Connect with us

News

Apple fa la guerra agli sviluppatori

La nuova normativa UE apre un’alternativa all’App Store ma Apple sembra mirare a “bruciare” questi negozi

Avatar

Pubblicato

il

Volete mettere un collegamento per acquistare una app sul vostro sito o proporla su una varietà di piattaforme? Se volete distribuirla sugli iPhone, potreste avere delle difficoltà oppure pagare un caro prezzo per poterlo fare. Apple si trova a dover offrire delle alternative al testato e proficuo sistema basato su Apple Store e Apple Pay per la vendita delle app, sia nel vecchio continente sia in quello nuovo ma, oltre a sostenere che l’apertura a nuove soluzioni può mettere a rischio sicurezza e privacy degli utenti iOS, ha messo in atto dei metodi per coprire le proprie spese che riducono notevolmente i vantaggi di queste teoriche aperture del mercato per gli sviluppatori.

Cosa dice la normativa UE

La legge sui mercati digitali (o DMA da Digital Markets Act) è una norma europea che mira a regolamentare le grandi piattaforme online, denominate gatekeeper, per garantire una concorrenza leale e l’innovazione nel mercato digitale. La DMA stabilisce delle regole per i gatekeeper, imponendo una serie di obblighi per proteggere la libertà di scelta e la privacy degli utenti. Lo scopo della legge è evitare che operatori con un significativo potere di mercato, come Apple, possano abusarne. I gatekeeper hanno dovuto rispettare  gli obblighi delineati nel DMA, tra cui consentire l’interoperabilità con terze parti, fornire l’accesso ai dati generati dagli utenti e garantire un trattamento equo delle imprese sulle proprie piattaforme. La mancata osservanza può portare multe fino al 10% del fatturato annuo totale mondiale di un’azienda o persino rimedi strutturali come la cessione di sue parti. Come la legge sottolinea “Pratiche di un gatekeeper, come favorire i propri servizi o impedire agli utenti commerciali dei propri servizi di raggiungere i consumatori, possono eliminare la concorrenza, portando come conseguenze meno innovazione, meno qualità e prezzi più alti. Quando un gatekeeper adotta pratiche sleali, per esempio imponendo condizioni inique per l’accesso al proprio negozio online di applicazioni software o impedendo l’installazione di applicazioni provenienti da altre fonti, è probabile che i consumatori paghino di più o siano privati dei benefici che i servizi alternativi avrebbero potuto apportare”. Nel caso specifico di Apple, la legge comporta che gli sviluppatori, nell’App Store nell’UE per iOS, iPadOS, macOS, tvOS e watchOS, abbiano la possibilità di utilizzare fornitori di servizi di pagamento alternativi a quello di Apple per gli acquisti e possano offrire un collegamento alla propria pagina Web per completare le transazioni. Apple naturalmente si è adeguata alla normativa ma i costi legati alle opzioni pagamento alternative  hanno lasciato perplessi molti operatori del settore e sembrano annullare i benefici della legge.

Un esempio di quanto potrebbe dover pagare Meta per distribuire Instagram su un nuovo app store iOS. Senza programmi come Instagram, però, potranno decollare dei nuovi store di questo tipo?

