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Una soluzione per organizzare gli appunti
CherryTree è un’applicazione per prendere appunti con una struttura gerarchica, il che non solo aiuta a prendere note in modo leggibile, chiaro e semplice, ma le organizza anche in modo immediato.
Il metodo gerarchico per prendere appunti prevede la suddivisione delle idee in sottogruppi. Funziona bene quando bisogna organizzare le note di riunioni lunghe o raggruppare appunti separati in base al loro contenuto o all’ordine del giorno. CherryTree considera ogni elemento come un nodo e ognuno di essi può avere nodi figli, consentendo di organizzare facilmente le informazioni. I nodi figli possono avere a loro volta i propri figli con proprietà indipendenti.
Le funzioni di CherryTree
CherryTree è ricco di funzioni. Le note possono essere di testo semplice o formattato, con colori di primo piano e di sfondo, o utilizzare l’evidenziazione automatica della sintassi per una serie di linguaggi di programmazione e di markup comuni. Questo piccolo programma offre anche il controllo ortografico, con l’aiuto di gspell, e può incorporare e modificare (ridimensionare, ruotare) immagini insieme al testo. Si possono creare liste a più livelli, come elenchi puntati, numerati e di cose da fare, e passare da una all’altra con facilità. Inoltre CherryTree è in grado di gestire semplici tabelle, che possono essere importate o esportate come file .csv. L’applicazione è in grado di generare un indice utilizzando la gerarchia delle note e consente anche di proteggerle con una password. Un punto di forza del programma è che può essere utilizzato per condividere le informazioni con altri membri del team. CherryTree è in grado di rilevare quando il file è stato modificato sul disco e di ricaricare il contenuto ma non è progettato per l’uso simultaneo e non è consigliabile utilizzare lo strumento per la collaborazione dal vivo. CherryTree è disponibile come Flatpak e offre anche binari precompilati per Ubuntu tramite un PPA e per Fedora via COPR. Ecco il link per il download.
Prendiamo appunti con CherryTree
1 Barra dei menu
Anche se è un programma per prendere appunti, CherryTree ha un menu analogo a quello di un vero e proprio editor di testo.
2 Vista ad albero
Qui CherryTree visualizza la struttura gerarchica dei nodi di un documento. Da questa vista è possibile anche aggiungere nodi.
3 Editor delle note
In quest’area digitate il contenuto effettivo della vostra nota.
4 Testo formattato
La nota può essere in testo semplice ma anche contenere collegamenti ipertestuali, immagini, elenchi puntati, colori di primo piano e di sfondo e altro ancora.
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I migliori Open Source: Haruna
Un lettore multimediale con interfaccia intuitiva, supporto per vari formati, playlist, sottotitoli e streaming
Haruna è un lettore multimediale basato su libmpv e progettato per offrire un’esperienza di visione personalizzabile e potente. Grazie alla sua interfaccia moderna e intuitiva, facilita la gestione dei contenuti multimediali, supportando una vasta gamma di formati video e audio. Permette anche di personalizzare scorciatoie da tastiera e comandi, consentendo di adattare il lettore alle proprie preferenze. Haruna include funzionalità come il supporto per le playlist, la visualizzazione dei sottotitoli e l’integrazione con servizi di streaming online, permettendo di riprodurre contenuti direttamente da YouTube e altre piattaforme. La gestione dei sottotitoli è ottimizzata con opzioni per scaricarli automaticamente, sincronizzarli con il video e personalizzarne l’aspetto.
L’interfaccia utente è altamente configurabile, con opzioni per modificarne l’estetica, i controlli e le impostazioni di riproduzione. Haruna supporta il picture-in- picture, consentendo di guardare i video in una finestra ridotta mentre si svolgono altre attività. La possibilità di annotare i video e di creare segnalibri aiuta a gestire meglio i contenuti e a ritrovare facilmente i momenti importanti. Inoltre, il programma offre il supporto per l’accelerazione hardware, migliorando la riproduzione di video ad alta definizione e riducendo l’uso della CPU. Il lettore è infine integrato con il sistema KDE Plasma, garantendo una simbiosi perfetta con l’ambiente desktop e migliorando l’esperienza complessiva dell’utente.
Per scaricare il software clicca qui.
Leggi anche: “Compleanno storico per l’Open Source“
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Addio alla privacy negli USA?
