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In anteprima il Rapporto Clusit 2024

Nel 2023, in Italia, l’analisi del Clusit ha evidenziato un aumento del +65% nei gravi cyber attacchi rispetto al 2022, superiore al +12% registrato a livello mondiale

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È stato presentato in anteprima alla stampa il Rapporto Clusit 2024, redatto dai ricercatori dell’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica (Clusit), che fornisce un’analisi indipendente sull’evoluzione del cybercrime sia a livello globale che italiano. Ricordiamo che il Rapporto Clusit 2024 sarà presentato al pubblico il prossimo 19 marzo, in apertura di Security Summit, la tre giorni dedicata alla cybersecurity organizzata a Milano da Clusit con Astrea, Agenzia di Comunicazione ed Eventi specializzata nel settore della Sicurezza Informatica. 

Da questo rapport si evince che il 2023 ha visto un’inequivocabile escalation degli attacchi informatici a livello globale, con 2.779 incidenti gravi analizzati da Clusit, rappresentando un chiaro deterioramento rispetto all’anno precedente. Questa tendenza continua a mostrare una crescita costante, registrando un aumento del +12% rispetto al 2022. Mensilmente, si è riscontrata una media di 232 attacchi, con un picco massimo di 270 nel mese di aprile, che rappresenta anche il valore massimo registrato negli anni. L’81% degli attacchi è stato classificato come di gravità elevata o critica, secondo la scala di “severity” adottata dai ricercatori di Clusit, basata sulla tipologia di attacco e sui relativi impatti. In questo scenario, l’Italia si trova sempre più nel mirino dei cybercriminali: l’anno scorso, nel nostro Paese è stato colpito l’11% degli attacchi gravi globali monitorati da Clusit (rispetto al 7,6% del 2022), per un totale di 310 attacchi, segnando un aumento del 65% rispetto all’anno precedente. Più della metà di questi attacchi, il 56%, ha avuto conseguenze di gravità critica o elevata. Analizzando gli ultimi cinque anni, emerge che oltre il 47% di tutti gli attacchi registrati in Italia dal 2019 si è verificato nel corso del 2023.

Come consueto, nel presentare i dati, i ricercatori di Clusit hanno sottolineato che si tratta di una rappresentazione delle tendenze del fenomeno, ma che essa rappresenta solo la superficie visibile, considerando che molte vittime continuano a mantenere riservate le informazioni sugli attacchi subiti e che in alcune regioni del mondo l’accesso alle informazioni è estremamente limitato. Analizzando l’andamento del crimine informatico degli ultimi cinque anni, gli autori del Rapporto Clusit hanno evidenziato un’evoluzione e picchi sia in termini quantitativi che qualitativi: dal 2018 al 2023, gli attacchi sono aumentati complessivamente del 79%, con una media mensile che è passata da 130 a 232. Vediamo in dettaglio i dati del report.

 