Il costo di un’alternativa

Se uno sviluppatore continua a utilizzare il sistema di pagamento dell’App Store con il modello di commissione mondiale nell’UE, non è necessario alcun intervento. Per iniziare a utilizzare le nuove opzioni di elaborazione dei pagamenti, invece, lo sviluppatore deve accettare un addendum sui termini alternativi per le app distribuite nell’Unione Europea per tutti i suoi account. L’accordo include nuovi termini commerciali per queste app, tra cui una Core Technology Fee (CTF). Per le app iOS distribuite su App Store e/o su un marketplace alternativo che raggiungono una scala significativa, pagherete 0,50 € per ogni prima installazione annuale oltre 1 milione di esse. David Heinemeier Hansson, creatore di Ruby on Rails e fondatore di Basecamp e HEY, ha spiegato in un suo post  cosa significa in pratica in termini di costi. “Prendiamo Meta come esempio. Solo la loro applicazione Instagram è utilizzata da oltre 300 milioni di persone in Europa. Per semplificare i calcoli, diciamo che nell’UE ce ne sono 250 milioni. Per distribuire Instagram su, per esempio, un nuovo app store iOS di Microsoft, Meta dovrebbe pagare ad Apple 11.277.174 dollari AL MESE (!!!) come “Core Technology Fee”. Cioè 135 milioni di dollari all’anno. Solo per il privilegio di inserire Instagram in un negozio concorrente. Non è previsto alcun compenso se l’applicazione rimane esclusivamente nell’App Store di Apple”. Heinemeier parla di “estorsione” riferendosi a questi costi e prosegue così: “E Meta ha molte applicazioni di successo! In Europa WhatsApp è ancora più popolare di Instagram, quindi si tratta di altri 135 milioni di dollari all’anno. Poi devono pagare anche l’app di Facebook. E c’è l’app Messenger. Se si aggiungono cento milioni qui e cento milioni là, improvvisamente si parla di cifre davvero importanti! Anche per una grande azienda come Meta, sarebbe una spesa folle offrire tutte le proprie applicazioni in questi nuovi app store alternativi. Il che, ovviamente, è il punto chiave. Apple non vuole che Meta, o chiunque altro, utilizzi questi negozi alternativi. Vogliono che tutto rimanga esattamente com’è, in modo da poter continuare la loro routine indisturbati. Questa strategia è quindi esplicitamente progettata per garantire che nessun negozio di app di terze parti possa mai decollare. Senza le grandi app, non ci sarà alcuna attrazione e non ci saranno store. Tutti gli sforzi dell’UE per creare concorrenza nei mercati digitali saranno inutili. E Apple potrà inviare un chiaro segnale: ‘se interrompete il nostro gatekeeping, ve ne faremo pentire e dovrete pagare. Non opponete resistenza, lasciate perdere’. Speriamo che l’UE non lasci perdere”. Un iPhone è di fatto un computer? In un ulteriore post, Hansson sottolinea un altro aspetto importante di questa controversia. “La disputa sull’App Store si riduce a una grande domanda: l’iPhone è un computer o no? Se è un computer, dovremmo avere il diritto di calcolo. Come i consumatori hanno ottenuto il diritto alla riparazione. Se è un computer, dovrebbe essere vostro e dovreste avere il diritto di installare qualsiasi software desideriate. Se non è un computer, allora cos’è? Una console di gioco? Un elettrodomestico? Un giocattolo? C’è uno spettro in queste definizioni in cui i consumatori forse non si aspetterebbero il diritto di installare software di loro scelta, anche se c’è un “computer” da qualche parte all’interno dell’oggetto. E sospetto che sia proprio questo modello mentale ad animare i sostenitori di Apple su questo tema. Vogliono sfuggire alla libertà di possedere un computer. Ma credo che la maggior parte delle persone, a conti fatti, creda che il proprio smartphone sia un vero e proprio computer. E che dopo aver pagato anche più di 1.000 euro per questo computer, dovrebbero essere in grado di installare qualsiasi software desiderino. Senza dover chiedere il permesso ad Apple o a Google! Dovrebbero essere in grado di avere un rapporto diretto con aziende come Adobe, Epic, Netflix o 37signals, senza l’intermediazione di un casellante che dica loro cosa è consentito o che chieda una percentuale spropositata. Proprio come hanno potuto fare con ogni moderno PC fin dagli albori dell’informatica”.

Un freno per le app gratuite

Non sono solo i grandi sviluppatori come Meta a soffrire della nuova politica di Apple. Come sottolineato dal sito Macrumors, questo potrebbe infatti portare gli sviluppatori di applicazioni freemium alla bancarotta se scegliessero di usare pagamenti o store alternativi. Se per esempio sviluppate un’app gratuita e avete la fortuna che diventi un successo con oltre un milione di installazioni, vi troverete a pagare 0,50 € al mese per ogni utente. Con due milioni di installazioni, sono più di 41.000 € al mese, come potete vedere nella foto qui accanto, fatta con il sistema di calcolo offerto da Apple. Questo modello risulta insostenibile per le app gratuite mentre quelle freemium devono generare almeno 0,50 € per utente per sostenere le spese. Per evitare il rischio di andare in perdita, gli sviluppatori potrebbero dover richiedere un pagamento iniziale per le loro app… rinunciando quindi di fatto a essere freemium, perché questa strategia commerciale prevede che l’app sia offerta gratuitamente e che solo funzionalità, servizi o contenuti aggiuntivi richiedano un pagamento. Conviene quindi lasciare tutto com’è, senza avere pagamenti e metodi di distribuzioni alternativi ed eliminando in questo modo le spese fisse… ma con questa situazione il provvedimento dell’UE è riuscito a creare un mercato più libero? Apple dichiara nel suo comunicato stampa  che l’aumento di costi si applica solo all’1% delle app. Resta però la domanda se gli altri app store possano essere competitivi senza quell’1% di grande successo.

