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Attenzione ai QR code

Check Point Research ha identificato numerosi casi di phishing e malware correlati al periodo fiscale, con cui i malintenzionati cercano di indurre gli utenti finali a fornire informazioni sensibili o denaro

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La stagione delle tasse è imminente, durante la quale notifiche di rimborso o richieste di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate o altre istituzioni potrebbero apparire nelle caselle di posta degli utenti. Questo periodo rappresenta un’opportunità cruciale per gli hacker, che diffondono file malevoli travestiti da documenti ufficiali. Il fenomeno è così diffuso che l’Internal Revenue Service (IRS), l’equivalente statunitense dell’Agenzia delle Entrate, pubblica annualmente l’elenco “Dirty Dozen” (la “maledetta dozzina”), che identifica le truffe fiscali più comuni.
Ricordiamo che lo scorso anno Check Point ha scoperto come ChatGPT possa creare e-mail di phishing legate alle tasse.
Anche quest’anno non fa eccezione. In Italia, è stata riportata una truffa dalla Polizia Postale che coinvolge la diffusione di falsi messaggi SMS (smishing) attribuiti all’INPS da parte di criminali informatici. Questi messaggi richiedono agli utenti di aggiornare i propri dati, al fine di ottenere informazioni sensibili degli utenti che cadono nella truffa cliccando sul link fornito e inviando copie del proprio documento d’identità, della tessera sanitaria e selfie con il documento per ottenere, ad esempio, un rimborso.
Nel Regno Unito, l’HM Revenue and Customs (HMRC) ha segnalato oltre 130.000 casi di frode fiscale nell’anno fino a settembre 2023, di cui 58.000 riguardavano false offerte di sconti fiscali. Il dipartimento governativo ha persino emesso un avviso in previsione della scadenza di gennaio per i 12 milioni di contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi, avvertendo che sempre più spesso i truffatori si fanno passare per l’HMRC, perpetrando frodi che vanno dalla promessa di sconti fino alla minaccia di arresto per evasione fiscale, chiedendo persino aggiornamenti dei dati fiscali.


Come avviene l’attacco tramite QR Code

In questo attacco, gli attori della minaccia si spacciano per l’Agenzia delle Entrate. In allegato a un’e-mail c’è un PDF dannoso (vedi foto sotto), con un oggetto del tipo {NOME} dichiarazione annuale delle imposte3x{nome azienda}.pdf
Il file PDF sembra impersonare una corrispondenza ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, che informa la vittima che ci sono dei documenti in attesa.

Nella parte inferiore del documento è presente un QR Code che indirizza a diversi siti web dannosi.
Questi siti sono tutti siti di verifica, alcuni con lo schema 1w7g1[.]unisa0[.]com/6d19/{USEREMAIL} che ora portano a siti malevoli inattivi.

In questi attacchi, la richiesta iniziale può sembrare simile, ma la catena di reindirizzamento si presenta in modo molto diverso. Il link osserva il dispositivo con cui l’utente interagisce e si adatta di conseguenza: se l’utente utilizza un Mac, ad esempio, apparirà un link; se utilizza un telefono Android, apparirà un altro. Nonostante le diverse strade, l’obiettivo finale rimane lo stesso: installare il malware sull’endpoint dell’utente finale, sottraendo anche le credenziali.

La truffa fiscale “Rimborso in arrivo”

In Australia si è assistito a una truffa di phishing presumibilmente inviata dall'”ATO Taxation Office”. In realtà, è partita da un indirizzo iCloud. In questa e-mail, l’oggetto è “Rimborso per te – registra i tuoi dati bancari oggi stesso”. L’e-mail guida l’utente al seguente link, hxxp://gnvatmyssll[.]online, dove viene chiesto all’utente di inserire le proprie credenziali.

Campagne simili sono state rilevate anche in altri Paesi. Questo esempio proviene da un sito web di phishing che si spaccia per il governo del Regno Unito, utilizzando il dominio dannoso ukrefund[.]tax:

 

Sono anche state osservate campagne simili che utilizzavano una serie di domini, tra cui:

compliance-hmrc[.]co[.]uk

hmrc-cryptoaudit[.]com

hmrc-financial[.]team

hmrc-debito[.]uk

hmrcguv[.]sito

 

Rimborsi in vendita

Sul Dark Web, i ricercatori di Check Point hanno scoperto un mercato fiorente di documenti fiscali sensibili. Sono stati scoperti hacker vendere moduli W2 e 1040 reali, provenienti da persone reali ignare di quanto sta avvenendo. Questi documenti vengono venduti fino a 75 dollari l’uno.

