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Attacco informatico colpisce il Comune di Palermo, sistemi down – In diretta

Si apprende in queste ore di un attacco informatico che ha colpito il Comune di Palermo. Tutti i sistemi sono stati messi offline.
Il Comune di Palermo sta subendo, dalle 6 circa della mattina del 2 giugno, un attacco informatico che ha colpito i sistemi informatici all’interno della rete su cui è ospitato il sito istituzionale, la gestione della centrale operativa della polizia municipale e il sistema di gestione della video sorveglianza.
Al momento non ci sono state rivendicazioni, ma non dovrebbe trattarsi di un attacco DDoS (e questo, quindi, escluderebbe anche che dietro l’attacco ci siano i filo-russi della cyber gang KillNet): molto più probabile si tratti di un ransomware..
UPDATE 10 GIUGNO: Il sito del Sispi che sta gestando la crisi informatica in atto nel Comune di Palermo è attualmente offline
Frasi destinate a diventare #CyberCult: "Sicuramente quanto fatto da #SISPI (@ComunePalermo) è qualcosa di diverso rispetto a tutti gli incidenti #ransomware che abbiamo visto in Italia, in quanto ha fornito un quadro generale della situazione".
Al quadro manca solo la cornice. pic.twitter.com/rPZDfLiZUn— Claudio (@sonoclaudio) June 10, 2022
UPDATE 10 GIUGNO: Il comune di Palermo tramite twitter rilascia un comunicato stampa dove spiega l’accaduto. Tutti i servizi non disponibili tranne quelli demografici.
Attacco hacker. Amministrazione comunale: "Garantiti i servizi demografici"
In riferimento al grave attacco hacker dei giorni scorsi alle infrastrutture tecnologiche del Comune di Palermo sono state poste in essere una serie di attività volte a contenere l'attacco ransomware. pic.twitter.com/tjHVEYdNYz
— Comune di Palermo (@ComunePalermo) June 9, 2022
Il dirigente comunica che “non potranno essere garantiti il rispetto degli adempimenti contributivi e fiscali, l’effettuazione dei pagamenti dell’amministrazione e le paghe ai comunali, al Coime, agli Lsu”. L’amministrazione: “Riattivato il sistema per il rilascio delle tessere elettorali”.
UPDATE 9 GIUGNO: Online la rivendicazione dell’attacco da parte del Gruppo Vice-Society, che da 3 giorni previa pubblicazione dei file online.
UPDATE 9 GIUGNO: A sei giorni dall’attacco hacker però la sensazione che filtra all’interno degli uffici comunali è quella di un contesto più grave di quello che si possa prospettare. Stando a quanto emerge le email istituzionali del Comune non funzionano. Non funziona il protocollo comune dell’ente e ogni ufficio utilizza un sistema di registrazione della posta in entrata e in uscita emergenziale. A essere maggiormente colpiti sarebbero i dati legati all’attività della polizia municipale e all’ufficio tributi. Nel caso delle multe della polizia municipale i dati dovrebbero essere facilmente recuperabili. Per i tributi recuperati i dati occorrerà rincrociare tutti i pagamenti.
UPDATE 6 GIUGNO: La rete interna e sito istituzionale risultano offline. Pare si comunichi solo attraverso Fax. L’attacco ha ha colpito i sistemi di polizia municipale, telecamere e ZTL della città siciliana.
Paolo Petralia Camassa, assessore all’innovazione del Comune colpito, sul proprio profilo social scrive che “al momento il sistema è stato cautelativamente spento e isolato dalla rete”, definendo la situazione come “seria” e i disservizi potrebbero perdurare per giorni.
Fonte: www.cybersecurity360.it
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Un sito ogni 100 contiene minacce
Il rapporto redatto da FlashStart intende offrire linee guida rispetto alle principali insidie che nascondono alcuni siti Web, ai Paesi da cui arrivano gli attacchi, alle minacce più ricorrenti che hanno origine da un semplice clic su un link non verificato.

Un sito bloccato ogni 50 e, tra questi, uno ogni due contenente pericoli per la sicurezza: sono questi alcuni dei principali numeri che emergono dal Report sulle minacce informatiche redatto da FlashStart realtà italiana leader nelle soluzioni di filtraggio DNS, la cui piattaforma è oggi presente in più di 150 Paesi, proteggendo ogni giorno la navigazione di 25 milioni di utenti e 12mila tra aziende, scuole ed enti governativi. Esperienza sul campo La ricerca è nata proprio dai risultati ottenuti sul campo da FlashStart. Per esempio, tra le circa 280 miliardi di richieste di accesso ai siti gestite dal filtro DNS di FlashStart negli ultimi 6 mesi dello scorso anno, il totale dei blocchi è stato di poco superiore a 6 miliardi, con una media di un sito bloccato ogni 50 richieste di accesso gestite. Circa la metà di questi siti bloccati (48,5%) conteneva una minaccia, sventata dal filtro DNS. Rispetto alle tipologie di minacce, la principale risulta essere rappresentata dalle botnet, ovvero reti di bot, presenti nell’80% dei siti che contenevano una minaccia per la sicurezza. Seguono, a grande distanza, malware, malicious activity non classificabili in pericoli noti, phishing e trojan. Interessante anche la provenienza geografica: sono Cina (spesso con spyware) e Stati Uniti (molte botnet) i Paesi che ospitano più siti da bloccare e da cui proviene il maggior numero di minacce.
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App con lo spyware dentro
SpinOk minaccia la privacy degli utenti Android attraverso giochi e applicazioni presenti nel catalogo di Google Play