Con due milioni di installazioni, un’app gratuita ha più di 41.000 € al mese di costi fissi se usa app store o sistemi di pagamento alternativi, ma nessun costo fisso se mantiene il contratto Apple tradizionale

 

Leggi anche: “Apple corre ai ripari

 

[wpdevart_facebook_comment curent_url="http://developers.facebook.com/docs/plugins/comments/" order_type="social" title_text="Facebook Comment" title_text_color="#000000" title_text_font_size="22" title_text_font_famely="monospace" title_text_position="left" width="100%" bg_color="#d4d4d4" animation_effect="random" count_of_comments="7" ]

News

L’IA al servizio degli hacker

Akamai analizza la campagna di cryptomining che sfrutta la vulnerabilità di PAN-OS

Avatar

Pubblicato

il

Recentemente, con la divulgazione di un exploit pubblico per una vulnerabilità zero-day (CVE) nei sistemi PAN-OS di Palo Alto, Akamai ha osservato un aumento dell’attività da parte di attori malevoli specializzati nel cryptomining. La vulnerabilità, scoperta dalla società di sicurezza Volexity e pubblicata lo scorso mese di aprile, permette a un utente malintenzionato di creare file arbitrari e potenzialmente eseguire comandi con privilegi di root tramite la manipolazione del cookie SESSID e una tecnica di path traversal.

Inizialmente, dopo la divulgazione della CVE, la maggior parte delle attività riguardava sonde di vulnerabilità da parte di ricercatori e difensori. Tuttavia, recentemente Akamai ha rilevato un preoccupante aumento di tentativi di esecuzione di comandi per scaricare e avviare script bash da indirizzi IP diversi. Questo indica un intento malevolo di sfruttare la vulnerabilità per installare software di cryptomining su sistemi vulnerabili, degradando le prestazioni dei sistemi colpiti e generando criptovaluta utilizzando le risorse del sistema infettato.
È cruciale per le aziende adottare misure proattive, come l’implementazione tempestiva di patch di sicurezza e il monitoraggio costante dell’attività di rete, per proteggere i propri sistemi da queste vulnerabilità critiche.
Akamai continuerà a monitorare queste e altre minacce e fornirà ulteriori informazioni non appena si presenteranno. Aggiornamenti in tempo reale su ulteriori ricerche sono disponibili sul canale Twitter di Akamai.

 

 

Leggi anche: “Vulnerabilità nello standard Wi-Fi”

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

 

Continua a Leggere

News

Pirati all’attacco di Euro 2024

Kaspersky scopre fake ticket, streaming a basso costo e criptovalute di Harry Kane

Avatar

Pubblicato

il

Con l’inizio degli Europei di calcio 2024, milioni di tifosi seguono le partite dai propri schermi o dagli stadi, e i criminali informatici ne approfittano per sfruttare questo evento atteso. Gli esperti di Kaspersky hanno scoperto numerose truffe mascherate da offerte legate a UEFA 2024, mirate a rubare dati e denaro degli utenti.

Una delle truffe più comuni durante gli Europei di calcio è quella dei biglietti, e anche quest’anno non ha fatto eccezione. Gli esperti di Kaspersky hanno individuato una pagina fraudolenta che si presentava come una nota compagnia energetica tedesca, offrendo biglietti gratuiti per EURO 2024. Dopo l’acquisto, gli utenti sono invitati a fornire nome, numero di telefono e indirizzo. Questa truffa mirata si rivolge a dipendenti e partner dell’azienda, con l’obiettivo di infiltrarsi nella sua infrastruttura.

Esempio di pagina di phishing che offre l’acquisto di biglietti per la partita

 

Frode di criptovalute

I truffatori stanno approfittando della popolarità degli EURO 2024 per vendere criptovalute personalizzate con i nomi dei giocatori famosi, promettendo alti rendimenti. Un esempio scoperto da Kaspersky coinvolge criptovalute intitolate a Harry Kane, promosse attraverso e-mail e social media come Twitter, Facebook e Telegram. I trader, desiderosi di non perdere l’occasione, acquistano in fretta, facendo aumentare il prezzo. I truffatori, quindi, vendono le loro partecipazioni quando il prezzo è alto, causando un crollo del valore in pochi minuti.

Esempio di cryptoscam che sfrutta EURO 2024

 

Fake streaming

Gli spettatori online devono prestare attenzione, poiché gli esperti di Kaspersky hanno scoperto false piattaforme di streaming che offrono una copertura esclusiva dell’evento a prezzi bassi. Oltre alla violazione di dati personali e finanziari, questi siti possono contenere vulnerabilità XSS che consentono agli aggressori di controllare il browser.

 

Fake merchandising

Gli esperti hanno anche trovato store online fraudolenti che vendevano merchandising per i tifosi: divise, sciarpe, cappelli e molto altro con uno sconto del 40%. Inutile dire che chi è stato ingannato non ha mai ricevuto l’articolo scelto.