La recente tattica adottata dagli hacker è ancora più allarmante: essi acquistano e distribuiscono accesso a servizi fiscali popolari con privilegi da amministratore remoto. Un esempio di ciò è una società di servizi fiscali con 8.000 clienti, contenente informazioni complete sui rimborsi e i numeri di routing bancario dei suddetti clienti. Questo “pacchetto” viene venduto al prezzo di 15.000 dollari. Con una spesa relativamente modesta, gli hacker sono in grado di richiedere rimborsi a nome di individui comuni, trarne profitto e mettere a rischio la sicurezza finanziaria dei clienti coinvolti.

 

Come proteggersi 

È di fondamentale importanza tenere presente che la maggior parte delle agenzie fiscali comunica esclusivamente tramite posta ordinaria e non tramite email o telefono. Tuttavia, con la crescente diffusione di campagne di phishing e malware generate dall’intelligenza artificiale, riconoscere le comunicazioni legittime da quelle fraudolente può diventare una sfida quasi insormontabile. Nonostante ciò, ci sono ancora metodi che consentono di individuare le email di phishing.

Bisogna fare attenzione a:

  • Allegati insoliti. Meglio diffidare delle e-mail con allegati sospetti, come file ZIP o documenti che richiedono l’attivazione di macro.
  • Grammatica o tono non corretti. Sebbene l’intelligenza artificiale abbia migliorato la qualità delle e-mail di phishing, le incongruenze nel linguaggio o nel tono possono ancora essere segnali di allarme.
  • Richieste sospette. Tutte le e-mail che richiedono informazioni sensibili o che fanno richieste insolite devono essere trattate con scetticismo.

Per rimanere al sicuro occorre:

  • Non rispondere, non cliccare sui link e non aprire gli allegati. L’interazione con un’e-mail sospetta non fa che aumentarne il rischio.
  • Segnalare e cancellare. Segnalare le e-mail sospette prima di cancellarle può aiutare a proteggere gli altri dal rischio di cadere vittime di truffe simili.

 

Leggi anche: “La truffa parte da un canale QR Code


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Cybersecurity

Olimpiadi 2024: Wi-Fi pubblico poco sicuro

In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici estivi, gli esperti di Kaspersky hanno analizzato circa 25.000 Wi-Fi pubblici a Parigi ed è emerso che quasi il 25% di queste reti ha una crittografia debole o assente

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In vista delle Olimpiadi di Parigi, Kaspersky ha analizzato la sicurezza delle reti Wi-Fi aperte a cui i visitatori potrebbero collegarsi. Su 47.891 segnali analizzati in luoghi frequentati e sedi olimpiche (le aree di analisi comprendono: Arco di Trionfo, Avenue des Champs-Élysées, Museo del Louvre, Torre Eiffel, Cattedrale di Notre Dame, Senna, Trocadéro, Stadio di Francia), sono stati identificati 24.766 punti di accesso Wi-Fi unici. Un quarto di queste reti presenta gravi carenze di sicurezza, come crittografia debole o inesistente, rendendole vulnerabili agli attacchi. Inoltre, quasi il 20% delle reti usa WPS, un algoritmo obsoleto e facilmente compromettibile. Solo il 6% delle reti adotta il protocollo di sicurezza WPA3.
I criminali informatici potrebbero sfruttare queste reti per rubare dati sensibili degli utenti. Kaspersky consiglia di utilizzare una VPN, come Kaspersky VPN Secure Connection per criptare la connessione e proteggere i dati personali e finanziari su reti Wi-Fi pubbliche.

