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Una scienza tutta da rivedere
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I computer che utilizziamo tutti i giorni sfruttano il sistema binario per criptare un file, ma in realtà esistono altri dispositivi in grado di sfruttare le leggi della fisica e della meccanica quantistica per l’elaborazione dei dati. Mentre nel calcolo classico una singola informazione può esistere solo negli stati 1 o 0, il calcolo quantistico usa invece bit quantistici o “qubit” che possono memorizzare molte più informazioni in quanto esistono in una qualsiasi sovrapposizione di valori. In pratica il calcolo quantistico sfrutta
la capacità delle particelle subatomiche di esistere in più di uno stato in qualsiasi momento. A causa del modo in cui si comporta la più piccola delle particelle, le operazioni possono essere eseguite molto più rapidamente e consumare meno energia rispetto ai computer classici.
Se vuoi sapere come questo ha a che fare con la crittografia, corri in edicola e acquista Hacker Journal 219, oppure vai su Sprea.it.
Nota: le prime righe di questo articolo sono state cifrate con il codice binario (un indizio… unicode), non proprio un sistema di crittazione sicuro, ma comunque un modo per nasconderne il significato alla maggior parte delle persone. Ti lasciamo il piacere di decifrarlo: inviaci la frase in italiano scrivendo a redazione (at) hackerjournal.it
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I migliori Open Source: Fragments
Un client BitTorrent che offre una gestione dei torrent semplice ma efficiente e utilizza il backend di Transmission
Nel panorama in continua evoluzione delle app di condivisione file, gli utenti GNOME hanno a disposizione Fragments, un client BitTorrent moderno progettato specificamente per il loro ambiente desktop. L’applicazione offre una gestione dei torrent semplice e intuitiva, integrandosi perfettamente con il design e l’estetica di GNOME grazie all’uso di GTK4 e libadwaita. Nonostante l’approccio minimalista, Fragments offre tutte le funzionalità essenziali come il controllo delle velocità di download, la gestione delle connessioni peer e le impostazioni di crittografia, sfruttando il robusto daemon di Transmission come backend.
Una sua caratteristica distintiva è la possibilità di controllare da remoto sia le proprie sessioni sia quelle di Transmission su altri dispositivi. L’interfaccia pulita permette di visualizzare una panoramica dei torrent, programmare l’ordine dei download e gestire i singoli file all’interno di un torrent. Una sezione delle statistiche completa fornisce informazioni in tempo reale sulle velocità di rete, sullo stato dei torrent e sui dati di utilizzo. Si può anche avere una panoramica di tutti i torrent raggruppati per stato. Il client supporta, infine, la cancellazione automatica dei file .torrent dopo l’aggiunta al client e il rilevamento intelligente della rete, che interrompe i download quando viene rilevata una connessione a consumo. Fragments è facilmente installabile tramite Flathub, garantendo compatibilità con diverse distribuzioni. Sebbene manchi di alcune funzionalità avanzate presenti in altri prodotti, come la limitazione della larghezza di banda, Fragments si distingue per la sua semplicità e integrazione profonda con GNOME, rendendolo ideale per chi cerca un client torrent leggero, pratico e user-friendly.
Puoi scaricare il cient da questo link.
Leggi anche: “I migliori software Open Source: Haruna:”
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Nascondi i tuoi file da occhi indiscreti
Se il tuo computer è condiviso con altre persone, allora vale la pena creare una cartella nascosta dove conservare file e documenti importanti. Vediamo come fare in Windows
Il PC di casa è un po’ la nostra stanza dei segreti: un posto in cui mettiamo i documenti importanti ma anche le cose private e intime che vogliamo tenere lontane da persone curiose. Purtroppo, soprattutto se la famiglia è numerosa e non ci sono soldi per acquistare più computer, la nostra stanza segreta diventa una stanza “condivisa”. E allora addio privacy e possibilità di avere uno spazio tutto per noi.
Ma come sempre: mai dire mai!
