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Linux sempre più colpito

Kaspersky sottolinea un aumento del numero di attacchi agli utenti Linux con exploit alla fine del 2023 inizio 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

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Gli ultimi dati di Kaspersky Security Network rivelano un aumento significativo degli attacchi con exploit verso gli utenti Linux. Il picco è stato raggiunto nel quarto trimestre del 2023, con la tendenza alla crescita che persiste nel 2024. Nel primo trimestre del 2024, si è registrato un incremento di quasi il 130% degli attacchi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

Percentuale di utenti Linux protetti dalle soluzioni Kaspersky che si trovano ad affrontare exploit di vulnerabilità nel periodo 2023-2024. I dati del 1° trimestre 2023 sono pari al 100%.

 

Linux sta guadagnando popolarità nel mercato dei sistemi operativi desktop, con una crescente quota di mercato e un aumento del numero di utenti. Secondo Alexander Kolesnikov di Kaspersky, questo spiega l’aumento delle minacce per Linux e prevede che il numero di exploit e attacchi crescerà ulteriormente. Sottolinea l’importanza di installare le patch e avere una soluzione di sicurezza affidabile, poiché le vulnerabilità che permettono il controllo del sistema di un utente sono particolarmente preziose per gli sviluppatori di exploit.

 

 Vulnerabilità critiche in aumento

Kaspersky ha registrato un aumento del 65% nel numero di CVE (Common Vulnerabilities and Exposures) negli ultimi quattro anni, passando da 15.000 nel 2019 a 25.000 nel 2023. Inoltre, nell’ultimo anno, le vulnerabilità critiche sono state segnalate con una frequenza tre volte superiore alla media del periodo di ricerca.

Nuove CVE con la quota di vulnerabilità critiche, 2019-2023. Fonte: cve.mitre.org

 

Per garantire la sicurezza informatica in azienda, Kaspersky fornisce i seguenti consigli:

  • Conoscere a fondo la propria infrastruttura e monitorare attentamente i suoi asset, con particolare attenzione al perimetro.
  • Implementare un processo di per rilevare le vulnerabilità del software all’interno dell’infrastruttura e installare tempestivamente le patch di sicurezza.
  • Eseguire valutazioni periodiche della sicurezza per identificare e correggere le vulnerabilità prima che diventino un punto di ingresso per un aggressore.

 

 

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

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Basta ricerche dirette con Google!

Andiamo oltre le query testuali semplici e dialoghiamo con un search engine che riassume e spiega i risultati

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Perplexity è un motore di ricerca e conversazione alimentato da chat bot AI che risponde alle domande utilizzando testo predittivo in linguaggio naturale. Si distingue dagli altri motori di ricerca perché si basa su molteplici modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per produrre le sue risposte, fornendo informazioni sintetizzate in un formato in linguaggio naturale di facile consultazione, con citazioni e approfondimenti dettagliati. Offre un’esperienza di ricerca più colloquiale e approfondita, utilizzando il linguaggio naturale per interpretare le query in base al contesto e, a differenza dei motori di ricerca standard che offrono agli utenti un elenco di link da seguire, fornisce direttamente informazioni in risposta alle query, promuove l’equità e l’imparzialità nel reperimento delle informazioni riducendo al minimo l’impatto dei pregiudizi e integra meccanismi di feedback degli utenti per adattarsi in modo proattivo alle loro esigenze e preferenze. Inoltre, Perplexity si distingue appunto per l’utilizzo di più modelli linguistici di grandi dimensioni per produrre risposte sintetizzate in un formato semplice e colloquiale, con la possibilità di fare domande di approfondimento (anche suggerite da Perplexity stesso), migliorando l’efficienza della ricerca, la pertinenza dei risultati e l’esperienza dell’utente attraverso un design intuitivo. In breve, è come avere accesso a un motore di ricerca potente come quello di Google ma con un accesso simile a quello di un chat bot. O, visto da un altro lato, come avere accesso a un chat bot che cita nel dettaglio tutte le fonti che usa. Attenzione alla privacy dei motori di ricerca assistiti dall’IA raccolgono spesso dati sulle query degli utenti, sulle loro abitudini di navigazione e talvolta anche dati personali per migliorare i loro algoritmi di ricerca e fornire risultati personalizzati. Se quindi stiamo dando l’addio a Google, comunque dobbiamo essere molto attenti a non condividere troppi dati personali con società che potrebbero comunque rivenderli a terze parti.

