente necessario.
- Utilizzare numeri di carta temporanei – Molte banche offrono oggi numeri di carta di credito temporanei o monouso. È possibile aprire l’applicazione sul telefono o sul browser e ottenere un numero di carta di credito monouso che impedisce le frodi e la tracciabilità quando i commercianti condividono i processori delle carte. A volte è anche possibile specificare un limite di carta per ogni numero temporaneo per proteggere ulteriormente il proprio conto.
- Usare carte di credito e non di debito – Le carte di credito offrono una protezione molto più elevata contro le frodi online e in caso di controversia siete in una posizione di forza. Potete semplicemente non pagare il conto e contestare l’addebito, piuttosto che lasciare che i criminali prosciughino direttamente il vostro conto corrente dai soldi guadagnati con fatica.
- Attenzione ai messaggi diretti via social media/applicazioni di chat – Con la moderna tecnologia di intelligenza artificiale generativa è quasi banale creare un intero negozio online falso e attirare le persone e portarle a condividere le loro informazioni personali e i dati di pagamento. È più sicuro fare acquisti su siti noti e affidabili.
- Non cliccare su offerte che sembrano “troppo belle per essere vere”: potrebbero essere e-mail di phishing che sperano di indurre l’utente a cliccare su link a siti web fasulli e dannosi.
*illustrazione articolo progettata da Freepik
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Stop alla violenza online
Kaspersky presenta la Digital Security Guide, una guida pensata per sensibilizzare sulla crescente minaccia dello stalking digitale e aiutare a prevenire i casi di violenza
In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, Kaspersky ribadisce il proprio impegno contro la violenza digitale presentando la Digital Security Guide. Questa guida è pensata per sensibilizzare il pubblico sul crescente fenomeno dello stalking digitale e per prevenire casi di violenza. Nel mondo digitale attuale, social media e app di incontri offrono connessioni ma anche significativi rischi. Lo stalking, una forma di violenza psicologica, sfrutta le vulnerabilità emotive delle persone e può diventare pericoloso quando si passa dal digitale al reale. Lo stalking digitale si manifesta attraverso l’uso di stalkerware, software che permettono di monitorare segretamente le comunicazioni e i movimenti delle vittime, spesso mascherati da app di sicurezza o parental control, consentendo agli aggressori di controllare ogni dettaglio della vita della vittima senza che questa ne sia consapevole.
Fenomeno in aumento
Nel 2023, lo State of Stalkerware Report di Kaspersky ha rilevato oltre 31.000 utenti unici globali vittime di stalkerware, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. In Italia, la situazione è preoccupante: il 27% degli italiani ha ammesso di essere stato monitorato o di sospettare di esserlo, mentre il 14% ha vissuto episodi di stalking online da parte di un partner o ex partner. Inoltre, l’8% ha ammesso di aver installato software di controllo sul telefono del partner.
Per contrastare questa minaccia, Kaspersky ha sviluppato una Digital Security Guide, in cui Anna Larkina, Privacy Expert di Kaspersky, offre strategie per proteggere le informazioni personali, migliorare le impostazioni della privacy e ridurre i rischi che possono rendere le persone vulnerabili alla minaccia dello stalking online.
I consigli degli esperti
Tra le principali strategie, Kaspersky suggerisce di:
- Bloccare e segnalare utenti sospetti: proteggere la propria sicurezza eliminando i contatti con account pericolosi.
- Evitare la condivisione di informazioni personali sensibili come indirizzi, numeri di telefono o dettagli che possono rivelare la propria posizione.
- Abilitare l’autenticazione a due fattori (2FA) per aggiungere una barriera di sicurezza agli account online.
- Utilizzare software anti-stalking: soluzioni come quelle di Kaspersky rilevano stalkerware e dispositivi di tracciamento.
- Rivedere regolarmente la privacy sui social media: assicurarsi che solo persone fidate possano accedere ai contenuti personali.
Questi consigli fanno parte dell’iniziativa di Kaspersky Anti-Stalking Awareness Guide, che combina competenze tecniche, testimonianze di vittime e consigli di esperti internazionali per aiutare le persone colpite da stalking, i loro cari e la community a contrastare lo stalking in tutte le sue forme. Attraverso questa iniziativa Kaspersky intende fornire informazioni complete sul problema dello stalking, sfatando i miti comuni e scoprendo le tattiche tipicamente utilizzate dagli stalker.