Se stai cercando un metodo veloce per nascondere appunti, foto e documenti importanti su Windows, abbiamo la soluzione che fa al caso tuo! L’aiuto questa volta ci arriva dai caratteri invisibili, con i quali puoi creare cartelle nascoste senza installare alcun software aggiuntivo. Si tratta di una soluzione ingegnosa per mantenere privati i nostri file sensibili. La tecnica che andremo a descrivere sfrutta i caratteri ASCII invisibili. Il codice ASCII (American Standard Code for Information Interchange) è uno standard per la codifica di caratteri testuali in computer e dispositivi di comunicazione. Include lettere, numeri, simboli e alcuni caratteri di controllo. Tra questi, alcuni sono “invisibili” perché non producono un simbolo visibile quando digitati, come lo spazio (Alt+0160), che non lascia traccia visibile nel nome della cartella. Utilizzando questi caratteri nel nome di una cartella, possiamo renderla praticamente invisibile agli occhi degli utenti comuni. Nei passi seguenti vedremo come fare.
Creiamo una cartella
Per iniziare, posizioniamo il puntatore del mouse in un punto vuoto del desktop di Windows 10. Clicchiamo con il tasto destro e dal menu contestuale che verrà aperto, spostiamo il puntatore del mouse sulla voce Nuovo e dalla schermata successiva scegliamo la voce Cartella.
Digitiamo il numero magico
Adesso, anziché dare un nome alla nuova cartella, eliminiamo la scritta presente e sempre rimanendo all’interno del campo rinomina, teniamo premuto il tasto Alt e digitiamo il numero 255 con il tastierino numerico della tastiera (quello quadrato a destra). Al termine premiamo Invio.
Icona, ma trasparente
Clicchiamo con il tasto destro del mouse sulla cartella e poi su Proprietà. Scegliamo Personalizza e poi Cambia icona. Individuiamo l’icona trasparente e selezioniamola. Clicchiamo su OK per confermare la scelta. A questo punto la cartella sarà invisibile sul desktop!
Leggi anche: “Scritte ASCII in un secondo”
*illustrazione articolo progettata da Freepik
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I migliori Open Source: Haruna
Un lettore multimediale con interfaccia intuitiva, supporto per vari formati, playlist, sottotitoli e streaming
Haruna è un lettore multimediale basato su libmpv e progettato per offrire un’esperienza di visione personalizzabile e potente. Grazie alla sua interfaccia moderna e intuitiva, facilita la gestione dei contenuti multimediali, supportando una vasta gamma di formati video e audio. Permette anche di personalizzare scorciatoie da tastiera e comandi, consentendo di adattare il lettore alle proprie preferenze. Haruna include funzionalità come il supporto per le playlist, la visualizzazione dei sottotitoli e l’integrazione con servizi di streaming online, permettendo di riprodurre contenuti direttamente da YouTube e altre piattaforme. La gestione dei sottotitoli è ottimizzata con opzioni per scaricarli automaticamente, sincronizzarli con il video e personalizzarne l’aspetto.
L’interfaccia utente è altamente configurabile, con opzioni per modificarne l’estetica, i controlli e le impostazioni di riproduzione. Haruna supporta il picture-in- picture, consentendo di guardare i video in una finestra ridotta mentre si svolgono altre attività. La possibilità di annotare i video e di creare segnalibri aiuta a gestire meglio i contenuti e a ritrovare facilmente i momenti importanti. Inoltre, il programma offre il supporto per l’accelerazione hardware, migliorando la riproduzione di video ad alta definizione e riducendo l’uso della CPU. Il lettore è infine integrato con il sistema KDE Plasma, garantendo una simbiosi perfetta con l’ambiente desktop e migliorando l’esperienza complessiva dell’utente.
Per scaricare il software clicca qui.
Leggi anche: “Compleanno storico per l’Open Source“
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Addio alla privacy negli USA?
Nonostante i tentativi dei repubblicani di bloccare una versione precedente del disegno di legge, la Camera dei Rappresentanti ha rinnovato con successo una dura legge di sorveglianza
La Camera americana ha approvato il finanziamento della Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act (FISA) del 1978 con un voto di 273 a 147. Un gruppo di 19 legislatori conservatori aveva inizialmente impedito un voto procedurale mercoledì 10 aprile. Tuttavia, il presidente della Camera, Mike Johnson (R-LA), è riuscito a convincerli a ritirare il loro veto. La mattina del 12 hanno accettato di permettere il voto a condizione che Johnson riducesse il finanziamento della Sezione 702 da cinque a due anni e tenesse un voto separato su un emendamento che avrebbe richiesto all’FBI e ad altre agenzie di intelligence di ottenere mandati prima di utilizzare il programma contro gli americani. Cosa succede ora? Beh, in pratica, la Sezione 702 del FISA consente al governo di intercettare, senza bisogno di un mandato, le comunicazioni di stranieri individuati all’estero, anche quando questi comunicano con cittadini americani.