Se volete parlare con Perplexity in italiano, basta interrogarlo nella nostra lingua. Attenzione, però, perché la precisione dei risultati a volte è inferiore. In questa foto, infatti, le domande di approfondimento non sono corrette, mentre con una ricerca in inglese lo erano.

 

leggi anche: “Intelligenza artificiale per tutti!


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Sistemi di accesso biometrici vulnerabili

Kaspersky ha scoperto numerose falle nel terminale biometrico ibrido di ZKTeco, permettendo ai criminali di aggirare la verifica e rubare e divulgare dati biometrici, manipolare i dispositivi da remoto e installare backdoor

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Le falle nei dispositivi biometrici di ZKTeco sono state scoperte durante le analisi di Security Assessment condotte dagli esperti di Kaspersky. I risultati sono stati condivisi con il produttore prima di essere resi pubblici. Questi lettori biometrici, utilizzati in settori come impianti nucleari, uffici e ospedali, supportano il riconoscimento facciale e l’autenticazione tramite codice QR. Tuttavia, le vulnerabilità scoperte li espongono a vari attacchi. Kaspersky ha classificato le falle in base alle patch necessarie e le ha registrate sotto specifiche CVE (Common Vulnerabilities and Exposures).

 

Bypass fisico attraverso un falso codice QR

La vulnerabilità CVE-2023-3938 permette ai cybercriminali di eseguire attacchi di SQL injection inserendo codice dannoso nelle stringhe inviate al database di un terminale. Gli aggressori possono usare dati specifici nel codice QR per ottenere accesso non autorizzato alle aree riservate. Quando il terminale elabora una richiesta con un codice QR dannoso, il database lo riconosce erroneamente come proveniente da un utente legittimo. Se il codice QR contiene troppi dati malevoli, il dispositivo si riavvia invece di concedere l’accesso.

“Oltre alla sostituzione del codice QR, esiste un altro interessante vettore di attacco fisico. Se un malintenzionato riesce ad accedere al database del terminale, può sfruttare altre vulnerabilità per scaricare la foto di un utente legittimo, stamparla e usarla per ingannare la fotocamera e accedere a un’area protetta. Questo metodo, ovviamente, presenta alcune limitazioni. Richiede una foto stampata e il rilevamento del calore deve essere disattivato ma rappresenta comunque una potenziale minaccia significativa”, ha affermato Georgy Kiguradze, Senior Application Security Specialist di Kaspersky.

 

Furto di dati biometrici, implementazione di backdoor e altri pericoli

Le CVE-2023-3940 sono vulnerabilità in un componente software che permettono la lettura arbitraria di file, consentendo a un aggressore di accedere ed esfiltrare qualsiasi file del sistema, inclusi dati biometrici sensibili e hash delle password.
La CVE-2023-3942 consente il recupero di informazioni sensibili dell’utente e del sistema dai database dei dispositivi biometrici tramite attacchi SQL injection. Gli attori delle minacce possono non solo accedere e rubare, ma anche alterare da remoto il database di un lettore biometrico sfruttando la CVE-2023-3941. Questo insieme di vulnerabilità ha origine da una verifica impropria dell’input dell’utente in più componenti di sistema. Lo sfruttamento di questa vulnerabilità consente agli aggressori di caricare i propri dati, come le foto, aggiungendo così persone non autorizzate al database. Ciò potrebbe consentire loro di bypassare furtivamente i tornelli o le porte. Un’altra caratteristica critica di questa vulnerabilità permette di sostituire i file eseguibili, creando così una potenziale backdoor.
Lo sfruttamento riuscito di altri due gruppi di nuove falle – CVE-2023-3939 e CVE-2023-3943 – consente l’esecuzione di comandi o codici arbitrari sul dispositivo, garantendo all’aggressore il pieno controllo con il massimo livello di privilegi. Ciò consente al cybercriminale di modificare il funzionamento del dispositivo, sfruttandolo per lanciare attacchi ad altri nodi di rete ed espandere l’attacco a un’infrastruttura aziendale più ampia.