 Gli obiettivi degli attacchi nel mondo e in Italia

L’analisi dei cyber attacchi noti nel 2023 da parte dei ricercatori di Clusit evidenzia la netta prevalenza di attacchi con finalità di cybercrime – ovvero con l’obiettivo di estorcere denaro – che sono stati oltre 2.316 a livello globale, oltre l’83% del totale, in crescita del 13% rispetto al 2022. Questo andamento, commentano gli autori del Rapporto Clusit, sostanzia le indicazioni degli analisti che vedono una commistione tra criminalità “off-line” e criminalità “on-line” volta a reinvestire i proventi delle attività malevole, producendo così maggiori risorse a disposizione di chi attacca, in una sorta di circolo vizioso. Nel mondo sono quasi triplicati a livello globale gli attacchi con matrice di hacktivism, nel 2023 pari all’8,6% degli attacchi complessivi (erano il 3% nel 2022), con una variazione percentuale rispetto al totale anno su anno del 184%. In significativa diminuzione, invece, i fenomeni di espionage (6,4%, 11% nel 2022) e information warfare (1,7%, 4% nel 2022).
Tuttavia, rilevano gli autori del Rapporto Clusit, per quanto riguarda espionage e information warfare gli attacchi con impatto critico sono aumentati considerevolmente, da valori prossimi al 50% nel 2022 a valori intorno al 70% lo scorso anno.  Questo andamento si può con alta probabilità spiegare con riferimento ai conflitti Russo-Ucraino ed Israelo-Palestinese che, almeno sul piano della cyber security, vedono coinvolti molti Paesi.
Per le azioni di hacktivism è stata invece rilevata a livello mondiale una significativa riduzione percentuale degli attacchi critici (poco più del 10% sul totale nel 2023, rispetto al 50% del 2022), un andamento costante di quelli ad alto impatto ed un aumento di quelli ad impatto medio. Il fenomeno si spiega, secondo gli autori del Rapporto Clusit, con il consistente aumento degli attacchi afferenti a questa categoria a seguito dell’aggravarsi dello scenario geopolitico, nonché alla natura dimostrativa dei possibili effetti, la cui gravità, in confronto agli obiettivi perseguiti dai criminali informatici verso il mondo pubblico o privato, è spesso intrinsecamente più limitata.
In Italia, nel 2023 gli attacchi perpetrati con finalità di cybercrime sono stati pari al 64%; segue un significativo 36% di attacchi con finalità di hacktivism, in netta crescita rispetto al 2022 (che aveva fatto registrare il 6,9%), con una variazione percentuale anno su anno del +761%. Il 47% circa del totale degli attacchi con finalità “hacktivism” a livello mondiale e che rientrano nel campione rilevato – notano gli esperti di Clusit – è avvenuto ai danni di organizzazioni italiane.
La crescita di attacchi con matrice di hacktivism nel nostro Paese dimostra la forte attenzione di gruppi di propaganda che hanno l’obiettivo di colpire la reputazione delle organizzazioni. Questa tipologia di eventi – perlomeno quelli avvenuti nei primi nove mesi dell’anno, secondo i ricercatori di Clusit – si riferisce per la maggior parte al conflitto in Ucraina, nei quali gruppi di attivisti agiscono mediante campagne dimostrative rivolte tanto al nostro Paese che alle altre nazioni del blocco filo-ucraino. “Questo tipo di operazioni a sfondo politico e sociale sembrano essere state a livello globale predominanti rispetto a quelle militari o di intelligence, almeno per quanto riguarda la porzione divenuta di pubblico dominio e considerando quanto questo contesto tenda ad emergere difficilmente”, commenta Sofia Scozzari, del Comitato Direttivo Clusit.

  