Per proteggersi da questo tipo di truffe, gli esperti di Kaspersky consigliano di:

  • Verificare l’autenticità: acquistare biglietti, merchandising o servizi sono da fornitori ufficiali e affidabili. Controllare il sito web ufficiale dell’evento per conoscere i venditori autorizzati.
  • Diffidare dalle offerte: se un’offerta sembra troppo bella per essere vera, è probabile che lo sia. È importante prestare attenzione agli sconti elevati e alle offerte esclusive, soprattutto se provengono da fonti sconosciute.
  • Proteggere i propri dati: evitare di condividere informazioni personali e finanziarie su siti web sconosciuti. È importante assicurarsi che il sito sia sicuro cercando “https” nell’URL e il simbolo del lucchetto nella barra del browser.
  • Aggiornare sempre il proprio security software e antivirus per proteggersi da malware e attacchi di phishing.
  • Restare sempre aggiornati sulle tattiche di truffa più comuni e su come riconoscerle. Seguire gli aggiornamenti degli esperti di cybersecurity e delle fonti ufficiali.

 

Leggi anche: “Calcio da cyber-professionisti


Hai trovato questo articolo interessante? Seguici su Facebook , Twitter, Mastodon

Continua a Leggere

News

Basta ricerche dirette con Google!

Andiamo oltre le query testuali semplici e dialoghiamo con un search engine che riassume e spiega i risultati

Avatar

Pubblicato

il

Perplexity è un motore di ricerca e conversazione alimentato da chat bot AI che risponde alle domande utilizzando testo predittivo in linguaggio naturale. Si distingue dagli altri motori di ricerca perché si basa su molteplici modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per produrre le sue risposte, fornendo informazioni sintetizzate in un formato in linguaggio naturale di facile consultazione, con citazioni e approfondimenti dettagliati. Offre un’esperienza di ricerca più colloquiale e approfondita, utilizzando il linguaggio naturale per interpretare le query in base al contesto e, a differenza dei motori di ricerca standard che offrono agli utenti un elenco di link da seguire, fornisce direttamente informazioni in risposta alle query, promuove l’equità e l’imparzialità nel reperimento delle informazioni riducendo al minimo l’impatto dei pregiudizi e integra meccanismi di feedback degli utenti per adattarsi in modo proattivo alle loro esigenze e preferenze. Inoltre, Perplexity si distingue appunto per l’utilizzo di più modelli linguistici di grandi dimensioni per produrre risposte sintetizzate in un formato semplice e colloquiale, con la possibilità di fare domande di approfondimento (anche suggerite da Perplexity stesso), migliorando l’efficienza della ricerca, la pertinenza dei risultati e l’esperienza dell’utente attraverso un design intuitivo. In breve, è come avere accesso a un motore di ricerca potente come quello di Google ma con un accesso simile a quello di un chat bot. O, visto da un altro lato, come avere accesso a un chat bot che cita nel dettaglio tutte le fonti che usa. Attenzione alla privacy dei motori di ricerca assistiti dall’IA raccolgono spesso dati sulle query degli utenti, sulle loro abitudini di navigazione e talvolta anche dati personali per migliorare i loro algoritmi di ricerca e fornire risultati personalizzati. Se quindi stiamo dando l’addio a Google, comunque dobbiamo essere molto attenti a non condividere troppi dati personali con società che potrebbero comunque rivenderli a terze parti.

Se volete parlare con Perplexity in italiano, basta interrogarlo nella nostra lingua. Attenzione, però, perché la precisione dei risultati a volte è inferiore. In questa foto, infatti, le domande di approfondimento non sono corrette, mentre con una ricerca in inglese lo erano.

 

leggi anche: “Intelligenza artificiale per tutti!

Continua a Leggere

News

Sistemi di accesso biometrici vulnerabili

Kaspersky ha scoperto numerose falle nel terminale biometrico ibrido di ZKTeco, permettendo ai criminali di aggirare la verifica e rubare e divulgare dati biometrici, manipolare i dispositivi da remoto e installare backdoor

Avatar

Pubblicato

il

Le falle nei dispositivi biometrici di ZKTeco sono state scoperte durante le analisi di Security Assessment condotte dagli esperti di Kaspersky. I risultati sono stati condivisi con il produttore prima di essere resi pubblici. Questi lettori biometrici, utilizzati in settori come impianti nucleari, uffici e ospedali, supportano il riconoscimento facciale e l’autenticazione tramite codice QR. Tuttavia, le vulnerabilità scoperte li espongono a vari attacchi. Kaspersky ha classificato le falle in base alle patch necessarie e le ha registrate sotto specifiche CVE (Common Vulnerabilities and Exposures).

 

Bypass fisico attraverso un falso codice QR

La vulnerabilità CVE-2023-3938 permette ai cybercriminali di eseguire attacchi di SQL injection inserendo codice dannoso nelle stringhe inviate al database di un terminale. Gli aggressori possono usare dati specifici nel codice QR per ottenere accesso non autorizzato alle aree riservate. Quando il terminale elabora una richiesta con un codice QR dannoso, il database lo riconosce erroneamente come proveniente da un utente legittimo. Se il codice QR contiene troppi dati malevoli, il dispositivo si riavvia invece di concedere l’accesso.