Nonostante i tentativi dei repubblicani di bloccare una versione precedente del disegno di legge, la Camera dei Rappresentanti ha rinnovato con successo una dura legge di sorveglianza
La Camera americana ha approvato il finanziamento della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) del 1978 con un voto di 273 a 147. Un gruppo di 19 legislatori conservatori aveva inizialmente impedito un voto procedurale mercoledì 10 aprile. Tuttavia, il presidente della Camera, Mike Johnson (R-LA), è riuscito a convincerli a ritirare il loro veto. La mattina del 12 hanno accettato di permettere il voto a condizione che Johnson riducesse il finanziamento della Sezione 702 da cinque a due anni e tenesse un voto separato su un emendamento che avrebbe richiesto all’FBI e ad altre agenzie di intelligence di ottenere mandati prima di utilizzare il programma contro gli americani. Cosa succede ora? Beh, in pratica, la Sezione 702 del FISA consente al governo di intercettare, senza bisogno di un mandato, le comunicazioni di stranieri individuati all’estero, anche quando questi comunicano con cittadini americani.
IN PASSATO
Circa dieci anni fa ci fu uno scandalo legato alla privacy che, volevo, di potrebbe etichettare come l’inizio di tutto quello che sta accadendo in questi giorni. Tutto nacque da alcune rivelazioni di Edward Snowden, l’ex contractor dell’intelligence statunitense che, nel giugno 2013, ha svelato i programmi di sorveglianza globale condotti dalla National Security Agency (NSA). Snowden ha dichiarato di essere stato spinto da un senso di responsabilità verso i cittadini e il diritto alla privacy, ritenendo che il pubblico dovesse essere informato delle azioni segrete del governo. Il suo obiettivo era avviare un dibattito pubblico sull’equilibrio tra sicurezza nazionale e diritti individuali, sottolineando l’importanza di una sorveglianza governativa trasparente e responsabile.
Le rivelazioni di Snowden hanno scatenato uno tsunami mediatico noto come “datagate”. Nel giugno 2013, il The Guardian ha pubblicato una serie di articoli che svelavano i dettagli dei programmi di sorveglianza di massa dell’NSA, tra cui il programma PRISM. Questo prevedeva la collaborazione tra l’NSA e le principali aziende tecnologiche per accedere ai dati degli utenti. Gli articoli hanno rivelato che l’NSA poteva accedere ai server delle aziende, raccogliendo una vasta quantità di informazioni sugli utenti: chiamate, messaggi di testo, e-mail, chat, foto, video e altri tipi di dati.
L’IMPATTO POLITICO
Le rivelazioni di Snowden hanno avuto conseguenze di vasta portata, sia a livello nazionale che internazionale. Hanno provocato indignazione pubblica e proteste globali, con cittadini preoccupati per la violazione della loro privacy e l’abuso di potere da parte delle autorità nordamericane. Le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e i loro alleati, in particolare gli Stati europei, sono diventate tese. La crescente sensibilità verso questi temi ha portato a una marcata diffidenza verso il sistema statunitense, giudicato eccessivamente permissivo nell’accesso ai dati personali da parte delle autorità governative.
LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI
Dopo le rivelazioni di Snowden, l’ex presidente Barack Obama ha emesso diversi executive order per rivedere i programmi di sorveglianza. Uno dei più importanti è stato l’incarico alla Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB) di fare raccomandazioni riguardo al programma di raccolta di registri telefonici noto come Sezione 215 del Patriot Act, e il programma di sorveglianza di non cittadini statunitensi, Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Nel 2014, PCLOB ha emesso rapporti con raccomandazioni per la riforma di entrambi i programmi. Sebbene la Sezione 215 sia scaduta nel 2020, PCLOB sta sviluppando un nuovo rapporto sulla Sezione 702, previsto per quest’anno, per informare il dibattito pubblico e congressuale sulla sua riautorizzazione.
LE SFIDE ATTUALI
Nonostante le riforme, la sorveglianza rimane un tema di dibattito negli Stati Uniti. L’NSA continua a utilizzare la sua autorità secondo la Sezione 702 per raccogliere contenuti e metadati di comunicazioni di non americani all’estero, comportando anche la raccolta incidentale di comunicazioni di americani. La Sezione 702 scadrà a dicembre se non riautorizzata dal Congresso. Attualmente, si stanno svolgendo discussioni sulla riforma e del FISA all’interno del Congresso. PCLOB continuerà a giocare un ruolo importante in queste discussioni.