Chi viene attaccato, nel mondo e in Italia

A livello mondiale le principali vittime si confermano appartenere alla categoria degli obiettivi multipli (19%), che subiscono campagne di attacco non mirate ma dagli effetti consistenti. Segue il settore della sanità (14%) che, come fanno notare i ricercatori Clusit, ha visto un incremento del 30% rispetto allo scorso anno. Gli incidenti in questo settore hanno inoltre visto un aumento della gravità dell’impatto, critico nel 40% dei casi (era il 20% nel 2022). Una parte consistente degli attacchi è stata rivolta anche al settore governativo e delle pubbliche amministrazioni (12%). Pur con un andamento lineare, il settore pubblico è stato interessato da un incremento del 50% degli incidenti negli ultimi cinque anni, rilevano gli esperti di Clusit. Questo è spiegabile con l’incremento delle attività dimostrative, di disturbo e di fiancheggiamento legate ai conflitti in corso, le quali hanno come obiettivi di elezione soggetti legati alle sfere governative e della difesa di quei Paesi considerati avversari. Segue il settore finanza e assicurazioni (11%). Gli attacchi in questo settore sono cresciuti percentualmente del 62% rispetto all’anno precedente e hanno avuto un impatto critico nel 50% dei casi (era il 40% nel 2022). In percentuale, sono cresciuti in maniera rilevante anche gli attacchi ai settori dei trasporti e della logistica (+41%), del manifatturiero (+25%) e del retail (26%), probabilmente – come già evidenziato dagli esperti di Clusit lo scorso anno – a causa della crescente diffusione dell’IoT e dalla tendenza verso l’interconnessione di sistemi, ampiamente impiegati in questi settori e tuttavia spesso non sufficientemente protetti. In crescita anche la percentuale degli attacchi registrata nel settore scolastico (+20%) e del tempo libero (+10%); calano invece sensibilmente (-49%) gli attacchi verso il settore dei media e multimedia. Il settore più attaccato in Italia nel 2023 è stato invece quello governativo/ militare, con il 19% degli attacchi, che ha subito un incremento del 50% rispetto al 2022, seguìto dal manifatturiero, con il 13%, cresciuto del 17% rispetto ai dodici mesi precedenti. Come evidenziato dagli autori del Rapporto Clusit, è interessante notare che un quarto del totale degli attacchi rivolti al manufacturing a livello globale riguarda realtà manifatturiere italiane. Colpito dal 12% degli attacchi, il settore dei trasporti/logistica in Italia, ha visto invece un incremento percentuale anno su anno sul totale degli attacchi del 620%; analogamente, il settore della finanza e delle assicurazioni, verso cui è stato perpetrato il 9% degli attacchi nel 2023, ha visto una variazione percentuale sul totale del +286% rispetto allo scorso anno.
Le vittime appartenenti alla categoria degli “obiettivi multipli” sono state colpite nel nostro Paese dall’11% degli attacchi, segno di una maggior focalizzazione dei cyber criminali verso settori specifici negli ultimi mesi.

La geografia delle vittime: i continenti più colpiti

La distribuzione geografica percentuale delle vittime segna, secondo i ricercatori di Clusit, la variazione della digitalizzazione nel mondo, riflettendo verosimilmente uno spaccato sulle regioni mondiali che hanno adottato le migliori azioni di difesa. Nel 2023 si confermano, come nel 2022, più numerosi gli attacchi alle Americhe, che rappresentano il 44% del totale. Gli attacchi rivolti all’Europa hanno rappresentato nel 2023 il 23% degli attacchi globali, scendendo di un punto percentuale rispetto all’anno precedente ma in crescita percentuale sul 2022 del 7,5%. Crescono invece di un punto percentuale rispetto al 2022 gli attacchi in Asia il 9% del totale – e rimangono sostanzialmente stabili quelli in Oceania e in Africa, rispettivamente il 2% e l’1% del totale. Circa un quinto degli attacchi (21%) è avvenuto parallelamente verso località multiple, con una riduzione di 6 punti percentuali sul totale degli attacchi rispetto al 2022.

Le tecniche d’attacco, nel mondo e in Italia

Il malware rappresenta nel 2023 ancora la tecnica principale con cui viene sferrato il 36% degli attacchi globali, percentualmente in crescita sul totale del 10% rispetto al 2022. In questa categoria, che comprende diverse tipologie di codici malevoli, il ransomware è in assoluto quella principale e maggiormente utilizzata grazie anche all’elevata resa economica per gli aggressori, che spesso collaborano fra loro con uno schema di affiliazione. Segue lo sfruttamento di vulnerabilità – note o meno – nel 18% dei casi, in crescita percentuale del 76% sul totale rispetto al 2022. Phishing e social engineering sono la tecnica con cui è stato sferrato nel mondo l’8% degli attacchi, come gli attacchi DDoS, che segnano però una variazione percentuale annua del +98%. In Italia per la prima volta da diversi anni, la categoria prevalente non è più il malware, bensì gli attacchi per mezzo di DDoS, che rappresentano il 36% del totale degli incidenti registrati nel 2023, un valore che supera di 28 punti percentuali il dato globale e che segna una variazione percentuale annua sul totale del 1486%. La forte crescita è probabilmente dovuta, come indicano gli autori del Rapporto Clusit, all’aumento di incidenti causati da campagne di hacktivism: molto spesso la tecnica di attacco utilizzata in questo caso è proprio il DDoS, poiché si punta a interrompere l’operatività di servizio dell’organizzazione o istituzione individuata come vittima. La percentuale di incidenti basati su tecniche sconosciute è 17%, sostanzialmente in linea con il resto del mondo.