Per avere maggiori informazioni sulla sicurezza della rete Wi-Fi di Parigi, consigliamo di visitare il sito Kaspersky Daily

Quando si utilizza il Wi-Fi pubblico, gli esperti consigliano sempre di seguire alcune regole comportamentali:

  • Evitare le transazioni sensibili: non accedere a conti bancari o ad altri servizi sensibili quando si utilizza il Wi-Fi pubblico.
  • Verificare la rete: assicurarsi che sia legittima verificando con la struttura che la mette a disposizione.
  • Attivare i firewall: controllare che il firewall del dispositivo sia attivo per bloccare gli accessi non autorizzati.
  • Utilizzare password forti: impostare sempre password efficaci e uniche e attivare l’autenticazione a due fattori per una maggiore protezione.
  • Aggiornare i software: eseguire regolarmente l’aggiornamento del sistema operativo, delle applicazioni e del software antivirus per proteggersi dalle minacce più recenti.
  • Disattivare la condivisione dei file: per evitare accessi non autorizzati, disabilitare la condivisione di file e AirDrop sul dispositivo.

 

leggi anche: “Fan dei gliochi olimpici truffati

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

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Guasto informatico a Microsoft

Dopo una giornata di disagi globali, l’azienda di sicurezza informatica CrowdStrike ha risolto il bug causato da un suo aggiornamento

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L’Italia è stata colpita da una grave crisi informatica causata da un crash dei sistemi Windows, dovuto a un software di cybersecurity della Crowdstrike, azienda che produce la suite di sicurezza Falcon.
Il problema è stato causato da un file difettoso nella comunicazione tra l’agente Falcon e la piattaforma cloud, portando al blocco totale dei sistemi Windows, il cosiddetto Blue Screen of Death.

Ecco la soluzione temporanea suggerita da Crowdstrike: avviare Windows in modalità provvisoria, accedere alla cartella C:\Windows\System32\drivers\CrowdStrike ed eliminare il file difettoso C-00000291*.sys

Questo incidente ha avuto un impatto significativo su aziende europee e americane, con un calo del 20% nel valore delle azioni di Crowdstrike. Microsoft, sebbene inizialmente accusata, è risultata essere vittima del problema, che ha colpito duramente anche la sua infrastruttura cloud Azure. Il CEO di Crowdstrike ha rassicurato che i sistemi Mac e Linux non sono stati coinvolti. La risoluzione del problema sta procedendo rapidamente, ma il ripristino completo richiederà tempo dato il gran numero di server colpiti.

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Fan dei Giochi Olimpici truffati

In vista delle prossime Olimpiadi Estive, che inizieranno il 26 luglio, si sono registrate una impennata delle attività di scamming legate all’evento, con truffatori che mirano a denaro e dati degli utenti. Kaspersky ha analizzato i siti Web di phishing legati alle Olimpiadi identificando i principali schemi attualmente in uso

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Gli esperti di Kaspersky hanno rilevato un aumento delle attività di scamming legate alle Olimpiadi di Parigi 2024. Dopo l’allarme del Comitato Olimpico sulle offerte di biglietti falsi e la truffa subita dalla famiglia di un nuotatore britannico, sono emersi numerosi siti Web di phishing. Questi siti offrono biglietti per eventi olimpici a prezzi vantaggiosi o per gare sold-out, ingannando gli utenti a fornire dati personali e denaro. Spesso le vittime non ricevono nulla o biglietti falsi, e i loro dati vengono venduti nel Dark Web. Inoltre, sono stati scoperti falsi premi aziendali che inducono i dipendenti a fornire credenziali di login, e store online fraudolenti che vendono articoli di merchandising senza mai consegnarli. Un’altra truffa comune è quella dei pacchetti dati gratuiti per telefoni mobili, che richiedono informazioni personali e dettagli di pagamento, utilizzati poi per scopi malevoli.

Un esempio di pagina di phishing che offre biglietti per le Olimpiadi  

 

“Durante eventi importanti come le Olimpiadi, la quantità di offerte può essere enorme e molto rischiosa”, ha affermato Anton Yatsenko, Cybersecurity Expert di Kaspersky. “I truffatori sfruttano l’entusiasmo delle persone, per cui è fondamentale considerare ogni offerta con una sana dose di scetticismo. Bisogna ricordare che se una cosa sembra troppo bella per essere vera, probabilmente lo è. Prendetevi il tempo necessario per verificare l’autenticità delle offerte e proteggere i vostri dati personali. La vostra attenzione può fare la differenza tra godersi l’evento ed essere vittima di una truffa”.