L’EREDITÀ DI SNOWDEN
Le rivelazioni di Snowden hanno portato i cittadini a mostrarsi più cauti nelle loro attività digitali, portando a una maggiore consapevolezza sulla privacy e all’adozione di nuovi strumenti di crittografia e protezione delle informazioni. Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è che le rivelazioni hanno portato negli USA a un aumento dell’auto-censura, per il timore della sorveglianza, con un impatto negativo sulla partecipazione democratica.
LA SORVEGLIANZA DI OGGI
Come afferma lo stesso Snowden, l’idea che dopo le sue rivelazioni ci sarebbe stato un cambiamento immediato e radicale è irrealistica. La lotta per il rispetto dei “sacri” limiti della privacy è un processo in corso, che richiede impegno e lavoro costante per il resto delle nostre vite e oltre, coinvolgendo anche le generazioni future. Le tecnologie si sono rapidamente evolute, consentendo ai governi di raccogliere e analizzare una mole sempre più ampia di dati personali. L’utilizzo quotidiano di dispositivi connessi, l’espansione del mondo digitale e la diffusione di tool AI-based hanno reso ancora più complesso il compito di proteggere la privacy degli individui. Il dibattito circa l’influenza e i potenziali rischi di un’assenza di contropoteri agli asseriti interessi di sicurezza nazionale è tutt’altro che sopito e dovrà essere mantenuto sempre vivo e attuale.
Leggi anche: “NSA, CISA ed FBI lanciano l’allarme degli attacchi ransomware”
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I gadget segreti degli hacker
La valigetta del pirata contiene dispositivi hi-tech piccoli, anonimi e potenti, facilmente acquistabili anche su Amazon. Ecco la nostra selezione
FLIPPER ZERO STARTER SET
TUTTO COMPRESO
Del Flipper Zero ne abbiamo parlato più volte. Questo che vi proponiamo è lo Starter Set, dove trovate anche la scheda Wi-Fi. Per chi non lo conoscesse, il Flipper Zero è in sostanza un gadget multiuso per pentester, geek, hacker etici e appassionati di hardware. È tascabile e racchiude una varietà di strumenti avanzati come RFID, RF, infrarossi, emulazione HID, GPIO, debug hardware e Bluetooth. È completamente autonomo e non richiede un computer o hardware esterno per funzionare. Tutto è gestito tramite un pulsante di navigazione a 5 direzioni e uno schermo LCD. Tuttavia, quando collegato a un computer o utilizzando le app Android e iOS incluse, può essere espanso, modificato e aggiornato secondo necessità.
Quanto costa € 253
Dove acquistarlo su Amazon
GEEEKPI RASPBERRY PI 5 8 GB STARTER KIT
E SI PARTE COSI’
Il Raspberry Pi 5 è un potente computer a scheda singola, perfetto per progetti avanzati e applicazioni che richiedono elevate prestazioni. Questa versione include un Raspberry Pi 5 con 8 GB di RAM, equipaggiato con una CPU ARM Cortex-A76 da 2,4 GHz e una GPU VideoCore VII da 800 MHz, che garantiscono prestazioni superiori fino a 2 o 3 volte rispetto al modello precedente, Raspberry Pi 4 Model B. Per garantire un funzionamento ottimale, il kit include un sistema di raffreddamento avanzato, con una ventola ultra silenziosa da 3510 e cuscinetti termici che permettono facilmente di mantenere la temperatura sotto controllo. La ventola è naturalmente controllabile tramite PWM, con il supporto del sistema operativo ufficiale Raspberry Pi, che consente anche di regolare la velocità in base alle proprie esigenze.
Quanto costa € 160
Dove acquistarlo su Amazon
STTWUNAKE
UNA COLLANA? MACCHÉ!
Il registratore intelligente con chip DSP di nuova generazione offre una riduzione del rumore avanzata. La batteria interna garantisce un’autonomia di circa 24 ore con una carica completa, mentre la memoria integrata è in grado di archiviare fino a 100 ore di registrazioni. L’uso del dispositivo è estremamente semplice: basta accendere l’interruttore di alimentazione per iniziare a registrare, e spegnerlo per salvare il file e terminare la registrazione. Inoltre, può essere indossato come una collana grazie alla catenina in acciaio inossidabile inclusa, trasformandosi in un elegante accessorio.