Leggermente superiore l’impatto nel nostro Paese rispetto al resto del mondo gli attacchi di phishing e di ingegneria sociale, pari all’9%, che tuttavia in crescita dell’87% in valore assoluto, dimostrando l’efficacia duratura di questa tecnica. “Il fattore umano, evidentemente in Italia ancora più che nel resto del mondo, continua a rappresentare un punto debole facilmente sfruttabile dagli attaccanti: rimane quindi fondamentale focalizzare l’attenzione sul tema della consapevolezza, poiché i dati ci dicono che quanto fatto fino ad oggi non è ancora sufficiente”, afferma Luca Bechelli, del Comitato Scientifico Clusit.

 

 

Leggi anche: “Security Summit 2024 dal 19 al 21 Marzo


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Cybersecurity

Olimpiadi 2024: Wi-Fi pubblico poco sicuro

In occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici estivi, gli esperti di Kaspersky hanno analizzato circa 25.000 Wi-Fi pubblici a Parigi ed è emerso che quasi il 25% di queste reti ha una crittografia debole o assente

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In vista delle Olimpiadi di Parigi, Kaspersky ha analizzato la sicurezza delle reti Wi-Fi aperte a cui i visitatori potrebbero collegarsi. Su 47.891 segnali analizzati in luoghi frequentati e sedi olimpiche (le aree di analisi comprendono: Arco di Trionfo, Avenue des Champs-Élysées, Museo del Louvre, Torre Eiffel, Cattedrale di Notre Dame, Senna, Trocadéro, Stadio di Francia), sono stati identificati 24.766 punti di accesso Wi-Fi unici. Un quarto di queste reti presenta gravi carenze di sicurezza, come crittografia debole o inesistente, rendendole vulnerabili agli attacchi. Inoltre, quasi il 20% delle reti usa WPS, un algoritmo obsoleto e facilmente compromettibile. Solo il 6% delle reti adotta il protocollo di sicurezza WPA3.
I criminali informatici potrebbero sfruttare queste reti per rubare dati sensibili degli utenti. Kaspersky consiglia di utilizzare una VPN, come Kaspersky VPN Secure Connection per criptare la connessione e proteggere i dati personali e finanziari su reti Wi-Fi pubbliche.

Per avere maggiori informazioni sulla sicurezza della rete Wi-Fi di Parigi, consigliamo di visitare il sito Kaspersky Daily

Quando si utilizza il Wi-Fi pubblico, gli esperti consigliano sempre di seguire alcune regole comportamentali:

  • Evitare le transazioni sensibili: non accedere a conti bancari o ad altri servizi sensibili quando si utilizza il Wi-Fi pubblico.
  • Verificare la rete: assicurarsi che sia legittima verificando con la struttura che la mette a disposizione.
  • Attivare i firewall: controllare che il firewall del dispositivo sia attivo per bloccare gli accessi non autorizzati.
  • Utilizzare password forti: impostare sempre password efficaci e uniche e attivare l’autenticazione a due fattori per una maggiore protezione.
  • Aggiornare i software: eseguire regolarmente l’aggiornamento del sistema operativo, delle applicazioni e del software antivirus per proteggersi dalle minacce più recenti.
  • Disattivare la condivisione dei file: per evitare accessi non autorizzati, disabilitare la condivisione di file e AirDrop sul dispositivo.