Un esempio di pagina di phishing che propone biglietti per le Olimpiadi

 

Per evitare le truffe durante le Olimpiadi, gli esperti di Kaspersky hanno condiviso alcuni consigli:

  • Verificare l’autenticità: acquistare biglietti, prodotti o servizi solo da fonti autorizzate e affidabili. Controllare il sito web ufficiale dell’evento per individuare i venditori abilitati.
  • Essere scettici sulle offerte: se un’offerta sembra troppo bella per essere vera, è probabile che lo sia. Bisogna essere cauti nei confronti di sconti elevati e offerte esclusive, soprattutto se provengono da fonti sconosciute.
  • Proteggere i propri dati: evitare di condividere informazioni personali e finanziarie su siti web sconosciuti. Assicurarsi che il sito sia sicuro verificando che sia presente “https” nell’URL e il simbolo del lucchetto nella barra del browser.
  • Utilizzare software di sicurezza: aggiornare il software antivirus e di sicurezza per evitare malware e attacchi di phishing.
  • Essere aggiornati: rimanere informati sulle tattiche di truffa più comuni e su come riconoscerle. Seguire gli ultimi aggiornamenti forniti da esperti di cybersecurity e da fonti ufficiali.

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

 


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Vulnerabilità critica in OpenSSH

Scoperta dai ricercatori Akamai, questa falla potrebbe consentire l’esecuzione di codice remoto non autenticato.

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I ricercatori di Akamai hanno esaminato la vulnerabilità critica in OpenSSH (CVE-2024-6387), nota come regreSSHion, scoperta dal Qualys Threat Research Unit. Questa vulnerabilità potrebbe consentire l’esecuzione di codice remoto non autenticato ed è derivata da una regressione della vecchia vulnerabilità CVE-2006-5051. La vulnerabilità è stata resa pubblica il 1° luglio 2024.

La causa è una race condition legata alla gestione non sicura dei segnali durante un timeout nell’autenticazione dell’utente, che può portare all’esecuzione di codice arbitrario. Le versioni di OpenSSH colpite sono quelle precedenti alla 4.4/4.4p1 (se non patchate), introdotte di nuovo in OpenSSH 8.5/8.5p1, e risolte nella versione 9.8/9.8p1.

L’impatto è significativo, colpendo molte distribuzioni Linux, ma diversi fattori riducono il rischio immediato, tra cui limitazioni della PoC, complessità dello sfruttamento su architetture amd64 e necessità di connessioni multiple per un attacco riuscito. Per mitigare la vulnerabilità, è consigliato aggiornare OpenSSH a una versione non vulnerabile, utilizzare query Osquery per rilevare asset vulnerabili, e segmentare le interfacce SSH esposte a internet. Se le patch tardano, aumentare la sensibilità degli allarmi sui workload vulnerabili e monitorare i tentativi di brute-force.

Il blog di Akamai fornisce una panoramica della vulnerabilità, con dettagli tecnici, versioni affette, impatto e strategie di mitigazione, oltre a una query Osquery per rilevare le versioni vulnerabili. Akamai continuerà a monitorare queste e altre minacce e fornirà ulteriori informazioni non appena si presenteranno. Aggiornamenti in tempo reale su ulteriori ricerche sono disponibili sul canale Twitter di Akamai.

 

 

 


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Tiny Core: la distro delle tre sorelle

Tre versioni per un sistema operativo che fa delle dimensioni ridottissime, della velocità e della personalizzabilità i suoi punti di forza

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TinyCore Linux è una distribuzione estremamente leggera e minimalista. È progettata per essere il più efficiente possibile in termini di utilizzo di risorse, richiedendo molto poco spazio su disco e memoria, il che la rende particolarmente adatta per l’uso su hardware con specifiche limitate o per utenti che desiderano un sistema molto veloce e reattivo. Le dimensioni dell’immagine ISO di TinyCore sono incredibilmente piccole rispetto alla maggior parte delle distribuzioni Linux, anche leggere: sono infatti nell’ordine dei MB anziché dei GB.