Quanto costa € 39,00
Dove acquistarlo su Amazon
Leggi anche: “Altri gadget dell’hacker“
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La distro per le memorie flash
EasyOS è una distribuzione Linux leggera e user-friendly sviluppata da Barry Kauler, creatore di Puppy Linux. Si distingue per la distribuzione tramite file di immagine del disco, ottimizzati per l’uso su dispositivi di archiviazione flash. Include funzioni specifiche per ridurre le operazioni di scrittura, prolungando così la durata delle unità flash
EasyOS è una distribuzione non convenzionale nata dal lavoro di Barry Kauler, noto per i suoi precedenti progetti Puppy Linux e Quirky Linux. Questo sistema operativo sperimentale incorpora diverse caratteristiche distintive che lo differenziano dalle distro tradizionali. L’architettura del sistema si basa sul concetto di containerizzazione. EasyOS permette, infatti, di eseguire applicazioni e persino interi ambienti desktop all’interno di container, gestiti attraverso un’interfaccia grafica chiamata Easy Containers. Questa scelta progettuale riflette una tendenza crescente nelle tecniche di distribuzione e isolamento del software. Una delle caratteristiche principali di EasyOS risiede nelle sue prestazioni. Il sistema opera principalmente nella RAM, il che si traduce in un avvio rapido delle applicazioni e nella reattività generale del sistema. Questo approccio, sebbene potenzialmente impegnativo per la memoria, mira a fornire un’esperienza utente fluida, particolarmente evidente con le applicazioni più pesanti.
Diversa dalle altre
EasyOS si discosta dalle pratiche di distribuzione standard per quanto riguarda il formato di distribuzione. Invece del tipico file ISO, viene distribuito come file immagine del drive destinato a essere scritto direttamente su un dispositivo di archiviazione come una chiavetta USB o un’unità SSD. È quindi necessario avere familiarità con la scrittura di immagini su dispositivi di archiviazione, il che potrebbe presentare una curva di apprendimento se siete abituati ai processi di installazione tradizionali che coinvolgono i file ISO. Il sistema operativo incorpora ottimizzazioni specifiche per l’uso delle unità flash. Per esempio, dispone di una funzione di salvataggio progettata per ridurre al minimo le operazioni di scrittura. Questo approccio può contribuire a prolungare la durata di vita delle memorie flash, che in genere hanno un numero limitato di cicli di scrittura rispetto ai dischi rigidi tradizionali. L’ultima release di EasyOS è la versione 6.0, che inaugura la serie Scarthgap. Prosegue la pratica di includere un numero molto elevato di pacchetti integrati, presentandone ora le versioni più recenti e mantenendo l’attenzione sulla facilità d’uso e sulla flessibilità. Potete trovare maggiori dettagli su questo sito.
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Rilasciata SKUDONET v7.1.0
Nuove funzionalità e miglioramenti per supporto hardware, gestione della CPU e della memoria, prestazioni di rete e sicurezza per la Community Edition
SKUDONET è una soluzione Open Source per il bilanciamento del carico e l’Application Delivery Control (ADC), progettata per ottimizzare la gestione del traffico e migliorare la sicurezza delle applicazioni Web e dell’infrastruttura IT. Offre una gamma di soluzioni di bilanciamento del carico che soddisfano diverse esigenze, tra cui opzioni virtuali, baremetal, hardware e basate su cloud. Garantiscono una distribuzione efficiente del traffico, migliorano le prestazioni delle applicazioni e mantengono un’elevata disponibilità. Inoltre, SKUDONET include solide funzionalità di cybersecurity come la protezione DDoS, i firewall per applicazioni Web e l’ispezione SSL/TLS. La piattaforma offre edizioni community ed enterprise. La prima è gratuita e adatta agli ambienti di test e sviluppo, mentre la seconda è progettata per la produzione su larga scala con funzionalità avanzate e capacità di automazione.