 

leggi anche: “Fan dei gliochi olimpici truffati

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

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Guasto informatico a Microsoft

Dopo una giornata di disagi globali, l’azienda di sicurezza informatica CrowdStrike ha risolto il bug causato da un suo aggiornamento

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L’Italia è stata colpita da una grave crisi informatica causata da un crash dei sistemi Windows, dovuto a un software di cybersecurity della Crowdstrike, azienda che produce la suite di sicurezza Falcon.
Il problema è stato causato da un file difettoso nella comunicazione tra l’agente Falcon e la piattaforma cloud, portando al blocco totale dei sistemi Windows, il cosiddetto Blue Screen of Death.

Ecco la soluzione temporanea suggerita da Crowdstrike: avviare Windows in modalità provvisoria, accedere alla cartella C:\Windows\System32\drivers\CrowdStrike ed eliminare il file difettoso C-00000291*.sys

Questo incidente ha avuto un impatto significativo su aziende europee e americane, con un calo del 20% nel valore delle azioni di Crowdstrike. Microsoft, sebbene inizialmente accusata, è risultata essere vittima del problema, che ha colpito duramente anche la sua infrastruttura cloud Azure. Il CEO di Crowdstrike ha rassicurato che i sistemi Mac e Linux non sono stati coinvolti. La risoluzione del problema sta procedendo rapidamente, ma il ripristino completo richiederà tempo dato il gran numero di server colpiti.


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Fan dei Giochi Olimpici truffati

In vista delle prossime Olimpiadi Estive, che inizieranno il 26 luglio, si sono registrate una impennata delle attività di scamming legate all’evento, con truffatori che mirano a denaro e dati degli utenti. Kaspersky ha analizzato i siti Web di phishing legati alle Olimpiadi identificando i principali schemi attualmente in uso

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Gli esperti di Kaspersky hanno rilevato un aumento delle attività di scamming legate alle Olimpiadi di Parigi 2024. Dopo l’allarme del Comitato Olimpico sulle offerte di biglietti falsi e la truffa subita dalla famiglia di un nuotatore britannico, sono emersi numerosi siti Web di phishing. Questi siti offrono biglietti per eventi olimpici a prezzi vantaggiosi o per gare sold-out, ingannando gli utenti a fornire dati personali e denaro. Spesso le vittime non ricevono nulla o biglietti falsi, e i loro dati vengono venduti nel Dark Web. Inoltre, sono stati scoperti falsi premi aziendali che inducono i dipendenti a fornire credenziali di login, e store online fraudolenti che vendono articoli di merchandising senza mai consegnarli. Un’altra truffa comune è quella dei pacchetti dati gratuiti per telefoni mobili, che richiedono informazioni personali e dettagli di pagamento, utilizzati poi per scopi malevoli.

Un esempio di pagina di phishing che offre biglietti per le Olimpiadi  

 

“Durante eventi importanti come le Olimpiadi, la quantità di offerte può essere enorme e molto rischiosa”, ha affermato Anton Yatsenko, Cybersecurity Expert di Kaspersky. “I truffatori sfruttano l’entusiasmo delle persone, per cui è fondamentale considerare ogni offerta con una sana dose di scetticismo. Bisogna ricordare che se una cosa sembra troppo bella per essere vera, probabilmente lo è. Prendetevi il tempo necessario per verificare l’autenticità delle offerte e proteggere i vostri dati personali. La vostra attenzione può fare la differenza tra godersi l’evento ed essere vittima di una truffa”.

Un esempio di pagina di phishing che propone biglietti per le Olimpiadi

 

Per evitare le truffe durante le Olimpiadi, gli esperti di Kaspersky hanno condiviso alcuni consigli:

  • Verificare l’autenticità: acquistare biglietti, prodotti o servizi solo da fonti autorizzate e affidabili. Controllare il sito web ufficiale dell’evento per individuare i venditori abilitati.
  • Essere scettici sulle offerte: se un’offerta sembra troppo bella per essere vera, è probabile che lo sia. Bisogna essere cauti nei confronti di sconti elevati e offerte esclusive, soprattutto se provengono da fonti sconosciute.
  • Proteggere i propri dati: evitare di condividere informazioni personali e finanziarie su siti web sconosciuti. Assicurarsi che il sito sia sicuro verificando che sia presente “https” nell’URL e il simbolo del lucchetto nella barra del browser.
  • Utilizzare software di sicurezza: aggiornare il software antivirus e di sicurezza per evitare malware e attacchi di phishing.
  • Essere aggiornati: rimanere informati sulle tattiche di truffa più comuni e su come riconoscerle. Seguire gli ultimi aggiornamenti forniti da esperti di cybersecurity e da fonti ufficiali.