IN PASSATO
Circa dieci anni fa ci fu uno scandalo legato alla privacy che, volevo, di potrebbe etichettare come l’inizio di tutto quello che sta accadendo in questi giorni. Tutto nacque da alcune rivelazioni di Edward Snowden, l’ex contractor dell’intelligence statunitense che, nel giugno 2013, ha svelato i programmi di sorveglianza globale condotti dalla National Security Agency (NSA). Snowden ha dichiarato di essere stato spinto da un senso di responsabilità verso i cittadini e il diritto alla privacy, ritenendo che il pubblico dovesse essere informato delle azioni segrete del governo. Il suo obiettivo era avviare un dibattito pubblico sull’equilibrio tra sicurezza nazionale e diritti individuali, sottolineando l’importanza di una sorveglianza governativa trasparente e responsabile.
Le rivelazioni di Snowden hanno scatenato uno tsunami mediatico noto come “datagate”. Nel giugno 2013, il The Guardian ha pubblicato una serie di articoli che svelavano i dettagli dei programmi di sorveglianza di massa dell’NSA, tra cui il programma PRISM. Questo prevedeva la collaborazione tra l’NSA e le principali aziende tecnologiche per accedere ai dati degli utenti. Gli articoli hanno rivelato che l’NSA poteva accedere ai server delle aziende, raccogliendo una vasta quantità di informazioni sugli utenti: chiamate, messaggi di testo, e-mail, chat, foto, video e altri tipi di dati.
L’IMPATTO POLITICO
Le rivelazioni di Snowden hanno avuto conseguenze di vasta portata, sia a livello nazionale che internazionale. Hanno provocato indignazione pubblica e proteste globali, con cittadini preoccupati per la violazione della loro privacy e l’abuso di potere da parte delle autorità nordamericane. Le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e i loro alleati, in particolare gli Stati europei, sono diventate tese. La crescente sensibilità verso questi temi ha portato a una marcata diffidenza verso il sistema statunitense, giudicato eccessivamente permissivo nell’accesso ai dati personali da parte delle autorità governative.
LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI
Dopo le rivelazioni di Snowden, l’ex presidente Barack Obama ha emesso diversi executive order per rivedere i programmi di sorveglianza. Uno dei più importanti è stato l’incarico alla Privacy and Civil Liberties Oversight Board (PCLOB) di fare raccomandazioni riguardo al programma di raccolta di registri telefonici noto come Sezione 215 del Patriot Act, e il programma di sorveglianza di non cittadini statunitensi, Sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act. Nel 2014, PCLOB ha emesso rapporti con raccomandazioni per la riforma di entrambi i programmi. Sebbene la Sezione 215 sia scaduta nel 2020, PCLOB sta sviluppando un nuovo rapporto sulla Sezione 702, previsto per quest’anno, per informare il dibattito pubblico e congressuale sulla sua riautorizzazione.
LE SFIDE ATTUALI
Nonostante le riforme, la sorveglianza rimane un tema di dibattito negli Stati Uniti. L’NSA continua a utilizzare la sua autorità secondo la Sezione 702 per raccogliere contenuti e metadati di comunicazioni di non americani all’estero, comportando anche la raccolta incidentale di comunicazioni di americani. La Sezione 702 scadrà a dicembre se non riautorizzata dal Congresso. Attualmente, si stanno svolgendo discussioni sulla riforma e del FISA all’interno del Congresso. PCLOB continuerà a giocare un ruolo importante in queste discussioni.
L’EREDITÀ DI SNOWDEN
Le rivelazioni di Snowden hanno portato i cittadini a mostrarsi più cauti nelle loro attività digitali, portando a una maggiore consapevolezza sulla privacy e all’adozione di nuovi strumenti di crittografia e protezione delle informazioni. Tuttavia, l’altra faccia della medaglia è che le rivelazioni hanno portato negli USA a un aumento dell’auto-censura, per il timore della sorveglianza, con un impatto negativo sulla partecipazione democratica.