“L’impatto delle vulnerabilità scoperte è allarmante. Per cominciare, gli aggressori possono vendere i dati biometrici rubati sul dark web, esponendo le vittime all’ulteriore rischio di deepfake e di sofisticati attacchi di social engineering. Inoltre, la possibilità di modificare il database vanifica lo scopo originario dei dispositivi di controllo degli accessi, consentendo potenzialmente l’accesso ad aree riservate ad attori malintenzionati. Infine, alcune vulnerabilità permettono di creare una backdoor per infiltrarsi di nascosto in altre reti aziendali, favorendo lo sviluppo di attacchi sofisticati, tra cui cyberspionaggio o sabotaggio. Tutti questi fattori sottolineano l’urgenza di correggere queste vulnerabilità e di verificare accuratamente le impostazioni di sicurezza dei dispositivi per chi li utilizza in aree aziendali”, ha aggiunto Georgy Kiguradze.

Al momento in cui sono state pubblicate le informazioni sulle vulnerabilità, Kaspersky non dispone di indicazioni relative al rilascio delle patch.

Per contrastare eventuali cyberattacchi correlati, oltre a installare le patch, Kaspersky consiglia di adottare le seguenti misure:

  • Isolare l’uso del lettore biometrico in un segmento di rete separato.
  • Utilizzare password di amministratore robuste, cambiando quelle predefinite.
  • Verificare e rafforzare le impostazioni di sicurezza del dispositivo, modificando le impostazioni predefinite meno efficaci. Considerare l’attivazione o l’aggiunta del rilevamento della temperatura per evitare che l’autorizzazione sia data con una foto casuale.
  • Ridurre al minimo l’uso della funzionalità QR-code, se possibile.
  • Aggiornare regolarmente il firmware.

 

 

Leggi anche:”Kaspersky protegge la posta elettronica

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

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Il ruolo della GenAI nella sicurezza

Check Point ha collaborato con la società di ricerca Vanson Bourne per capire come i professionisti della sicurezza stanno adottando l’IA generativa (GenAI)

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L’Intelligenza Artificiale è uno degli argomenti più discussi del momento. Quando si combina con la sicurezza informatica, le possibilità e le sfide diventano straordinarie. Per molti professionisti della sicurezza, l’integrazione dell’IA con la cybersecurity è un passo fondamentale per migliorare le capacità di difesa contro attacchi sempre più sofisticati. Purtroppo, anche i criminali informatici stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per potenziare le proprie tecniche di attacco digitali. Check Point, in collaborazione con la società di ricerca Vanson Bourne, ha indagato su come i professionisti della sicurezza stiano adottando l’IA generativa (GenAI).

 

Problema di competenze

Nonostante oltre il 70% degli intervistati si dichiari fiducioso nelle difese della propria azienda, l’89% è meno ottimista e riconosce che l’assunzione di personale qualificato rappresenta una sfida significativa. Il divario di competenze in materia di sicurezza informatica ostacola seriamente l’efficacia delle organizzazioni nel costruire difese adeguate contro i crimini informatici potenziati dall’intelligenza artificiale.

Ricerca condotta da  Vanson Bourne – Ben l’89% dei professionisti della sicurezza e dell’IT segnala una significativa carenza di competenze, e mette in evidenza l’urgente necessità di soluzioni innovative.

 

I professionisti intervistati hanno dichiarato che la scarsità di competenze ostacola in modo significativo la capacità di un’organizzazione di condurre operazioni di sicurezza efficienti. Tra gli intervistati, il 98% di chi ha subito un attacco ha dichiarato di aver registrato un “impatto” sulle operazioni di sicurezza, e di questi, il 40% ha parlato di un “forte impatto”.

 

La GenAI è un motivo di ottimismo

Nessuna organizzazione, grande o piccola, può ignorare il potenziale impatto di un grave attacco informatico. Di conseguenza, le organizzazioni intervistate hanno dichiarato di essersi rivolte a strumenti basati sull’IA per potenziare la sicurezza informatica, come la risposta agli incidenti, la protezione dalle minacce e dalla perdita di dati. L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più importante nel fornire una migliore protezione al panorama digitale.

 

Ricerca condotta da Vanson Bourne – Il 97-99% delle organizzazioni utilizza strumenti basati sull’IA, con un significativo spostamento verso la GenAI per una strategia di sicurezza completa.