Doctor Web, una società specializzata in sicurezza informatica, ha rilevato una nuova minaccia per gli utenti di dispositivi Android: Android.Spy.SpinOk, un modulo dannoso integrato in diverse app e giochi disponibili nel Play Store di Google. Secondo quanto riferito, pare sia in grado di raccogliere e trasferire dati personali sensibili degli utenti agli aggressori, nonché di sostituire e caricare il contenuto degli appunti su un server remoto. Android.Spy.SpinOk si presenta come uno strumento di marketing che offre agli utenti mini-giochi, un sistema di attività ed estrazioni a premi. Ma dietro questa facciata innocua, stabilisce una connessione con un server di comando e controllo e invia informazioni tecniche sul dispositivo infetto, tra cui dati provenienti dai sensori come il giroscopio e il magnetometro. Inoltre, Android.Spy.SpinOk carica banner pubblicitari nella WebView con collegamenti arbitrari ricevuti dal server. Tali elementi grafici contengono codice JavaScript che può accedere ai file e agli appunti presenti sul dispositivo dell’utente. Di conseguenza, gli aggressori possono rubare informazioni riservate come password, numeri di carta di credito, documenti e altro ancora.
Ecco la top ten dei programmi più popolari in cui è stato rilevato l’SDK trojan Android.Spy.SpinOk:
- Noizz: editor video con musica (almeno 100.000.000 di installazioni),
- Zapya- Trasferimento, condivisione di file (almeno 100.000.000 di installazioni; il modulo trojan era presente dalla versione 6.3.3 alla versione 6.4 ed è assente nella versione attuale 6.4.1),
- VFly: video editor&video maker (almeno 50.000.000 di installazioni),
- MVBit – MV video status maker (almeno 50.000.000 di installazioni),
- Biugo: video maker&video editor (almeno 50.000.000 di installazioni),
- Crazy Drop (almeno 10.000.000 di installazioni),
- Cashzine – Earn money reward (almeno 10.000.000 di installazioni),
- Fizzo Novel – Reading Offline (almeno 10.000.000 di installazioni),
- CashEM:Get Rewards (almeno 5.000.000 di installazioni),
- Tick:watch to earn (almeno 5.000.000 di installazioni).
La lista completa delle app può essere consultata al seguente link.
Leggi anche: App che rubano la password di Facebook
*illustrazione articolo progettata da Freepik
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Il malware che blocca la rete elettrica
Mandiant scopre COSMICENERGY, una vulnerabilità creata per causare interruzioni alla rete elettrica

Mandiant ha pubblicato una ricerca a seguito della scoperta di un nuovo malware specializzato per i sistemi OT, chiamato COSMICENERGY. A seguito di indagini e valutazioni, Mandiant ritiene che questo malware sia stato progettato per causare interruzioni dell’energia elettrica, interagendo con le unità terminali remote (RTU), comunemente utilizzate nelle operazioni di trasmissione e distribuzione elettrica in Europa, Medio Oriente e Asia. Il malware pare sia stato creato da un contractor di Rostelecom-Solar, una società russa di cyber security, come parte di uno strumento di red teaming per simulare esercitazioni di interruzione di energia. Secondo fonti pubbliche, Rostelecom-Solar nel 2019 ha ricevuto una sovvenzione da parte del governo russo per iniziare a formare esperti di sicurezza informatica e condurre esercitazioni di interruzione di energia elettrica e di risposta alle emergenze.
L’analisi del malware e delle sue funzionalità rivela che:
- COSMICENERGY è paragonabile, per quanto riguarda le capacità, a INDUSTROYER e INDUSTROYER.V2;
- COSMICENERGY presenta notevoli somiglianze tecniche con altre famiglie di malware OT, tra cui IRONGATE, TRITON e INCONTROLLER;
- Questa scoperta suggerisce che le barriere per limitare le attività offensive delle minacce OT si stanno pericolosamente abbassando.
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Così gli smart speaker aiutano i ladri
Utilizzando frequenze inudibili dagli esseri umani è possibile inviare comandi potenzialmente pericolosi.