Una nuova uscita con tanti miglioramenti
SKUDONET ha lanciato la sua Community Edition 7.1.0, un aggiornamento significativo basato su Debian 12 con Kernel 6.1.90 LTS. Questa versione introduce un supporto hardware potenziato, una migliore gestione della CPU e della memoria e prestazioni di rete superiori, oltre a rafforzare le funzioni di sicurezza. L’introduzione del DHCP per NIC e VLAN semplifica la gestione della rete, mentre il supporto di Fully Qualified Domain Names (FQDN)
come IP di backend nelle farm HTTP aumenta la flessibilità. L’aggiunta della direttiva TLSv1.3 si allinea ai più recenti protocolli di sicurezza, garantendo una maggiore protezione delle comunicazioni criptate. I miglioramenti dei log e le librerie SSL aggiornate potenziano il monitoraggio e la sicurezza del sistema, offrendone una migliore comprensione e una protezione più solida. La release include anche profili reverse proxy più flessibili, che consentono configurazioni più personalizzate per adattarsi a diversi ambienti di rete. Le correzioni di bug di questa
versione garantiscono un funzionamento efficiente del software, riducendo al minimo i tempi di inattività e migliorando le prestazioni complessive. Per ulteriori informazioni sulle novità dell’ultima release, visitate questo sito.
leggi anche: “Debian 12 bookworm è qui!”
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La memoria del PC è tutto
Uno dei motivi per cui il sistema funziona male è la mancanza di RAM. Scoprite come estrarne il più possibile senza doverne aggiungere
Ottimizzare l’uso della memoria RAM in Linux può contribuire a migliorare le prestazioni del sistema senza dover acquistare moduli aggiuntivi. Anzitutto dovete identificare i processi che consumano molta memoria. Per farlo, utilizzate strumenti come top, htop o free. Con top:
top:
Quindi osservate la colonna %MEM per vedere l’utilizzo della memoria di ciascun processo. Potete poi anche verificare semplicemente la quantità di memoria libera nel sistema usando:
free -m:
Questo comando mostra la memoria totale, utilizzata e libera in megabyte. Dopodiché, la chiusura delle applicazioni non utilizzate può liberare quantità significative di RAM. Questo include quelle in background che potrebbero non essere immediatamente visibili. Alcuni programmi partono automaticamente all’avvio del computer: disabilitandoli si può risparmiare memoria e abbiamo visto come farlo in Aiuto, è tutto lento!. Potete poi sostituire le applicazioni che richiedono molta memoria con alternative più leggere. Per esempio, utilizzate Featherpad invece di LibreOffice Writer per la semplice modifica del testo, o Midori invece di Firefox per la navigazione Web. Rimanendo, però, nell’ambito delle modifiche di sistema, potete provare ad aumentare lo spazio di swap. Può aiutare il sistema a gestire carichi di lavoro maggiori, fornendo memoria virtuale aggiuntiva. Controllate quindi lo spazio di swap attuale:
swapon –show
Create ora un nuovo file di swap:
sudo fallocate -l 4G /swapfile # Crea un file di swap
sudo chmod 600 /swapfile
sudo mkswap /swapfile
sudo swapon /swapfile
Rendete quindi permanente il file di swap aggiungendo la seguente riga a /etc/fstab:
Anc/swapfile none swap sw 0 0
Modifiche avanzate
ZRAM crea un dispositivo a blocchi compresso nella RAM, che può essere utilizzato per lo swap o semplicemente come filesystem temporaneo. Questo può essere più efficiente dell’uso di uno swap tradizionale su disco. Installate anzitutto zram-tools in questo modo:
Ancsudo apt install zram-tools
Ora create o modificate /etc/default/zramswap e configurate la dimensione della ZRAM e l’algoritmo di compressione, dopodiché avviate ZRAM:
Ancsudo systemctl enable zramswap
sudo systemctl start zramswap
Un’altra soluzione ancora riguarda ottimizzare il filesystem e le cache. L’uso di filesystem ottimizzati per le prestazioni e la gestione delle cache può contribuire, infatti, a migliorare l’utilizzo della memoria. Per cancellare la cache usate il seguente comando:
sudo sysctl -w vm.drop_caches=3
Poi regolate la swappiness: controlla l’aggressività con cui il kernel scambia la memoria. Valori più bassi riducono lo swapping:
sudo sysctl vm.swappiness=10
Infine, il demone Early OOM (Out of Memory) aiuta a recuperare le condizioni di bassa memoria prima che il sistema diventi non reattivo. Installate quindi Early OOM in questo modo:
sudo apt install earlyoom
Dopodiché abilitatelo:
sudo systemctl enable earlyoom
sudo systemctl start earlyoom
Leggi anche: “Come fare a capire che computer avete”
*illustrazione articolo progettata da Freepik
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Aiuto, il mio sistema è lento!