 

 

I vantaggi dell’IA Generativa 

Le organizzazioni stanno adottando l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) per scopi strategici, utilizzandola da oltre un anno per migliorare la sicurezza informatica contro le minacce più sofisticate. A livello globale, gli strumenti di GenAI sono apprezzati per la loro capacità di comprendere meglio il comportamento degli utenti e rilevare anomalie. Tuttavia, in Europa c’è meno consenso sull’efficienza dell’IA nel migliorare la prevenzione e il rilevamento delle minacce, ridurre il lavoro manuale e semplificare le operazioni di sicurezza. Al contrario, quasi il 50% dei professionisti dell’Area dell’Asia Pacifica (APAC) sostiene fortemente l’efficacia di GenAI in questi ambiti.

 

Ricerca condotta da Vanson Bourne – La GenAI è fondamentale per colmare il gap di competenze in materia di sicurezza informatica: il 98% delle organizzazioni interessate ne riconosce l’impatto sull’efficienza operativa.

 

 

Approfondimenti specifici per il settore

La GenAI può aiutare a colmare il divario di competenze in sicurezza informatica, potenziando le capacità esistenti e migliorando l’efficienza, specialmente nei settori con una forte domanda di competenze specializzate.

L’impatto della Gen-AI varia a seconda degli ambiti merceologici, con particolari benefici osservati nella sanità e nella finanza. Questi settori riconoscono il potenziale della Gen-AI nel ridurre significativamente il lavoro manuale e nell’aumentare l’efficienza della risposta agli incidenti.

Alla domanda “Pensando a GenAI/AI/ML Deep-Learning, in che misura sei d’accordo o meno con le seguenti affermazioni?”, la maggior parte degli intervistati concorda sul fatto che gli strumenti di IA miglioreranno la loro efficienza, aumenteranno i tassi di risposta agli incidenti e contribuiranno a colmare le lacune di competenze nelle loro organizzazioni.

Di seguito alcuni altri risultati:

  • L’IA ha ridotto /può ridurre in modo significativo il lavoro manuale per il nostro team di sicurezza: Sanità (32% in meno)
  • L’IA/ML Deep Learning può aumentare notevolmente la nostra efficienza nella risposta agli incidenti: Energia, petrolio/gas e servizi pubblici (36% in più)
  • L’intelligenza artificiale ha fatto / può fare aumentare significativamente il nostro tasso di rilevamento: Finanza/bancario/investimenti (35% in più)
  • L’AL/ML Deep Learning ha contribuito/può contribuire a colmare in modo sostanziale il divario di competenze in materia di sicurezza informatica nella mia organizzazione: Finanza/Banca/Investimenti (incremento del 28%)

 

Ricerca condotta da Vanson Bourne

 

Conclusioni

Sebbene le prospettive siano ottimistiche, permangono preoccupazioni e sfide. Le organizzazioni devono mantenere aggiornati i modelli di IA e garantire la conformità alle normative sui dati. L’integrazione dell’IA nella sicurezza offrirà sia vantaggi che sfide ai leader del settore. Tuttavia, è evidente che la GenAI trasformerà le organizzazioni, poiché i fornitori di sicurezza informatica integreranno una maggiore intelligenza. Adottare la GenAI con una visione strategica aprirà la strada a un futuro digitale più sicuro e resiliente. Per saperne di più su come sfruttare la GenAI per proteggere la propria organizzazione, consulta la pagina Web Check Point Infinity AI Copilot.

 

 

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DORA e la normativa UE

Data la complessità e l’interconnessione dell’ecosistema dei servizi finanziari, non sorprende che la resilienza operativa sia tuttora oggetto di esame e verifica da parte delle autorità. Le conseguenze di un’interruzione dei servizi, isolata o sistemica, in particolare a causa di attacchi informatici, potrebbero essere catastrofiche e le autorità si stanno giustamente concentrando sia sulla prevenzione che sulla mitigazione