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

 

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Vulnerabilità critica in OpenSSH

Scoperta dai ricercatori Akamai, questa falla potrebbe consentire l’esecuzione di codice remoto non autenticato.

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I ricercatori di Akamai hanno esaminato la vulnerabilità critica in OpenSSH (CVE-2024-6387), nota come regreSSHion, scoperta dal Qualys Threat Research Unit. Questa vulnerabilità potrebbe consentire l’esecuzione di codice remoto non autenticato ed è derivata da una regressione della vecchia vulnerabilità CVE-2006-5051. La vulnerabilità è stata resa pubblica il 1° luglio 2024.

La causa è una race condition legata alla gestione non sicura dei segnali durante un timeout nell’autenticazione dell’utente, che può portare all’esecuzione di codice arbitrario. Le versioni di OpenSSH colpite sono quelle precedenti alla 4.4/4.4p1 (se non patchate), introdotte di nuovo in OpenSSH 8.5/8.5p1, e risolte nella versione 9.8/9.8p1.

L’impatto è significativo, colpendo molte distribuzioni Linux, ma diversi fattori riducono il rischio immediato, tra cui limitazioni della PoC, complessità dello sfruttamento su architetture amd64 e necessità di connessioni multiple per un attacco riuscito. Per mitigare la vulnerabilità, è consigliato aggiornare OpenSSH a una versione non vulnerabile, utilizzare query Osquery per rilevare asset vulnerabili, e segmentare le interfacce SSH esposte a internet. Se le patch tardano, aumentare la sensibilità degli allarmi sui workload vulnerabili e monitorare i tentativi di brute-force.

Il blog di Akamai fornisce una panoramica della vulnerabilità, con dettagli tecnici, versioni affette, impatto e strategie di mitigazione, oltre a una query Osquery per rilevare le versioni vulnerabili. Akamai continuerà a monitorare queste e altre minacce e fornirà ulteriori informazioni non appena si presenteranno. Aggiornamenti in tempo reale su ulteriori ricerche sono disponibili sul canale Twitter di Akamai.

 

 

 

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Tiny Core: la distro delle tre sorelle

Tre versioni per un sistema operativo che fa delle dimensioni ridottissime, della velocità e della personalizzabilità i suoi punti di forza

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TinyCore Linux è una distribuzione estremamente leggera e minimalista. È progettata per essere il più efficiente possibile in termini di utilizzo di risorse, richiedendo molto poco spazio su disco e memoria, il che la rende particolarmente adatta per l’uso su hardware con specifiche limitate o per utenti che desiderano un sistema molto veloce e reattivo. Le dimensioni dell’immagine ISO di TinyCore sono incredibilmente piccole rispetto alla maggior parte delle distribuzioni Linux, anche leggere: sono infatti nell’ordine dei MB anziché dei GB.

Durante l’installazione potete scegliere i componenti aggiuntivi da integrare nella distribuzione

 

Tre distribuzioni e tante estensioni

TinyCore fa parte del progetto Core che offre tre diverse distribuzioni. Core ha l’installazione più piccola (17 MB) e include solo l’interfaccia a riga di comando e il minimo indispensabile per avviare il sistema. TinyCore (23 MB) ha integrato invece un ambiente desktop grafico minimale basato su FLTK/FLWM, oltre a una serie di applicazioni di base. C’è poi CorePlus (248 MB), pensata per facilitare l’installazione su vari hardware, che include driver aggiuntivi e strumenti di configurazione, nonché un’opzione per scegliere tra diversi ambienti desktop leggeri. Oltre al sistema di base ci sono poi le estensioni che vi permettono di ampliare la vostra versione. In aggiunta alle versioni x86 di cui parliamo qui, ci sono anche port per dispositivi ARM, inclusa la Raspberry Pi.