La rimozione di servizi e demoni non necessari in Linux può liberare risorse di sistema e migliorare le prestazioni.
Selezionando e disattivando con cura i servizi non necessari, è possibile ottimizzare le prestazioni del sistema e ridurre l’utilizzo della memoria, rendendo l’esperienza Linux più efficiente e reattiva. Questo è un lavoro che dovrete in larga parte fare a mano ma vi daremo più in basso alcuni esempi di servizi che potrebbero non servirvi. Anzitutto, per elencare tutti i servizi abilitati, utilizzare il comando systemctl:
systemctl list-unit-files –state=enabled
Questo comando visualizza tutti i servizi abilitati e lanciati all’avvio. Esaminate quindi l’elenco e identificate quelli non necessari. I più comuni presenti su un tipico sistema desktop possono includere quelli per i protocolli di rete che non si usano, come NFS, o per l’hardware che non si possiede, come il Bluetooth. Una volta identificato un servizio non necessario, è possibile disabilitarlo usando systemctl. Anzitutto, arrestate il servizio in esecuzione:
sudo systemctl stop <nome_servizio>
Sostituite, ovviamente, <nome_servizio> con il nome del servizio che volete disabilitare. Infine, disabilitatelo con il seguente comando (non viene più avviato all’avvio del sistema):
sudo systemctl disable <nome_servizio>
Se volete garantirvi che un servizio non possa essere avviato manualmente o da un altro servizio, è possibile mascherarlo in questo modo:
sudo systemctl mask <nome_servizio>
Infine, potete verificare che un servizio sia disabilitato e non in esecuzione, utilizzando:
systemctl status <nome_servizio>
Scegliere cosa disabilitare
Come dicevamo, quello che non vi serve più si può disabilitare, ma solo voi sapete cosa non vi serve. Per esempio, se non si ha bisogno di funzionalità di stampa è possibile eliminare CUPS:
sudo systemctl stop cups
sudo systemctl disable cups
Se invece non vi serve interagire con rete di altri sistemi come quelli Apple, potete disabilitare Avahi (Zeroconf Network Discovery):
sudo systemctl stop avahi-daemon
sudo systemctl disable avahi-daemon
Infine, siamo abbastanza sicuri che anche il modem non sia più utilissimo alla maggior parte delle persone, quindi potete eliminare il Modem Manager:
sudo systemctl stop ModemManager
sudo systemctl disable ModemManager
Naturalmente, dovete fare attenzione a cosa disabilitate, perché alcuni servizi possono sempre tornarvi utili e non averli disponibili all’avvio può crearvi problemi in un distante futuro in cui non ricordate più di averli disabilitati… Però, per esempio, tutti i servizi legati ai portatili, come Power Management and Notebook Tools (tlp) possono essere abbastanza tranquillamente disabilitati se usate un desktop.
Non basta ancora
GNOME Tweaks, noto anche come GNOME Tweak Tool, è un’utility per l’ambiente desktop GNOME che consente agli utenti di modificare varie impostazioni avanzate e di personalizzare l’interfaccia di GNOME al di là di quanto è possibile fare con l’applicazione standard Impostazioni. La cosa più importante, in questo contesto, è che è possibile usarlo per alleggerire il sistema. Anzitutto, se GNOME Tweaks non è già installato sul vostro sistema, potete installarlo usando il seguente comando:
sudo apt install gnome-tweaks
Una volta installato, è possibile lanciare GNOME Tweaks dal menu delle applicazioni cercando “Tweaks” o tramite la riga di comando:
gnome-tweaks
Disattivare le animazioni può rendere l’ambiente desktop più veloce. Per farlo, in GNOME Tweaks, andate alla scheda Generale. Trovate Animazioni e disattivatelo. Potete anche semplificare la visualizzazione dei font per rendere il sistema più reattivo. L’uso di caratteri più semplici può, infatti, ridurre leggermente il carico grafico. Per farlo, andate alla scheda Font. È possibile ridurre le opzioni Hinting e Antialiasing per ottenere un leggero aumento delle prestazioni. Anche la regolazione degli effetti delle finestre e di altre impostazioni visive può migliorare ulteriormente le prestazioni. Nella scheda relative alle finestre, scegliete di staccare le finestre modali: questo può ridurre l’overhead grafico quando si interagisce con tali elementi visivi.
*illustrazione articolo progettata da Freepik
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