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Per rispondere in modo efficace a queste sfide, dal 17 gennaio del prossimo anno entrerà in vigore il Digital Operational Resilience Act (DORA) dell’UE, che prevede severe sanzioni pecuniarie in caso di non conformità. L’obiettivo di DORA è quello di rafforzare “la sicurezza informatica di entità finanziarie come banche, compagnie assicurative e società di investimento e garantire che il settore finanziario in Europa sia in grado di rimanere resiliente in caso di gravi interruzioni operative.” A livello pratico, DORA armonizzerà le regole di resilienza operativa in 20 diverse tipologie di entità finanziarie e fornitori di servizi ICT di terze parti. Si tratta, tra l’altro, di istituti di credito e di pagamento, società di investimento, fornitori di servizi di cripto-asset, aziende del settore assicurativo e pensionistico e persino servizi di crowdfunding.
I regolamenti richiedono alle imprese di concentrarsi su una serie di aree chiave, che vanno dalla gestione del rischio ICT (compresi i fornitori di terze parti), ai test di resilienza operativa digitale e alla segnalazione degli incidenti, fino alla condivisione delle informazioni e all’implementazione di un framework di supervisione per i fornitori ICT critici di terze parti. Questi possono causare potenziali conseguenze di ampia portata per entità finanziarie e fornitori tech che operano senza processi o controlli adeguati.
Essendo una normativa dell’UE, DORA avrà valore non solo sulle aziende basate territorialmente nell’Unione, ma – in modo simile al GDPR – sarà rilevante anche per le entità finanziarie o fornitori di ICT che forniscono servizi ad aziende nell’Unione, ad esempio dal Regno Unito, che dovranno attenersi alle sue regole, con violazioni che possono comportare sanzioni fino al 2% del fatturato totale annuo mondiale, in base alla gravità del caso. Se l’applicazione del GDPR è un dato di fatto, le autorità di regolamentazione dell’UE sono pienamente concentrate sulle regole, con oltre 4 miliardi di euro riscossi su chi ha violato il GDPR dal 2018.

 

Pianificare la compliance

Quindi, a meno di un anno dall’inizio delle attività di supervisione, quali passi possono compiere le aziende per assicurarsi di essere conformi? Ci sono cinque punti fondamentali da tenere in considerazione:

  1. Creare team trasversali per coordinare un approccio organizzativo. Riunendo responsabili, esperti e stakeholder di aree come IT, cybersecurity, compliance, rischio e ufficio legale, diventa molto più facile garantire i livelli di collaborazione essenziali per il successo dello sviluppo della strategia. Inoltre, questo approccio contribuisce ad assicurare che le aziende possano sviluppare una conoscenza completa di come DORA si applichi da una serie di prospettive importanti.

 

  1. Impegnarsi in modo significativo per ottenere il consenso della leadership. La collaborazione tra i vari dipartimenti aiuterà anche a scoprire dettagli importanti inclusi in DORA, e non per forza evidenti a prima vista. Ad esempio, quanti responsabili sanno già che il Consiglio di Amministrazione e l’Amministratore Delegato devono possedere conoscenze e competenze necessarie per comprendere il rischio ICT e il suo impatto? In un mondo ideale, quindi, il senior management comprenderà e sosterrà la rilevanza e l’importanza di DORA ben prima di gennaio 2025. Questo può fare un’enorme differenza nei livelli di autorità, risorse e urgenza che possono essere applicati. Al contrario, le aziende che limitano la portata dei loro sforzi hanno molte più probabilità di incorrere in una violazione della compliance e nelle potenziali gravi sanzioni che potrebbero essere applicate.

 

  1. Valutare processi, capacità e potenziali vulnerabilità attuali. È fondamentale individuare tempestivamente eventuali lacune tra le attuali capacità di sicurezza e resilienza e i requisiti stabiliti da DORA. Le eventuali mancanze possono essere affrontate in modo proattivo e tempestivo, e non come reazione a una violazione della conformità.

 

  1. Aggiornare e stabilire chiari obiettivi di resilienza. Al centro di ogni strategia efficace di sicurezza e resilienza ci sono obiettivi chiari e perseguibili. DORA ne metterà a fuoco l’efficacia e spingerà le aziende a rivederli in modo costante. Ciò consentirà inoltre ai team di dare priorità alle attività di conformità e garantire che gli investimenti in cybersecurity e resilienza si allineino a DORA il prima possibile.