“Oltre alla sostituzione del codice QR, esiste un altro interessante vettore di attacco fisico. Se un malintenzionato riesce ad accedere al database del terminale, può sfruttare altre vulnerabilità per scaricare la foto di un utente legittimo, stamparla e usarla per ingannare la fotocamera e accedere a un’area protetta. Questo metodo, ovviamente, presenta alcune limitazioni. Richiede una foto stampata e il rilevamento del calore deve essere disattivato ma rappresenta comunque una potenziale minaccia significativa”, ha affermato Georgy Kiguradze, Senior Application Security Specialist di Kaspersky.

 

Furto di dati biometrici, implementazione di backdoor e altri pericoli

Le CVE-2023-3940 sono vulnerabilità in un componente software che permettono la lettura arbitraria di file, consentendo a un aggressore di accedere ed esfiltrare qualsiasi file del sistema, inclusi dati biometrici sensibili e hash delle password.
La CVE-2023-3942 consente il recupero di informazioni sensibili dell’utente e del sistema dai database dei dispositivi biometrici tramite attacchi SQL injection. Gli attori delle minacce possono non solo accedere e rubare, ma anche alterare da remoto il database di un lettore biometrico sfruttando la CVE-2023-3941. Questo insieme di vulnerabilità ha origine da una verifica impropria dell’input dell’utente in più componenti di sistema. Lo sfruttamento di questa vulnerabilità consente agli aggressori di caricare i propri dati, come le foto, aggiungendo così persone non autorizzate al database. Ciò potrebbe consentire loro di bypassare furtivamente i tornelli o le porte. Un’altra caratteristica critica di questa vulnerabilità permette di sostituire i file eseguibili, creando così una potenziale backdoor.
Lo sfruttamento riuscito di altri due gruppi di nuove falle – CVE-2023-3939 e CVE-2023-3943 – consente l’esecuzione di comandi o codici arbitrari sul dispositivo, garantendo all’aggressore il pieno controllo con il massimo livello di privilegi. Ciò consente al cybercriminale di modificare il funzionamento del dispositivo, sfruttandolo per lanciare attacchi ad altri nodi di rete ed espandere l’attacco a un’infrastruttura aziendale più ampia.

“L’impatto delle vulnerabilità scoperte è allarmante. Per cominciare, gli aggressori possono vendere i dati biometrici rubati sul dark web, esponendo le vittime all’ulteriore rischio di deepfake e di sofisticati attacchi di social engineering. Inoltre, la possibilità di modificare il database vanifica lo scopo originario dei dispositivi di controllo degli accessi, consentendo potenzialmente l’accesso ad aree riservate ad attori malintenzionati. Infine, alcune vulnerabilità permettono di creare una backdoor per infiltrarsi di nascosto in altre reti aziendali, favorendo lo sviluppo di attacchi sofisticati, tra cui cyberspionaggio o sabotaggio. Tutti questi fattori sottolineano l’urgenza di correggere queste vulnerabilità e di verificare accuratamente le impostazioni di sicurezza dei dispositivi per chi li utilizza in aree aziendali”, ha aggiunto Georgy Kiguradze.

Al momento in cui sono state pubblicate le informazioni sulle vulnerabilità, Kaspersky non dispone di indicazioni relative al rilascio delle patch.

Per contrastare eventuali cyberattacchi correlati, oltre a installare le patch, Kaspersky consiglia di adottare le seguenti misure:

  • Isolare l’uso del lettore biometrico in un segmento di rete separato.
  • Utilizzare password di amministratore robuste, cambiando quelle predefinite.
  • Verificare e rafforzare le impostazioni di sicurezza del dispositivo, modificando le impostazioni predefinite meno efficaci. Considerare l’attivazione o l’aggiunta del rilevamento della temperatura per evitare che l’autorizzazione sia data con una foto casuale.
  • Ridurre al minimo l’uso della funzionalità QR-code, se possibile.
  • Aggiornare regolarmente il firmware.

 

 

Leggi anche:”Kaspersky protegge la posta elettronica

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 

Continua a Leggere

News

Il ruolo della GenAI nella sicurezza

Check Point ha collaborato con la società di ricerca Vanson Bourne per capire come i professionisti della sicurezza stanno adottando l’IA generativa (GenAI)

Avatar

Pubblicato

il

L’Intelligenza Artificiale è uno degli argomenti più discussi del momento. Quando si combina con la sicurezza informatica, le possibilità e le sfide diventano straordinarie. Per molti professionisti della sicurezza, l’integrazione dell’IA con la cybersecurity è un passo fondamentale per migliorare le capacità di difesa contro attacchi sempre più sofisticati. Purtroppo, anche i criminali informatici stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per potenziare le proprie tecniche di attacco digitali. Check Point, in collaborazione con la società di ricerca Vanson Bourne, ha indagato su come i professionisti della sicurezza stiano adottando l’IA generativa (GenAI).