Smart speaker, così come altri dispositivi dotati di microfono, sono prodotti a rischio: un team di ricercatori delle università del Texas e del Colorado ha difatti dimostrato come sia possibile inviare comandi vocali sfruttando frequenze non udibili dagli esseri umani, ma captati dai loro microfoni. L’attacco, chiamato NUIT (Near-Ultrasound Inaudible Trojan) funziona con tutti i principali assistenti digitali, ovvero Amazon Alexa, Google Assistant, Apple Siri e Microsoft Cortana: basta un audio con frequenza compresa tra 16 e 20 kHz (ad esempio durante la riproduzione di un video da YouTube o altra piattaforma) per far eseguire dei comandi all’assistente digitale senza che l’utente se ne accorga, e questo potrebbe essere un grosso problema se l’assistente è collegato al sistema di allarme o a meccanismi di apertura di porte o finestre (potete trovare su YouTube un video esplicativo su questa tipologia di attacco). I ricercatori descrivono così sul loro sito il lavoro condotto: “NUIT è un nuovo attacco impercettibile contro gli assistenti vocali (Siri, Google Assistant, Alexa, Cortana) che può essere condotto da remoto tramite Internet”. Purtroppo al momento, a parte Siri, nessun altro assistente può limitare l’esecuzione dei comandi su una voce specifica.
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Guai per gli smartphone Samsung e Google
Un malintenzionato potrebbe eseguire qualsiasi codice sui device all’insaputa dell’utente.

Project Zero, il team di ricerca sulla sicurezza di Google ha scoperto che i modem Samsung Exynos, utilizzati su diversi modelli della serie Galaxy, sui Pixel 6 e 7 con chip Tensor, sui dispositivi mobile Vivo, sui Galaxy Watch4 e 5 e su tutti i veicoli che utilizzano il chipset Exynos Auto T5123, soffrono di vulnerabilità zero-day che permettono l’esecuzione di codice da remoto da parte di un qualunque malintenzionato; basta solo che questi conosca il numero di telefono della potenziale vittima.
Al momento, Google ha introdotto delle patch per i Pixel con l’aggiornamento di sicurezza rilasciato il mese scorso; anche Samsung ha rilasciato degli aggiornamenti, ma ancora non tutti i prodotti coinvolti sono stati patchati. Per essere sicuri di essere protetti da eventuali attacchi è possibile soltanto disattivare le chiamate Wi-Fi e Voice-over-LTE (VoLTE) nelle impostazioni.
Leggi anche: Microsoft pubblica una patch per correggere 6 vulnerabilità Windows
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Telegram? Un supermercato per pirati!
Lo dice Kaspersky, che ha individuato veri e propri market per servizi di phishing.

Kaspersky ha individuato su Telegram una fiorente community che offre servizi di phishing, sia gratuiti che a pagamento, con pacchetti di Phishing-as-a-service offerti a un costo variabile tra i 10 e i 300 dollari e pensati per rubare sia dati personali che denaro. I suggerimenti offerti per difendersi sono i classici: basta imparare velocemente a non diffondere i propri dati, osservare con cura le email e non lasciarsi ingannare dai toni allarmistici di alcune di esse, ma anzi dubitare sempre della loro bontà e verificare gli indirizzi in esse contenuti. Evitiamo anche le connessioni non sicure (ad esempio le Wi-Fi pubbliche), sulle quali la sicurezza è inferiore e per i cybercriminali è semplice reindirizzare la navigazione degli utenti verso siti di phishing. Infine, verifichiamo sempre che i siti bancari siano veicolati tramite connessione HTTPS (e ovviamente non forniamo mai dati per email o chat Telegram!). Kaspersky ha rilevato negli ultimi sei mesi oltre 2,5 milioni di URL generati dai kit di phishing offerti su Telegram.
Leggi anche: Telegram per macOS a rischio!
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Il tool che libera i dati “sequestrati”
Buone notizie per le vittime di attacchi ransomware che da oggi avranno a disposizione un nuovo decryptor gratuito per il recupero dei dati.

CyberArk è la società che ha effettivamente sviluppato e pubblicato il decryptor White Phoenix grazie al quale le vittime di attacchi ransomware avranno a disposizione uno strumento per il recupero, anche se parziale, dei propri file. Lo sviluppo è finalizzato principalmente alla decrittazione dei dati ai quali è stata applicata la cosiddetta “crittografia discontinua”. Ricordiamo che con la crittografia discontinua, i dati di origine sono suddivisi in determinati blocchi, che vengono crittografati uno per uno a un certo intervallo. Gli esperti di CyberArk sono riusciti a recuperare con successo sia file PDF che altri formati di dati, inclusi i file che funzionano come archivi ZIP. Questi file includono documenti Word (docx, docm, dotx, dotm, odt), Excel (xlsx, xlsm, xltx, xltm, xlsb, xlam, ods) e PowerPoint (pptx, pptm, ptox, potm, ppsx, ppsm, odp). Il ripristino di questi tipi di file si ottiene utilizzando un tool di compressione dati, come 7zip, e un editor esadecimale per estrarre file XML non crittografati di documenti danneggiati.
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