Leggi anche: “Hacker bloccano Stalker 2“
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Ricevitori satellitari vulnerabili
Scoperti 4.000 ricevitori GNSS vulnerabili ad attacchi via Internet, mettendo a rischio aziende e utenti
Kaspersky GReAT ha analizzato i sistemi di navigazione satellitare globale (GNSS) e ha scoperto che circa 4.000 ricevitori GNSS sono vulnerabili ad attacchi via Internet, mettendo a rischio aziende e utenti. Per raccogliere le informazioni su queste vulnerabilità non sono state utilizzate le soluzioni Kaspersky, ma motori di ricerca di terze parti progettati per mappare e raccogliere informazioni su dispositivi e sistemi connessi a Internet. Per mitigare questo pericolo, è necessario rendere i ricevitori GNSS inaccessibili dalle reti esterne e adottare robusti meccanismi di autenticazione. I GNSS includono sistemi come GPS, GLONASS, Galileo, BDS, NavIC e QZSS, utilizzati in vari settori come agricoltura, finanza, trasporti e comunicazioni. Gli attacchi a questi sistemi possono causare gravi danni operativi e finanziari, compromettere la fiducia dei clienti e, nel caso di infrastrutture critiche, portare a conseguenze legali. Una ricerca del 2023 ha rilevato che quasi 10.000 ricevitori di 5 fornitori erano esposti online. Nel 2024, Kaspersky ha trovato quasi 4.000 ricevitori accessibili via Internet in diverse regioni globali.
LE SOLUZIONI
Per proteggere i sistemi GNSS dai cyberattacchi, Kaspersky consiglia di:
Effettuare un audit di cybersecurity di reti e asset per identificare eventuali falle e sistemi vulnerabili, intervenendo su eventuali punti deboli individuati nel perimetro o all’interno della rete;
Mantenere i ricevitori GNSS offline, quando possibile;
Se è necessario l’accesso a Internet da parte dei ricevitori, proteggerli con meccanismi di autenticazione robusti;
Adottare strumenti specializzati per fronteggiare le minacce, come la matrice SPARTA (Space Attack Research and Tactic Analysis), che fornisce indicazioni su contromisure e strategie di difesa contro le minacce legate allo spazio;
Utilizzare soluzioni centralizzate e automatizzate, come Kaspersky Next XDR Expert, per garantire una protezione completa di tutti gli asset;
Fornire al team SOC (Security Operations Center) l’accesso alle informazioni più aggiornate sulle minacce. Kaspersky Threat Intelligence rappresenta un unico punto di accesso alla TI aziendale, che fornisce dati e analisi su attacchi informatici raccolti da Kaspersky in oltre 20 anni di attività.
Leggi anche: “Il ransomware invisibile”
*illustrazione articolo progettata da SECURELIST
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Il ransomware invisibile
Scoperto da Kaspersky, la nuova minaccia utilizza metodi avanzati di occultamento e crittografia eludendo il rilevamento
Il Global Emergency Response Team di Kaspersky ha identificato una nuova variante di ransomware chiamata Ymir, utilizzata per rubare le credenziali dei dipendenti. Ymir impiega metodi avanzati di occultamento e crittografia, seleziona i file in modo mirato ed elude il rilevamento. Si distingue per tecniche non convenzionali di modifica della memoria che lo rendono invisibile e flessibile, permettendo agli aggressori di specificare quali directory e file crittografare o ignorare.
Nell’attacco scoperto in Colombia, gli aggressori hanno utilizzato RustyStealer per rubare le credenziali aziendali dei dipendenti, che poi hanno sfruttato per ottenere l’accesso ai sistemi aziendali e distribuire il ransomware. Questo attacco esemplifica il brokeraggio dell’accesso iniziale, in cui gli aggressori mantengono il controllo del sistema abbastanza a lungo da installare il ransomware, invece di vendere l’accesso ad altri cybercriminali sul dark web. Questo potrebbe rappresentare un nuovo trend, con i broker che eseguono direttamente gli attacchi ransomware, bypassando i tradizionali gruppi Ransomware-as-a-Service (RaaS).
Il ransomware impiega ChaCha20, un moderno stream cipher noto per la sua velocità e sicurezza, addirittura superiore all’Advanced Encryption Standard (AES). Per cercare di trovare un nome alla nuova minaccia, gli esperti di Kaspersky hanno pensato alla luna di Saturno chiamata Ymir: si tratta, infatti, di una luna “irregolare” che viaggia nella direzione opposta rispetto alla rotazione del pianeta, una caratteristica che assomiglia alla combinazione non convenzionale di funzioni di gestione della memoria utilizzate dal nuovo ransomware. L’analisi dettagliata è disponibile su Securelist.
Leggi anche: “Gamer sotto attacco hacker”
*illustrazione articolo progettata da Securelist
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