 

Problema di competenze

Nonostante oltre il 70% degli intervistati si dichiari fiducioso nelle difese della propria azienda, l’89% è meno ottimista e riconosce che l’assunzione di personale qualificato rappresenta una sfida significativa. Il divario di competenze in materia di sicurezza informatica ostacola seriamente l’efficacia delle organizzazioni nel costruire difese adeguate contro i crimini informatici potenziati dall’intelligenza artificiale.

Ricerca condotta da  Vanson Bourne – Ben l’89% dei professionisti della sicurezza e dell’IT segnala una significativa carenza di competenze, e mette in evidenza l’urgente necessità di soluzioni innovative.

 

I professionisti intervistati hanno dichiarato che la scarsità di competenze ostacola in modo significativo la capacità di un’organizzazione di condurre operazioni di sicurezza efficienti. Tra gli intervistati, il 98% di chi ha subito un attacco ha dichiarato di aver registrato un “impatto” sulle operazioni di sicurezza, e di questi, il 40% ha parlato di un “forte impatto”.

 

La GenAI è un motivo di ottimismo

Nessuna organizzazione, grande o piccola, può ignorare il potenziale impatto di un grave attacco informatico. Di conseguenza, le organizzazioni intervistate hanno dichiarato di essersi rivolte a strumenti basati sull’IA per potenziare la sicurezza informatica, come la risposta agli incidenti, la protezione dalle minacce e dalla perdita di dati. L’intelligenza artificiale sta assumendo un ruolo sempre più importante nel fornire una migliore protezione al panorama digitale.

 

Ricerca condotta da Vanson Bourne – Il 97-99% delle organizzazioni utilizza strumenti basati sull’IA, con un significativo spostamento verso la GenAI per una strategia di sicurezza completa.

 

 

I vantaggi dell’IA Generativa 

Le organizzazioni stanno adottando l’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) per scopi strategici, utilizzandola da oltre un anno per migliorare la sicurezza informatica contro le minacce più sofisticate. A livello globale, gli strumenti di GenAI sono apprezzati per la loro capacità di comprendere meglio il comportamento degli utenti e rilevare anomalie. Tuttavia, in Europa c’è meno consenso sull’efficienza dell’IA nel migliorare la prevenzione e il rilevamento delle minacce, ridurre il lavoro manuale e semplificare le operazioni di sicurezza. Al contrario, quasi il 50% dei professionisti dell’Area dell’Asia Pacifica (APAC) sostiene fortemente l’efficacia di GenAI in questi ambiti.

 

Ricerca condotta da Vanson Bourne – La GenAI è fondamentale per colmare il gap di competenze in materia di sicurezza informatica: il 98% delle organizzazioni interessate ne riconosce l’impatto sull’efficienza operativa.

 

 

Approfondimenti specifici per il settore

La GenAI può aiutare a colmare il divario di competenze in sicurezza informatica, potenziando le capacità esistenti e migliorando l’efficienza, specialmente nei settori con una forte domanda di competenze specializzate.

L’impatto della Gen-AI varia a seconda degli ambiti merceologici, con particolari benefici osservati nella sanità e nella finanza. Questi settori riconoscono il potenziale della Gen-AI nel ridurre significativamente il lavoro manuale e nell’aumentare l’efficienza della risposta agli incidenti.

Alla domanda “Pensando a GenAI/AI/ML Deep-Learning, in che misura sei d’accordo o meno con le seguenti affermazioni?”, la maggior parte degli intervistati concorda sul fatto che gli strumenti di IA miglioreranno la loro efficienza, aumenteranno i tassi di risposta agli incidenti e contribuiranno a colmare le lacune di competenze nelle loro organizzazioni.

Di seguito alcuni altri risultati:

  • L’IA ha ridotto /può ridurre in modo significativo il lavoro manuale per il nostro team di sicurezza: Sanità (32% in meno)
  • L’IA/ML Deep Learning può aumentare notevolmente la nostra efficienza nella risposta agli incidenti: Energia, petrolio/gas e servizi pubblici (36% in più)
  • L’intelligenza artificiale ha fatto / può fare aumentare significativamente il nostro tasso di rilevamento: Finanza/bancario/investimenti (35% in più)
  • L’AL/ML Deep Learning ha contribuito/può contribuire a colmare in modo sostanziale il divario di competenze in materia di sicurezza informatica nella mia organizzazione: Finanza/Banca/Investimenti (incremento del 28%)

 

Ricerca condotta da Vanson Bourne

 

Conclusioni

Sebbene le prospettive siano ottimistiche, permangono preoccupazioni e sfide. Le organizzazioni devono mantenere aggiornati i modelli di IA e garantire la conformità alle normative sui dati. L’integrazione dell’IA nella sicurezza offrirà sia vantaggi che sfide ai leader del settore. Tuttavia, è evidente che la GenAI trasformerà le organizzazioni, poiché i fornitori di sicurezza informatica integreranno una maggiore intelligenza. Adottare la GenAI con una visione strategica aprirà la strada a un futuro digitale più sicuro e resiliente. Per saperne di più su come sfruttare la GenAI per proteggere la propria organizzazione, consulta la pagina Web Check Point Infinity AI Copilot.