 

Le novità di Tiny Core Linux 15

La versione 15 apporta aggiornamenti significativi pur mantenendo la sua essenza minimalista. Aggiorna il nucleo al kernel 6.6.8, migliorando la compatibilità con l’hardware recente. Incorpora inoltre glibc 2.38, permettendo agli sviluppatori di lavorare con le più recenti librerie C. La distribuzione è anche passata alla versione 13.2 di GCC (GNU Compiler Collection), una suite di compilatori Open Source che supporta vari linguaggi di programmazione, tra cui C, C++, Objective-C, Fortran, Ada, e Go. Questa release ha anche risolto diversi bug e introdotto miglioramenti alle applicazioni principali e alle utilità di sistema.

Tiny Core è un esempio perfetto di ciò che il progetto Core può produrre: un desktop FLTK/FLWM da 23 MB basato su un nucleo e una serie di estensioni costruite dalla comunità

 

 

 

Leggi anche: “La distro leggere basata su slackware

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Attacchi Trojan in aumento

In forte crescita le violazioni informatiche alle PMI a causa della ricomparsa di attacchi basati su Microsoft Excel

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In occasione della Giornata Internazionale delle PMI che si è svolta lo scorso 27 giugno, un report di Kaspersky ha rivelato un aumento del 5% nelle infezioni informatiche nel settore delle PMI nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, 2.402 utenti hanno incontrato malware e software indesiderati che imitano prodotti software, con 4.110 file unici distribuiti sotto forma di software per PMI, segnando un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Il report sottolinea che le PMI sono sempre più spesso bersagliate dai criminali informatici, con i Trojan come forma di attacco più diffusa. I Trojan sono particolarmente pericolosi poiché imitano software legittimi e riescono a eludere le misure di sicurezza tradizionali. Da gennaio ad aprile 2024, Kaspersky ha registrato 100.465 attacchi Trojan, un aumento del 7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Microsoft Excel è diventato il principale canale di attacco, seguito da Microsoft Word, mentre Microsoft PowerPoint e Salesforce sono state le terze applicazioni più colpite.


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Difendersi dai bot di web scraping

I bot costituiscono il 42% del traffico web complessivo e quasi i due terzi sono dannosi, in particolare per l’e-commerce

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Akamai Technologies ha pubblicato un nuovo State of Internet Report (SOTI) che analizza le minacce derivanti dalla proliferazione dei bot di web scraping. Il report, intitolato “Gestire i profitti: l’impatto dei Web Scrapers sull’ecommerce”, rivela che il 42% del traffico web è generato da bot, e il 65% di questi è dannoso. Il settore e-commerce è il più colpito da questi bot, utilizzati per attività come spionaggio della concorrenza, creazione di siti falsi e attacchi che danneggiano il fatturato e l’esperienza dei clienti.

Nonostante l’assenza di leggi che vietino l’uso dei bot scraper e la difficoltà di rilevarli, le aziende possono adottare strategie di mitigazione. Patrick Sullivan di Akamai sottolinea che i bot rappresentano una sfida significativa, in grado di sottrarre dati e replicare siti web. Il report evidenzia l’uso di botnet basate su AI per il furto di dati, la creazione di campagne di phishing sofisticate e la facilità di creare nuovi account fraudolenti, che costituiscono fino al 50% delle perdite per frode.

I bot scraper peggiorano le performance dei siti web, manipolano le metriche, e aumentano i costi di elaborazione. Il report offre strategie di difesa e un caso di studio su come migliorare l’efficacia dei siti web attraverso la mitigazione dei bot scraper. Questo report celebra il 10° anniversario della serie SOTI di Akamai, fornendo approfondimenti sulla cybersicurezza e le prestazioni web basati sui dati dell’Akamai Connected Cloud.

 

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

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