 

  1. Monitorare e agire in base agli aggiornamenti normativi. Nel corso del tempo, è probabile che le autorità dell’UE modifichino DORA per garantire che resti pienamente pertinente all’ecosistema dinamico che deve proteggere. Ciò significa che le aziende devono stabilire un processo per garantire di restare aggiornati su ogni sviluppo che possa avere impatto sui loro livelli di conformità. Questo dovrebbe essere supportato da processi che si concentrino sull’analisi delle lacune, sulla definizione delle priorità e sugli investimenti, in modo da formare un circolo virtuoso in cui la compliance resti sempre in primo piano.

 

In un ambiente in cui le normative giocano un ruolo sempre più importante nel determinare la direzione della strategia di cybersecurity, è fondamentale che le aziende affinino il loro approccio alla conformità in generale. In questo modo si apre la prospettiva di un vantaggio per tutti: la sicurezza digitale e la resilienza ricevono l’enfasi che meritano e un numero minore di imprese è vittima di gravi violazioni. Non è difficile prevedere che saranno sufficienti poche settimane per vedere annunciata la prima azione esecutiva legata a DORA. Le aziende che si preparano ora potranno ridurre al minimo le possibilità di finire sulle prime pagine dei giornali nel modo sbagliato.

di Darren Thomson, Field CTO EMEAI di Commvault

 

 

Leggi anche: “Parlamento UE boccia nuova direttiva sul copyrght

*illustrazione articolo by EIOPA

 

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Nuovo attacco a TikTok

Il noto social cinese sta affrontando un attacco informatico che ha preso di mira diversi marchi e celebrità. Ecco i consigli di Check Point per proteggere il proprio account

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Negli ultimi due anni, sono state segnalate numerose violazioni della piattaforma, accompagnate da un’azione legale del governo statunitense. Oggi, vari account, tra cui quelli della CNN e di Paris Hilton, riferiscono di aver perso l’accesso al proprio profilo a causa di un semplice clic su un messaggio diretto (DM) che esegue un codice malevolo.

Se possedete un account TikTok, prendetevi un momento per attivare l’autenticazione a due fattori prima di aprire qualsiasi messaggio diretto. Secondo recenti report, il malware si diffonde attraverso i DM all’interno dell’app TikTok e non richiede un download, un clic o una risposta, basta aprire il messaggio. Abilitando l’autenticazione a due fattori, aggiungerete un ulteriore livello di sicurezza al vostro login e potrete prevenire le attuali acquisizioni di account segnalate.

 

Ecco alcuni rapidi suggerimenti di Check Point per evitare la compromissione del vostro account TikTok e prevenire accessi non autorizzati a tutti i vostri account:

  1. Andate alla pagina di sicurezza di TikTok e attivate la funzione “Accedi con verifica”. Per attivare questa funzione di sicurezza è necessario fornire il proprio numero di telefono. Ogni volta che qualcuno cercherà di accedere al vostro account, TikTok vi invierà un messaggio di testo con una password unica (OTP) necessaria per l’accesso.

 

  1. Utilizzate una password forte e unica con caratteri speciali o, meglio ancora, un password manager.

 

  1. Se notate attività strane sul vostro account, segnalatele immediatamente a support.tiktok.com.

 

Leggi anche: “Tecniche di attacco su TikTok


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Vulnerabilità nello standard Wi-Fi

Il bug, identificato dai ricercatori dell’università belga KU Leuven, riguarda il protocollo Wi-Fi IEEE 802.11

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Una preoccupante vulnerabilità è stata scoperta nel protocollo Wi-Fi IEEE 802.11 grazie ai ricercatori dell’Università KU Leuven che, in collaborazione con Top10VPN, hanno identificato una falla che espone gli utenti a potenziali attacchi malevoli. La vulnerabilità, nota come CVE-2023-52424, interessa tutti i client Wi-Fi su vari sistemi operativi, compresi quelli che utilizzano lo standard di sicurezza WPA3. Questo bug risiede nel fatto che lo standard non prevede l’inclusione dell’identificativo delle reti, conosciuto come SSID, nel processo di autenticazione durante la generazione delle chiavi di cifratura. Un malintenzionato potrà così confondere le vittime, indirizzandole verso reti Wi-Fi fasulle e pericolose. La situazione peggiora in ambienti dove si utilizzano due reti Wi-Fi con credenziali comuni, aumentando la vulnerabilità ad attacchi noti come SSID confusion.