 

 


Hai trovato questo articolo interessante? Seguici su Facebook , Twitter, Mastodon

Continua a Leggere

News

Linux sempre più colpito

Kaspersky sottolinea un aumento del numero di attacchi agli utenti Linux con exploit alla fine del 2023 inizio 2024, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

Avatar

Pubblicato

il

Gli ultimi dati di Kaspersky Security Network rivelano un aumento significativo degli attacchi con exploit verso gli utenti Linux. Il picco è stato raggiunto nel quarto trimestre del 2023, con la tendenza alla crescita che persiste nel 2024. Nel primo trimestre del 2024, si è registrato un incremento di quasi il 130% degli attacchi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

Percentuale di utenti Linux protetti dalle soluzioni Kaspersky che si trovano ad affrontare exploit di vulnerabilità nel periodo 2023-2024. I dati del 1° trimestre 2023 sono pari al 100%.

 

Linux sta guadagnando popolarità nel mercato dei sistemi operativi desktop, con una crescente quota di mercato e un aumento del numero di utenti. Secondo Alexander Kolesnikov di Kaspersky, questo spiega l’aumento delle minacce per Linux e prevede che il numero di exploit e attacchi crescerà ulteriormente. Sottolinea l’importanza di installare le patch e avere una soluzione di sicurezza affidabile, poiché le vulnerabilità che permettono il controllo del sistema di un utente sono particolarmente preziose per gli sviluppatori di exploit.

 

 Vulnerabilità critiche in aumento

Kaspersky ha registrato un aumento del 65% nel numero di CVE (Common Vulnerabilities and Exposures) negli ultimi quattro anni, passando da 15.000 nel 2019 a 25.000 nel 2023. Inoltre, nell’ultimo anno, le vulnerabilità critiche sono state segnalate con una frequenza tre volte superiore alla media del periodo di ricerca.

Nuove CVE con la quota di vulnerabilità critiche, 2019-2023. Fonte: cve.mitre.org

 

Per garantire la sicurezza informatica in azienda, Kaspersky fornisce i seguenti consigli:

  • Conoscere a fondo la propria infrastruttura e monitorare attentamente i suoi asset, con particolare attenzione al perimetro.
  • Implementare un processo di per rilevare le vulnerabilità del software all’interno dell’infrastruttura e installare tempestivamente le patch di sicurezza.
  • Eseguire valutazioni periodiche della sicurezza per identificare e correggere le vulnerabilità prima che diventino un punto di ingresso per un aggressore.

 

 

 

*illustrazione articolo progettata da  Freepik

 


Hai trovato questo articolo interessante? Seguici su Facebook , Twitter, Mastodon

Continua a Leggere

News

DORA e la normativa UE

Data la complessità e l’interconnessione dell’ecosistema dei servizi finanziari, non sorprende che la resilienza operativa sia tuttora oggetto di esame e verifica da parte delle autorità. Le conseguenze di un’interruzione dei servizi, isolata o sistemica, in particolare a causa di attacchi informatici, potrebbero essere catastrofiche e le autorità si stanno giustamente concentrando sia sulla prevenzione che sulla mitigazione

Avatar

Pubblicato

il

Per rispondere in modo efficace a queste sfide, dal 17 gennaio del prossimo anno entrerà in vigore il Digital Operational Resilience Act (DORA) dell’UE, che prevede severe sanzioni pecuniarie in caso di non conformità. L’obiettivo di DORA è quello di rafforzare “la sicurezza informatica di entità finanziarie come banche, compagnie assicurative e società di investimento e garantire che il settore finanziario in Europa sia in grado di rimanere resiliente in caso di gravi interruzioni operative.” A livello pratico, DORA armonizzerà le regole di resilienza operativa in 20 diverse tipologie di entità finanziarie e fornitori di servizi ICT di terze parti. Si tratta, tra l’altro, di istituti di credito e di pagamento, società di investimento, fornitori di servizi di cripto-asset, aziende del settore assicurativo e pensionistico e persino servizi di crowdfunding.
I regolamenti richiedono alle imprese di concentrarsi su una serie di aree chiave, che vanno dalla gestione del rischio ICT (compresi i fornitori di terze parti), ai test di resilienza operativa digitale e alla segnalazione degli incidenti, fino alla condivisione delle informazioni e all’implementazione di un framework di supervisione per i fornitori ICT critici di terze parti. Questi possono causare potenziali conseguenze di ampia portata per entità finanziarie e fornitori tech che operano senza processi o controlli adeguati.
Essendo una normativa dell’UE, DORA avrà valore non solo sulle aziende basate territorialmente nell’Unione, ma – in modo simile al GDPR – sarà rilevante anche per le entità finanziarie o fornitori di ICT che forniscono servizi ad aziende nell’Unione, ad esempio dal Regno Unito, che dovranno attenersi alle sue regole, con violazioni che possono comportare sanzioni fino al 2% del fatturato totale annuo mondiale, in base alla gravità del caso. Se l’applicazione del GDPR è un dato di fatto, le autorità di regolamentazione dell’UE sono pienamente concentrate sulle regole, con oltre 4 miliardi di euro riscossi su chi ha violato il GDPR dal 2018.