LA SORVEGLIANZA DI OGGI
Come afferma lo stesso Snowden, l’idea che dopo le sue rivelazioni ci sarebbe stato un cambiamento immediato e radicale è irrealistica. La lotta per il rispetto dei “sacri” limiti della privacy è un processo in corso, che richiede impegno e lavoro costante per il resto delle nostre vite e oltre, coinvolgendo anche le generazioni future. Le tecnologie si sono rapidamente evolute, consentendo ai governi di raccogliere e analizzare una mole sempre più ampia di dati personali. L’utilizzo quotidiano di dispositivi connessi, l’espansione del mondo digitale e la diffusione di tool AI-based hanno reso ancora più complesso il compito di proteggere la privacy degli individui. Il dibattito circa l’influenza e i potenziali rischi di un’assenza di contropoteri agli asseriti interessi di sicurezza nazionale è tutt’altro che sopito e dovrà essere mantenuto sempre vivo e attuale.
Leggi anche: “NSA, CISA ed FBI lanciano l’allarme degli attacchi ransomware”
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I gadget segreti degli hacker
La valigetta del pirata contiene dispositivi hi-tech piccoli, anonimi e potenti, facilmente acquistabili anche su Amazon. Ecco la nostra selezione
FLIPPER ZERO STARTER SET
TUTTO COMPRESO
Del Flipper Zero ne abbiamo parlato più volte. Questo che vi proponiamo è lo Starter Set, dove trovate anche la scheda Wi-Fi. Per chi non lo conoscesse, il Flipper Zero è in sostanza un gadget multiuso per pentester, geek, hacker etici e appassionati di hardware. È tascabile e racchiude una varietà di strumenti avanzati come RFID, RF, infrarossi, emulazione HID, GPIO, debug hardware e Bluetooth. È completamente autonomo e non richiede un computer o hardware esterno per funzionare. Tutto è gestito tramite un pulsante di navigazione a 5 direzioni e uno schermo LCD. Tuttavia, quando collegato a un computer o utilizzando le app Android e iOS incluse, può essere espanso, modificato e aggiornato secondo necessità.
Quanto costa € 253
Dove acquistarlo su Amazon
GEEEKPI RASPBERRY PI 5 8 GB STARTER KIT
E SI PARTE COSI’
Il Raspberry Pi 5 è un potente computer a scheda singola, perfetto per progetti avanzati e applicazioni che richiedono elevate prestazioni. Questa versione include un Raspberry Pi 5 con 8 GB di RAM, equipaggiato con una CPU ARM Cortex-A76 da 2,4 GHz e una GPU VideoCore VII da 800 MHz, che garantiscono prestazioni superiori fino a 2 o 3 volte rispetto al modello precedente, Raspberry Pi 4 Model B. Per garantire un funzionamento ottimale, il kit include un sistema di raffreddamento avanzato, con una ventola ultra silenziosa da 3510 e cuscinetti termici che permettono facilmente di mantenere la temperatura sotto controllo. La ventola è naturalmente controllabile tramite PWM, con il supporto del sistema operativo ufficiale Raspberry Pi, che consente anche di regolare la velocità in base alle proprie esigenze.
Quanto costa € 160
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STTWUNAKE
UNA COLLANA? MACCHÉ!
Il registratore intelligente con chip DSP di nuova generazione offre una riduzione del rumore avanzata. La batteria interna garantisce un’autonomia di circa 24 ore con una carica completa, mentre la memoria integrata è in grado di archiviare fino a 100 ore di registrazioni. L’uso del dispositivo è estremamente semplice: basta accendere l’interruttore di alimentazione per iniziare a registrare, e spegnerlo per salvare il file e terminare la registrazione. Inoltre, può essere indossato come una collana grazie alla catenina in acciaio inossidabile inclusa, trasformandosi in un elegante accessorio.
Quanto costa € 39,00
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Leggi anche: “Altri gadget dell’hacker“
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La distro per le memorie flash
EasyOS è una distribuzione Linux leggera e user-friendly sviluppata da Barry Kauler, creatore di Puppy Linux. Si distingue per la distribuzione tramite file di immagine del disco, ottimizzati per l’uso su dispositivi di archiviazione flash. Include funzioni specifiche per ridurre le operazioni di scrittura, prolungando così la durata delle unità flash
EasyOS è una distribuzione non convenzionale nata dal lavoro di Barry Kauler, noto per i suoi precedenti progetti Puppy Linux e Quirky Linux. Questo sistema operativo sperimentale incorpora diverse caratteristiche distintive che lo differenziano dalle distro tradizionali. L’architettura del sistema si basa sul concetto di containerizzazione. EasyOS permette, infatti, di eseguire applicazioni e persino interi ambienti desktop all’interno di container, gestiti attraverso un’interfaccia grafica chiamata Easy Containers. Questa scelta progettuale riflette una tendenza crescente nelle tecniche di distribuzione e isolamento del software. Una delle caratteristiche principali di EasyOS risiede nelle sue prestazioni. Il sistema opera principalmente nella RAM, il che si traduce in un avvio rapido delle applicazioni e nella reattività generale del sistema. Questo approccio, sebbene potenzialmente impegnativo per la memoria, mira a fornire un’esperienza utente fluida, particolarmente evidente con le applicazioni più pesanti.