Durante l’installazione potete scegliere i componenti aggiuntivi da integrare nella distribuzione

 

Tre distribuzioni e tante estensioni

TinyCore fa parte del progetto Core che offre tre diverse distribuzioni. Core ha l’installazione più piccola (17 MB) e include solo l’interfaccia a riga di comando e il minimo indispensabile per avviare il sistema. TinyCore (23 MB) ha integrato invece un ambiente desktop grafico minimale basato su FLTK/FLWM, oltre a una serie di applicazioni di base. C’è poi CorePlus (248 MB), pensata per facilitare l’installazione su vari hardware, che include driver aggiuntivi e strumenti di configurazione, nonché un’opzione per scegliere tra diversi ambienti desktop leggeri. Oltre al sistema di base ci sono poi le estensioni che vi permettono di ampliare la vostra versione. In aggiunta alle versioni x86 di cui parliamo qui, ci sono anche port per dispositivi ARM, inclusa la Raspberry Pi.

 

Le novità di Tiny Core Linux 15

La versione 15 apporta aggiornamenti significativi pur mantenendo la sua essenza minimalista. Aggiorna il nucleo al kernel 6.6.8, migliorando la compatibilità con l’hardware recente. Incorpora inoltre glibc 2.38, permettendo agli sviluppatori di lavorare con le più recenti librerie C. La distribuzione è anche passata alla versione 13.2 di GCC (GNU Compiler Collection), una suite di compilatori Open Source che supporta vari linguaggi di programmazione, tra cui C, C++, Objective-C, Fortran, Ada, e Go. Questa release ha anche risolto diversi bug e introdotto miglioramenti alle applicazioni principali e alle utilità di sistema.

Tiny Core è un esempio perfetto di ciò che il progetto Core può produrre: un desktop FLTK/FLWM da 23 MB basato su un nucleo e una serie di estensioni costruite dalla comunità

 

 

 

Leggi anche: “La distro leggere basata su slackware


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Attacchi Trojan in aumento

In forte crescita le violazioni informatiche alle PMI a causa della ricomparsa di attacchi basati su Microsoft Excel

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In occasione della Giornata Internazionale delle PMI che si è svolta lo scorso 27 giugno, un report di Kaspersky ha rivelato un aumento del 5% nelle infezioni informatiche nel settore delle PMI nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, 2.402 utenti hanno incontrato malware e software indesiderati che imitano prodotti software, con 4.110 file unici distribuiti sotto forma di software per PMI, segnando un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Il report sottolinea che le PMI sono sempre più spesso bersagliate dai criminali informatici, con i Trojan come forma di attacco più diffusa. I Trojan sono particolarmente pericolosi poiché imitano software legittimi e riescono a eludere le misure di sicurezza tradizionali. Da gennaio ad aprile 2024, Kaspersky ha registrato 100.465 attacchi Trojan, un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Microsoft Excel è diventato il principale canale di attacco, seguito da Microsoft Word, mentre Microsoft PowerPoint e Salesforce sono state le terze applicazioni più colpite.


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Difendersi dai bot di web scraping

I bot costituiscono il 42% del traffico web complessivo e quasi i due terzi sono dannosi, in particolare per l’e-commerce

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Akamai Technologies ha pubblicato un nuovo State of Internet Report (SOTI) che analizza le minacce derivanti dalla proliferazione dei bot di web scraping. Il report, intitolato “Gestire i profitti: l’impatto dei Web Scrapers sull’ecommerce”, rivela che il 42% del traffico web è generato da bot, e il 65% di questi è dannoso. Il settore e-commerce è il più colpito da questi bot, utilizzati per attività come spionaggio della concorrenza, creazione di siti falsi e attacchi che danneggiano il fatturato e l’esperienza dei clienti.

Nonostante l’assenza di leggi che vietino l’uso dei bot scraper e la difficoltà di rilevarli, le aziende possono adottare strategie di mitigazione. Patrick Sullivan di Akamai sottolinea che i bot rappresentano una sfida significativa, in grado di sottrarre dati e replicare siti web. Il report evidenzia l’uso di botnet basate su AI per il furto di dati, la creazione di campagne di phishing sofisticate e la facilità di creare nuovi account fraudolenti, che costituiscono fino al 50% delle perdite per frode.

I bot scraper peggiorano le performance dei siti web, manipolano le metriche, e aumentano i costi di elaborazione. Il report offre strategie di difesa e un caso di studio su come migliorare l’efficacia dei siti web attraverso la mitigazione dei bot scraper. Questo report celebra il 10° anniversario della serie SOTI di Akamai, fornendo approfondimenti sulla cybersicurezza e le prestazioni web basati sui dati dell’Akamai Connected Cloud.

 

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

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