 

Pianificare la compliance

Quindi, a meno di un anno dall’inizio delle attività di supervisione, quali passi possono compiere le aziende per assicurarsi di essere conformi? Ci sono cinque punti fondamentali da tenere in considerazione:

  1. Creare team trasversali per coordinare un approccio organizzativo. Riunendo responsabili, esperti e stakeholder di aree come IT, cybersecurity, compliance, rischio e ufficio legale, diventa molto più facile garantire i livelli di collaborazione essenziali per il successo dello sviluppo della strategia. Inoltre, questo approccio contribuisce ad assicurare che le aziende possano sviluppare una conoscenza completa di come DORA si applichi da una serie di prospettive importanti.

 

  1. Impegnarsi in modo significativo per ottenere il consenso della leadership. La collaborazione tra i vari dipartimenti aiuterà anche a scoprire dettagli importanti inclusi in DORA, e non per forza evidenti a prima vista. Ad esempio, quanti responsabili sanno già che il Consiglio di Amministrazione e l’Amministratore Delegato devono possedere conoscenze e competenze necessarie per comprendere il rischio ICT e il suo impatto? In un mondo ideale, quindi, il senior management comprenderà e sosterrà la rilevanza e l’importanza di DORA ben prima di gennaio 2025. Questo può fare un’enorme differenza nei livelli di autorità, risorse e urgenza che possono essere applicati. Al contrario, le aziende che limitano la portata dei loro sforzi hanno molte più probabilità di incorrere in una violazione della compliance e nelle potenziali gravi sanzioni che potrebbero essere applicate.

 

  1. Valutare processi, capacità e potenziali vulnerabilità attuali. È fondamentale individuare tempestivamente eventuali lacune tra le attuali capacità di sicurezza e resilienza e i requisiti stabiliti da DORA. Le eventuali mancanze possono essere affrontate in modo proattivo e tempestivo, e non come reazione a una violazione della conformità.

 

  1. Aggiornare e stabilire chiari obiettivi di resilienza. Al centro di ogni strategia efficace di sicurezza e resilienza ci sono obiettivi chiari e perseguibili. DORA ne metterà a fuoco l’efficacia e spingerà le aziende a rivederli in modo costante. Ciò consentirà inoltre ai team di dare priorità alle attività di conformità e garantire che gli investimenti in cybersecurity e resilienza si allineino a DORA il prima possibile.

 

  1. Monitorare e agire in base agli aggiornamenti normativi. Nel corso del tempo, è probabile che le autorità dell’UE modifichino DORA per garantire che resti pienamente pertinente all’ecosistema dinamico che deve proteggere. Ciò significa che le aziende devono stabilire un processo per garantire di restare aggiornati su ogni sviluppo che possa avere impatto sui loro livelli di conformità. Questo dovrebbe essere supportato da processi che si concentrino sull’analisi delle lacune, sulla definizione delle priorità e sugli investimenti, in modo da formare un circolo virtuoso in cui la compliance resti sempre in primo piano.

 

In un ambiente in cui le normative giocano un ruolo sempre più importante nel determinare la direzione della strategia di cybersecurity, è fondamentale che le aziende affinino il loro approccio alla conformità in generale. In questo modo si apre la prospettiva di un vantaggio per tutti: la sicurezza digitale e la resilienza ricevono l’enfasi che meritano e un numero minore di imprese è vittima di gravi violazioni. Non è difficile prevedere che saranno sufficienti poche settimane per vedere annunciata la prima azione esecutiva legata a DORA. Le aziende che si preparano ora potranno ridurre al minimo le possibilità di finire sulle prime pagine dei giornali nel modo sbagliato.

di Darren Thomson, Field CTO EMEAI di Commvault

 

 

Leggi anche: “Parlamento UE boccia nuova direttiva sul copyrght

*illustrazione articolo by EIOPA

 


Hai trovato questo articolo interessante? Seguici su Facebook , Twitter, Mastodon

Continua a Leggere

Trending