Diversa dalle altre
EasyOS si discosta dalle pratiche di distribuzione standard per quanto riguarda il formato di distribuzione. Invece del tipico file ISO, viene distribuito come file immagine del drive destinato a essere scritto direttamente su un dispositivo di archiviazione come una chiavetta USB o un’unità SSD. È quindi necessario avere familiarità con la scrittura di immagini su dispositivi di archiviazione, il che potrebbe presentare una curva di apprendimento se siete abituati ai processi di installazione tradizionali che coinvolgono i file ISO. Il sistema operativo incorpora ottimizzazioni specifiche per l’uso delle unità flash. Per esempio, dispone di una funzione di salvataggio progettata per ridurre al minimo le operazioni di scrittura. Questo approccio può contribuire a prolungare la durata di vita delle memorie flash, che in genere hanno un numero limitato di cicli di scrittura rispetto ai dischi rigidi tradizionali. L’ultima release di EasyOS è la versione 6.0, che inaugura la serie Scarthgap. Prosegue la pratica di includere un numero molto elevato di pacchetti integrati, presentandone ora le versioni più recenti e mantenendo l’attenzione sulla facilità d’uso e sulla flessibilità. Potete trovare maggiori dettagli su questo sito.
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Rilasciata SKUDONET v7.1.0
Nuove funzionalità e miglioramenti per supporto hardware, gestione della CPU e della memoria, prestazioni di rete e sicurezza per la Community Edition
SKUDONET è una soluzione Open Source per il bilanciamento del carico e l’Application Delivery Control (ADC), progettata per ottimizzare la gestione del traffico e migliorare la sicurezza delle applicazioni Web e dell’infrastruttura IT. Offre una gamma di soluzioni di bilanciamento del carico che soddisfano diverse esigenze, tra cui opzioni virtuali, baremetal, hardware e basate su cloud. Garantiscono una distribuzione efficiente del traffico, migliorano le prestazioni delle applicazioni e mantengono un’elevata disponibilità. Inoltre, SKUDONET include solide funzionalità di cybersecurity come la protezione DDoS, i firewall per applicazioni Web e l’ispezione SSL/TLS. La piattaforma offre edizioni community ed enterprise. La prima è gratuita e adatta agli ambienti di test e sviluppo, mentre la seconda è progettata per la produzione su larga scala con funzionalità avanzate e capacità di automazione.
Una nuova uscita con tanti miglioramenti
SKUDONET ha lanciato la sua Community Edition 7.1.0, un aggiornamento significativo basato su Debian 12 con Kernel 6.1.90 LTS. Questa versione introduce un supporto hardware potenziato, una migliore gestione della CPU e della memoria e prestazioni di rete superiori, oltre a rafforzare le funzioni di sicurezza. L’introduzione del DHCP per NIC e VLAN semplifica la gestione della rete, mentre il supporto di Fully Qualified Domain Names (FQDN)
come IP di backend nelle farm HTTP aumenta la flessibilità. L’aggiunta della direttiva TLSv1.3 si allinea ai più recenti protocolli di sicurezza, garantendo una maggiore protezione delle comunicazioni criptate. I miglioramenti dei log e le librerie SSL aggiornate potenziano il monitoraggio e la sicurezza del sistema, offrendone una migliore comprensione e una protezione più solida. La release include anche profili reverse proxy più flessibili, che consentono configurazioni più personalizzate per adattarsi a diversi ambienti di rete. Le correzioni di bug di questa
versione garantiscono un funzionamento efficiente del software, riducendo al minimo i tempi di inattività e migliorando le prestazioni complessive. Per ulteriori informazioni sulle novità dell’ultima release, visitate questo sito.
leggi anche: “Debian 12 bookworm è qui!”
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