 

Analisi dell’attacco

Per sferrare l’attacco, un pirata si muove configurando un punto di accesso falso con lo stesso SSID di una rete sicura, reindirizzando così l’utente verso una rete meno protetta. Questo espone gli utenti a rischi significativi, inclusi attacchi tramite Key Reinstallation Attack (KRACK), che compromettono la sicurezza delle reti crittografate con WPA2 mediante la reinstallazione di chiavi crittografiche vecchie o già utilizzate.
Per contrastare gli attacchi di SSID, i ricercatori di KU Leuven suggeriscono di:

  • Aggiornare lo standard IEEE 802.11, rendendo obbligatoria l’autenticazione dell’SSID.
  • Migliorare la protezione dei beacon trasmessi dai punti di accesso per pubblicizzare la loro presenza, permettendo ai client connessi di rilevare eventuali modifiche dell’SSID.
  • Evitare il riutilizzo delle credenziali per diversi SSID.

 

 

Leggi anche: “Hackera il Wi-Fi con Pwnagotchi

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

 


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Come individuare una truffa deepfake

Consigli di Check Point per riconoscere un deepfake durante una videoconferenza

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I deepfake sono ormai parte della nostra quotidianità, sia a livello personale che professionale, grazie alla loro crescente sofisticazione. L’accesso facilitato agli strumenti di intelligenza artificiale ha migliorato notevolmente la capacità di imitare voce e movenze umane. Con il costo ridotto di queste tecnologie, i deepfake sono diventati sempre più comuni e convincenti.

La minaccia dei deepfake

Recenti ricerche dimostrano che bastano meno di 30 secondi di conversazione per creare un deepfake della voce di una persona, che può essere utilizzato senza limiti di tempo e a costo quasi nullo. Questa minaccia si estende ora anche ai video. Il numero di attacchi deepfake è cresciuto in modo allarmante: un rapporto di Sumsub Research del 2023 mostra un aumento globale di dieci volte rispetto al 2022, con un incremento del 1.740% in Nord America.

Per le aziende, la preoccupazione principale è che un dirigente possa essere impersonato da un deepfake, o che un dipendente con accessi privilegiati venga ingannato. Un esempio eclatante è il caso di un dipendente di Hong Kong, che ha autorizzato un pagamento di 25 milioni di dollari dopo una videoconferenza con quello che sembrava essere il direttore finanziario dell’azienda e altri colleghi, tutti deepfake. Questo incidente evidenzia l’evoluzione della tecnologia e il suo potenziale come vettore di minacce per le truffe aziendali.

 

Come difendersi dai deepfake

Per proteggersi, è essenziale adottare alcune precauzioni. Ecco tre strategie suggerite da Check Point:

Controllo di “vitalità”: Chiedere alla persona in video di girare la testa da un lato all’altro. Gli attuali strumenti di IA non riescono a creare immagini tridimensionali realistiche e potrebbero fallire nel renderizzare correttamente movimenti laterali. Se il volto scompare o appare innaturale, è meglio interrompere la chiamata.

Verifica della piattaforma: Controllare se i partecipanti utilizzano una versione con licenza aziendale del software di videoconferenza, che spesso mostra un URL personalizzato (es. nomeazienda.videoplatform.com). Comunicare in anticipo tramite un metodo diverso, come e-mail o chat, può rafforzare la fiducia. Se il meeting viene avviato da un account personale o qualcuno si unisce senza preavviso, potrebbe essere un segnale d’allarme.

Parole chiave interne: Concordare parole chiave da verificare tramite un canale diverso prima di eseguire azioni sensibili come trasferimenti di denaro. Questo approccio avrebbe evitato la truffa del dipendente di Hong Kong, che avrebbe potuto chiedere al CFO una parola d’ordine verificata separatamente.

 

Rimanere vigili

I dipendenti devono essere cauti e utilizzare tutte le strategie disponibili per identificare i deepfake, mantenendosi aggiornati sull’evoluzione della tecnologia IA. Le aziende possono supportare questi sforzi implementando soluzioni di cybersecurity efficaci, come protezioni per le e-mail che possano rilevare e bloccare inviti a riunioni pericolosi. Data la crescente minaccia, è fondamentale avere una protezione completa.

 

 

Leggo anche: “dati e identità protetti dall’IA

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

 


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